Carlo Pisacane ed Enrichetta Di Lorenzo
Quello che mi ha sempre colpito e nello stesso tempo affascinato della figura di Carlo Pisacane ,è la sua incongruità storica.
In altre e più semplici parole Pisacane è l'uomo giusto nel periodo storico sbagliato.
Studiando e riflettendo sulla vita e sul pensiero di questo antieroe risorgimentale si percepisce l'assoluta modernità del pensiero politico,ma anche della condotta di vita.
Pisacane non si può infatti collocare in nessuno dei movimenti eversivi
del risorgimento italiano.
Fu un rivoluzionario vero e proprio:antiautoritario,precursore del socialismo libertario,e primo anarchico italiano:il suo pensiero e il suo ideale politico sono infatti esclusivamente legati allo studio e all'adesione alle teorie di Prouhon.
Lo studio di Proudhon,ma anche di Cattaneo lo fanno giungere ben presto
Ad una teoria di stato socialista,federalista ed antiautoritario:auspicava infatti un 'associazione di comuni federati libertariamente.
Questa semplificazione del suo pensiero fa rò già ben capire la distanza incolmabile dagli ideali risorgimentali.
E questo,come per tanti rivoluzionari ,lo isolò politicamente e ne fece un personaggio scomodo.
I cardini del suo pensiero sono tre:Non esiste libertà senza uguaglianza,il Risorgimento deve essere rivoluzione,nel senso che deve eliminare le disuguaglianze sociali e non essere semplicemente teso a fondare uno stato nazionale,il popolo è mosso sempre e solo da bisogni materiali piuttosto che da quelli ideali(prerogativa della borghesia)come diceva invece Mazzini.
E inimicarsi Mazzini non fu cosa da sottovalutare storicamente.
Carlo Pisacane non fu quindi assolutamente un patriota come viene superficialmente(o strumentalmente?)definito dalla storiografia ufficiale e scolastica,ma un rivoluzionario di matrice libertaria come è ben definito nel suo misconosciuto "testamento politico"
"Per quanto mi riguarda io non farei nulla per cambiare un ministero o per o per ottenere una costituzione,e neppure per cacciare gli austriaci dalla Lombardia………………………per quanto mi riguarda la dominazione della Casa di Savoia e quella Austriaca sono esattamente la stessa cosa…..
………Io credo nel socialismo e il socialismo di cui parlo può definirsi in due parole:libertà e associazione."
Altrettanto,per quei tempi,sopra le righe,la sua vita di uomo.
A Napoli,dove nasce da nobile famiglia viene avviato ,dopo anni di studi creativi ma confusi,alla carriera militare.
Carriera militare che,nell'ottica del padre,lo dovrebbe raddrizzare,ma Carlo non solo è soffocato dalle regole rigide di quel mondo,ma ne combina una grossa per davvero:si innamora e fugge con una donna sposata,anzi"sposatissima":la bella ed intelligente Enrichetta Di Lorenzo,moglie di suo cugino.
I due abbandonano tutto:fuggono da Napoli sotto falso nome.Il marito e la famiglia,infuriati per l'oltraggio e lo scandalo,denunciano i due per farli arrestare.
Carlo ed Enrichetta sbarcano fortunosamente a Livorno fanno perdere le loro tracce a poliziotti e agenti della diplomazia e si dirigono in Inghilterra.
Comincia per i due una vita di sacrifici e di rinunce ,solo il grande amore e la capacità di condividere ideali e battaglie, permette ai due di superare le troppe difficoltà.
Si spostano tra Francia ed Inghilterra:ovunque Enrichetta è ammirata per la sua condizione di donna emancipata che vive un progetto politico alla pari accanto al suo uomo.
In Francia è addirittura arrestata,e la prigionia la farà abortire,e nello stesso tempo,sempre i Francia vivrà il distacco da Carlo che è partito
per la legione straniera.
I due si riuniscono nel 1848 dove vivono l'avventura lombarda:rientrano in Italia nel 1850 e subito Carlo riparte per la Svizzera.
E'in questo periodo che si colloca la relazione amorosa della donna per l'amico di entrambi,il Cosenz:i due non nasconderanno mai al Pisacane la passione,per altro breve.
La coppia comunque regge animata dalla forza degli ideali ed anche da una dichiarata,irrinunciabile passione fisica.
La crisi ,invece,arriva nel 1857,con la spedizione:Enrica rispetta la decisione del compagno,ma con intuizione tutta femminile,ne intuisce la pericolosità e l'esito disastroso.
Tra i due,questa volta è scontro,ma Pisacane parte lo stesso.
Enrica saprà della sua morte per suicidio solo il 4 luglio.
Il sogno del giovane anarchico era finito a Padula dove la spedizione era stata circondata da contadini e massacrata.
Susanna Franceschi
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