Pagine

lunedì 17 maggio 2010


L'EPICA MEDIOEVALE


 

L'epica è quella produzione letteraria che narra gesta storiche e/o leggendarie di un eroe o di un popolo.

Attraverso la narrazione epica si tramandano e conservano la memoria storica di una nazione,intesa come cultura di un popolo.

La parola deriva dal greco:epos che significa letteralmente parola,ed in senso più esteso narrazione.

L'epica trasforma il fatto storico o leggendario in mito,altra parola dal greco,cioè narrazione di gesta eroiche e valorose.

E' solo attraverso l'epica che si è potuti arrivare a conoscere tradizioni ed usi di antiche etnie,l'epica è una sorta di enciclopedia del sapere a trasmissione orale.

La narrazione ,che comunque era agganciata sempre e comunque a situazioni storiche avvenute ,era orale e spesso accompagnata da musica.

s.f.

copyright 

Il ciclo bretone

Con ciclo bretone o ciclo arturiano si intende la vastissima mole di materiale letterario incentrato sulla figura di Re Artù. Le vicende di Artù, dei Cavalieri della Tavola Rotonda, del Mago Merlino, di Lancillotto, di Excalibur furono elaborati attraverso i secoli in una vasta ed eterogenea serie di testi scritti in numerose lingue (latino, francese, inglese, tedesco, italiano) a partire dal Basso Medioevo. Alcuni dei temi del ciclo arturiano hanno origine nella leggenda; altri sono stati aggiunti nel tempo dalla creatività dei numerosi autori che si sono succeduti nei secoli.

In un certo senso, il ciclo arturiano si può considerare non ancora concluso; numerosi autori moderni (come Mark Twain, John Steinbeck, T.H. White) vi hanno infatti contribuito, in alcuni casi introducendo elementi di notevole rilievo in seguito entrati nell'immaginario collettivo, insieme ai temi classici.


 

Storia del ciclo bretone o arturiano

Questa letteratura nacque e si sviluppò nel XII secolo nella Francia settentrionale contemporaneamente all'epopea delle chanson de geste.

La materia di Bretagna prende l'avvio dalla fantasiosa Historia regum Britanniae, scritta da un chierico gallese, Goffredo di Monmouth, nel 1135.

La storia consiste in una compilazione romanzesca di amori, magie ed avventure e venne liberamente tradotta in versi francesi un ventennio più tardi in Francia nel Roman de Brut dal poeta normanno chiamato Maistre Wace.

Essendo tradotta liberamente e in una lingua accessibile al contesto, l'opera divenne subito facilmente accessibile ad un pubblico più vasto e diede l'avvio a una produzione assai ricca (più di cento composizioni in lingua romanza) soprattutto in versi e più tardi anche in prosa.

La poesia in area romanza si sviluppa prima della prosa, perché il ritmo e la rima rendono più facile la divulgazione orale e anche la memorizzazione.

Il "ciclo bretone" presenta profonde differenze dal genere dellaChanson de geste tipica del ciclo carolingio.

Esso ebbe il suo sviluppo in ambienti cortesi, dove ben si conoscevano le disquisizioni amorose riportate nel trattato del De amore di Andrea Capellano e ha come motivo principale non la lotta collettiva contro gli Infedeli, ma l'amore e la ricerca individuale di avventure.

Il cavaliere della tavola rotonda, alla corte di re Artù, non è più l'Orlando della Chanson de Roland che muore con tutta la sua schiera a Roncisvalle come un martire, ma è un solitario cavaliere errante che va alla ricerca di prove sempre più difficili per esaltare se stesso e per conquistare la donna amata.

Tra le storie più celebri si ricordano le leggende su Merlino e la spada Excalibur, l'orgine prodigisa e l'inizio del regno di Artù, l'amore tra Lancillotto e la regina Ginevra, moglie di Artù, l'amore di Tristano ed Isotta, moglie di re Marco, le vicissitudini, le avventure e le ricerche riguardanti Morgana la Fata e suo figlio Mordred, i cavalieri della Tavola Rotonda, tra cui Galvano, Ivano, Galeotto, Tristano, Palamede e moltissimi altri, la figura di Perceval e il tema del Graal, etc.

Tutti questi temi vennero trattati in moltissime opere: tra le prime le più famose furono i romanzi di Chrétien de Troyes, uno dei più grandi scrittori medievali, il Tristan di Béroul il Tristan di Thomas (c.1170), i "Lais" di Maria di Francia etc.

Nessun commento:

Posta un commento