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mercoledì 9 giugno 2010


Il caso di Lizzie Borden

M.A.


 

Qualcuno avrà sentito la storia di Lizzie Borden, un caso che ha affascinato molti per più di 100 anni e che, almeno nei libri, resta irrisolto. Finora non era mai stato affrontato con le tecniche forensi, tecniche che avrebbero potuto cambiare i risvolti di questa vicenda.
La data era il 4 agosto 1892. La località Fall River, Massachusetts, e più specificamente il 92 di Second Street, la casa di Andrew e Abby Borden.

Circa alle 11 e 10 di mattina, la trentaduenne Lizzie Borden, figlia di Andrew e figliastra di Abby, scoprì il cadavere del padre su un divano nel salotto della casa. Subito dopo anche Abby fu trovata morta sul pavimento della camera degli ospiti. Ci fu una grande confusione, e la polizia venne chiamata subito. Bridget, la domestica (che fu un personaggio chiave della vicenda) corse in strada a chiamare il dottor Bowen, il medico di famiglia.

Al momento il dottore era fuori, ma arrivò quasi subito. Telegrafò a Emma, la sorella maggiore di Lizzie, per riferirle la terribile notizia. Nel frattempo i vicini andavano e venivano, incuriositi e terrificati dai brutali omicidi. All'esame dei cadaveri, il dottor Bowen riscontrò delle ferite raccapriccianti: Andrew aveva un occhio tagliato in due che protrudeva dall'orbita, il naso era stato reciso e si potevano contare undici profonde lesioni sul lato sinistro del volto.

Il corpo di Abby non era in condizioni migliori. Era stata trovata a faccia in giù in una pozza di sangue, con la testa quasi staccata dal collo. Il dottor Bowen riscontrò che la donna era stata colpita sulla parte posteriore del cranio più di una dozzina di volte, probabilmente con la stessa arma che era stata usata per uccidere Andrew.

I sospetti caddero su Lizzie per diversi motivi. Il giorno prima del duplice omicidio Abby disse al dottor Bowen che lei e Andrew erano stati avvelenati. Entrambi erano stati malissimo la notte precedente. Sfortunatamente per Lizzie, Eli Bence, un commesso dello Smith's Drugstore, informò gli investigatori che la ragazza aveva provato a comprare dell'acido prussico (cianuro di idrogeno) diverse volte nelle due settimane precedenti gli omicidi; Bence si era rifiutato di venderglielo senza una ricetta medica. Lizzie negò di aver visitato l'emporio o di aver chiesto del veleno. Inoltre c'erano dei problemi con l'attendibilità dell'alibi. Lizzie cambiava continuamente la sua versione, ricordandosi e dimenticandosi alcune informazioni e contraddicendosi.

l'accetta senza manico che fu trovata nello
scantinato. Non fu mai provato che era l'arma
del delitto

Poi, un paio di giorni dopo gli omicidi, Miss Russell, un'amica delle sorelle Borden, testimoniò che Lizzie aveva bruciato un vestito nella stufa della cucina. Lizzie aveva detto che l'abito era macchiato di vernice e che non poteva più usarlo. Improbabile. Fu questa testimonianza che spinse il giudice Blaisdell ad accusare la ragazza dei delitti.
Il processo durò 14 giorni, dal 5 al 19 giugno 1893. l'unica volta che Lizzie parlò fu dopo la chiusura del dibattimento. Si limitò a dichiarare: "Sono innocente. Lascio che sia il mio avvocato a parlare per me."


Alle 3 e 24 del 19 giugno la giuria si ritirò per deliberare. Alle 4 e 23 tornò col verdetto: non colpevole. Si disse che i giurati avevano impiegato solo 5 minuti per decidere, ma che avevano voluto aspettare un'ora per rispetto dell'Accusa.
Un alibi inattendibile, un vestito dato alle fiamme e l'immagine stereotipata di una giovane donna dell'800: tutti questi fattori e molti altri alimentano il mistero del caso di Lizzie Borden. Teorie e libri su di esso si sprecarono. Se ci fossero state le moderne tecniche forensi all'epoca del delitto forse questo caso sarebbe stato risolto.
Nei minuti successivi alla scoperta dei corpi fu fatto poco o niente per preservare la scena del crimine. Molte persone gironzolarono per la casa, lasciando impronte digitali ovunque, perfino sui cadaveri. Se la scena del crimine fosse stata sigillata, gli agenti della scientifica moderni avrebbero cosparso la zona di polvere per la rilevazione delle impronte e quelle trovate avrebbero indicato dei sospettati. Se la scena invece non viene chiusa, la rilevazione delle impronte non ha senso.
Inoltre i corpi furono spostati prima di una completa investigazione. Se non fossero stati mossi, l'analisi degli schizzi di sangue avrebbe permesso agli investigatori di raccogliere dati corretti riguardo alle macchie, e un esperto di blood spatter analysis avrebbe potuto interpretarli per rivelare importanti informazioni quali le posizioni delle vittime, dell'assassino e degli oggetti; il tipo di arma usata e il numero esatto di colpi; il movimento e la direzione di vittime e del loro aggressore dopo l'inizio del sanguinamento. La traiettoria degli schizzi di sangue si sarebbe rivelata utile nella stima dell'angolazione tra le ferite e l'altezza dell'omicida. Per esempio è stato detto che Andrew era in piedi al momento del primo colpo e che le macchie di sangue sulla scena sarebbero risultate dall'attacco di una persona molto più alta di Lizzie.
In più con le tecniche moderne si sarebbe potuto usare il Luminol per cercare tracce di sangue non visibili a occhio nudo. E' un composto chimico che reagisce col sangue acquistando una luminescenza blu-verdastra, anche a distanza di anni. Per l'esattezza reagisce con l'emoglobina, una proteina dei globuli rossi trasportatrice di ossigeno. Il Luminol è così sensibile che può trovare sangue anche in una parte per milione. Cioè se c'è una goccia di sangue in 999.999 gocce d'acqua, avviene la reazione. Con questa sostanza che può rivelare ogni traccia di sangue, un'impronta insanguinata di scarpa, piede o dita può aiutare a capire cosa è successo. In questo caso poteva essere stata lasciata una scia di sangue, invisibile a occhio nudo, che poteva rivelare agli investigatori la via di fuga dell'assassino. Si poteva capire quale porta aveva usato per uscire, se mai era uscito.
La faccenda del vestito non è mai stata risolta. Alcuni dicono che era celeste, altri blu scuro. Se gli investigatori fossero stati in grado di identificare e acquisire come prova il vestito che Lizzie aveva indossato quel giorno, sarebbe stato possibile svolgere un ulteriore esame su di esso per trovare eventuale sangue sulla stoffa e analizzarlo. Inoltre non ci sarebbe stato l'incidente della bruciatura del vestito: con il vestito in questione nelle mani delle autorità, la bruciatura di un altro vestito non avrebbe portato all'arresto di Lizzie.
I moderni investigatori avrebbero ripreso la scena del crimine con fotografie e/o videoriprese. Sapremmo esattamente cosa indossava Lizzie e come aveva reagito alla tragedia, ogni cosa sarebbe stata registrata come prova.
La determinazione dell'ora dei decessi fu praticamente tirata a indovinare. Gli esperti dell'epoca stabilirono che Abby era morta 1-2 ore prima di Andrew, basando questa conclusione su tre fattori: 1) il sangue di Abby era coagulato e quello di Andrew no; 2) il corpo di Abby era più freddo al tatto di quello di Andrew; 3) nello stomaco di Abby c'era una grande quantità di cibo non digerito, mentre quello nello stomaco di Andrew era ben digerito. Oggi, con la moderna tecnologia forense, le prove presentate non porterebbero alla stessa conclusione. Per prima cosa il fatto che il sangue di Andrew non fosse coagulato sarebbe considerato un evento sì insolito, ma non impossibile. Quando una persona muore improvvisamente e violentemente, il sangue diventa non coagulabile poco dopo la morte. In secondo luogo, oggi i patologi non ricorrerebbero al sistema del "tocco" per determinare la temperatura corporea. Verrebbe usato un termometro interno per misurare la temperature a intervalli di tempo. Inoltre delle ricerche hanno scoperto che la temperatura corporea in un cadavere scende molto lentamente nelle prime ore successive alla morte. Perciò la differenza delle temperatura dei due corpi, oltretutto presa a mano, avrebbe oggi scarso significato. E infine le persone digeriscono il cibo in modo diverso, quindi la quantità di cibo nello stomaco delle vittime non getta luce sull'effettiva ora della morte.
In base ai moderni esami forensi, Lizzie Borden sarebbe stata ritenuta colpevole dei crimini? In un processo simulato presieduto dai giudici Rehnquist e O'Connor della Corte Suprema degli Stati Uniti, una giuria composta da studenti della facoltà di Giurisprudenza di Stanford giudicò Lizzie Borden di nuovo non colpevole. Col risultato dei molti test odierni (campioni di sangue, DNA, formazioni pilifere ecc.)forse adesso avremmo una risposta precisa.

FONTE: "The Forensic Examiner", 14(4), 52-54
Traduzione di Chiara Guarascio

Bibliografia:
Akin, L.L. (2005). Blood Spatter: interpretation at crime scenes. The Forensic Examiner 14(2), 6-10.
Auito, R. (2005). Lizzie Borden took an ax. Da http://crimelibrary.com
Clark, D.M. (2005). How Lizzie Borden got away with murder. Crime Magazine, an encyclopedia of crime. Da http://crimemagazine.com



 

3 commenti:

  1. Chiaro, con le scarse prove a carico la sentenza non può che essere quella.
    Ma quante altre cose sarebbero probabilmente andate diversamente con le conoscenze che abbiamo oggi?.
    Fa ridere (e anche inquieta)il fatto che molte persone siano andate effettivamente a curiosare sulla scena del crimine ma d'altronde non avrebbe avuto senso preservarla all'epoca.

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