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sabato 12 giugno 2010


LA FALCONERIA


 

Sin dai primi insediamenti umani strutturati,la caccia è stato un modo di procurarsi cibo e nello stesso tempo attivare comportamenti sia di sfida competitiva tra soggetti o clan.

Ma per le sue specifiche modalità di attivazione e rituali insiti nella caccia stessa,questo comportamento sociale ha da subito assunto anche connotazioni ludiche.

Inoltre gli uomini hanno ,da sempre,cercato strumenti e modi ,per rendere la caccia agli animali ,più proficua o,insieme,più divertente.

L'uso del falco come mezzo sussidiario alla caccia,si perde nella notte dei tempi del genere umano.

Questa tecnica è accertata nell'antica Cina,in Mesopotamia ed in Egitto.

Fu nota anche a Roma dove,per altro ,non conobbe una evidente diffusione.

Il falco ,animale rapace ,potente,ma anche intelligente e addestrabile,era riconosciuto come animale sacro in molte cultura:nell'Egitto era icona addirittura di divinità.

Ma è nel Medioevo che la caccia con il falco assume caratteristica di usanza riconosciuta e largamente praticata.

Sin dall'alto medioevo si trovano documentazioni relative a questa pratica:in un editto del VI secolo d.c si vieta espressamente agli eclesiastici di praticarla.

Carlo Magno,quasi tre secoli dopo,nella sua legislazione,emette una legge che punisce chi ruba un falcone con una forte multa pecuniaria.

Si presuppone che l'incontro della cultura europea con la caccia con il falco,sia avvenuta attraverso il contatto con la cultura araba,popolo presso il quale era molto apprezzata,e proprio gli arabi si fanno intermediari tra la cultura della caccia della tradizione asiatica e la tradizione europea.

E' per merito dell'imperatore svevo Federico II(1194-1250)che addirittura la falconeria assurge al ruolo di scienza e diviene oggetto di studi.

Lo stesso grande imperatore,appassionato cultore dell'"arte"della falconeria ,redige un approfondito e curatissimo trattato,il "De arte venandi cum avibus".

Nel suo trattato Federico,dopo avere attentamente descritto le caratteristiche,le abitudini e le capacità dei rapaci,espone le tecniche di addestramento.

Nei secoli successivi la falconeria divenne passione,moda status symbol.

Vero è che se è esercitata da aristocratici ,re e principi,viene anche praticata dai più umili.

E' la bellezza e la capacità del falco che diviene indice di status symbol,in altre parole e facendo un paragone con la nostra cultura,era come guidare una Rolls o una Ferrari oppure un'utilitaria.

Gli uccelli più belli e capaci,allevati da esperti che si tramandavano l'arte di generazione in generazione,avevano prezzi elevatissimi.

Da un testo del 1400 apprendiamo che L'aquila reale è destinata solo all'imperatore,il Grifalco al re,il Falco pellegrino femmina ai principi,a duchi e conti.

Il falco pellegrino maschio,più piccolo,ai baroni,il Falco sacro al cavaliere e via cosi fino il piccolo Lodaiolo destinato ai paggi.

La falconeria è un'arte che conquista anche le donne:le dame possono avere in appannaggio il falco più piccolo ed elegante:lo Smeriglio per il semplice fatto che può essere tenuto senza difficoltà sul piccolo pugno di una dama.

I rapaci meno pregiati, come lo Sparviere, venivano usati dalle classi più umili che,a dire il vero,più della caccia praticavano il bracconaggio ed è da qui la connotazione di rapacità malvagia del povero sparviero.

Susanna Franceschi

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