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sabato 10 aprile 2010


MONNA TESSA E LE SUE PIE DONNE


 

L'ospedale di Santa Maria Nuova e l'Ordine delle Oblate Fiorentine.

L'ospedale di Santa Maria Nuova è tuttora attivo.

Entrò ufficialmente a far parte delle strutture sanitarie di Firenze per precisa volontà di quel politico illuminato che fu Folco Portinari.

L'ospedale ebbe nell'ordine delle suore Oblate la sua risorsa operativa fondamentale.

Lo stesso Martin Lutero ,nelle pagine dell'"Elogio"(scritto per celebrare la nascita del nuovo ospedale)scrive parole di ammirazione e rispetto per queste monache.

Le Oblate appartenevano a nobili famiglie ed erano così velate(oblate appunto)da non poter essere riconosciute nei lineamenti.

Il 24 aprile del 1258 il Portinari acquistava dai fratelli Lippo e Tura Benincasa un'ampia porzione di terreno con un enorme casolare ,posto "a tramontana "e fuori le mura ,com'era caratteristica dei nosocomi medioevali,ma situato vicino alle principali vie e porte d'accesso alla città.

Questo sarà il primo nucleo dell'ospedale.

La decisione di costruire questo ospedale fu ispirata al Portinari dalla sua governante Tessa ,moglie di un bastaio ,Turi:il ricovero secondo le intenzioni doveva servire "ad opus pauperum et infirmorum"

La gestione assistenziale ed anche sanitaria fu da subito affidata alle Oblate,per le quali era stata costruita un'ala adiacente e dove le monache dormivano.

Durante il giorno vivevano esclusivamente all'interno dell'ospedale in un regime di semiclausura.

Interno a Monna Tessa si era radunata un gruppo di pie donne che offrivano il loro lavoro a sostegno e cura dei sofferenti.

Esse non erano in realtà vincolate da impegni solenni di voto,ma solo da rigorosa scelta spontanea.

Tra loro,come prime ,ma non ultime nobildonne fiorentine,la storia ricorda Margherita de Caponsacchi,Giovanna de Cresci e Antonia de Bisdomini.

Esse garantivano l'esistenza stessa sell'ospedale e la loro clausura fu implicita conseguenza del severissimo regolamento che regolava la vita interna del ricovero.

Già nel" Regolamento "del 1330 si deduce che nemmeno lo Spedalingo stesso(sarebbe un equivalente di odierno Direttore Sanitario,anzi a meglio paragonare una sorta di Assessore alla Sanità) poteva entrare senza permesso delle Oblate nella struttura.

Negli statuti è ripetutamente indicata la proibizione di entrare e transitare nei locali adibiti alle monache ,a estranei ,ma anche allo stesso personale ospedaliero.

Lo stesso Spedalingo poteva far visita solo una volta al mese e con giustificato motivo.

Per proteggere i loro spostamenti fu,in epoca più tarda costruito addirittura un cunicolo che portava dai loro appartamenti alle corsie .

Il loro servizio all'interno dell'Ospedale era sancito dal"Regolamento":le Oblate dovevano adempiere a tutti i servizi necessari per il funzionamento dell'Ospedale ,compresi i più umili,pulire ,cucire,rammendare,rattoppare la biancheria di malati e sanitari,dovevano cucinare secondo le indicazioni dei medici a seconda dei disturbi individuali dei pazienti.

Dovevano inoltre prestare assistenza infermieristica ,ed talvolta anche medica,assoluta,nei reparti femminili che erano rigorosamente separati da quelli maschili.

Quello che si muoveva all'interno del Santa Maria era un piccolo ordinato esercito incaricato di tutti i servizi che oggi ricoprono stuoli di infermieri e medici,fin anche l'assistenza al cerusico che altri non era che un chirurgo specializzato in tutto:dall'estrazione dei denti a interventi di tumore.

Le Oblate,non religiose legate da voto,ma rispettose della clausura ,non personale sanitario ,ma occupate in tutti gli ambiti della cura e dell'assistenza,mantennero per secoli il potere in questi precisi ambiti,fino ad evolversi,negli ultimi decenni a cercare una ricerca di competenza infermieristica specialistica ,come prova la loro storia recente che le vede ,senza soluzione di continuità,ancora attive ed indispensabili.

Susanna Franceschi

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