Abbazia di San Galgano
L’abbazia cistercense di San Galgano è l’icona più forte della Val di Merse. Storicamente e architettonicamente è uno degli edifici religiosi più importanti del senese e costituisce l’espressione più autorevole in Italia dello stile gotico-cistercense.
I lavori per la costruzione dell’abbazia di San Galgano cominciano nel 1218. Da un punto di vista architettonico la regola cistercense prevedeva una spiccata sobrietà formale ispirata al rigore morale dell’ideale di San Bernardo.
Non a caso l’abbazia sorge nel luogo già santificato dalla presenza della cappella di Monte Siepi costruita alla fine del XII secolo dove aveva vissuto il giovane eremita Galgano Guidotti , morto nel 1181 e canonizzato nel 1185. Settant'anni dopo la prima pietra, l’abbazia veniva consacrata. Ma la vita dell’abbazia fu relativamente breve. Già nel Trecento una carestia (1329) e la successiva epidemia di peste (1348) segnarono il declino di questo insediamento monastico. Nella metà del XVI secolo cominciò materialmente la fine dell’abbazia quando venne venduta la copertura in piombo. Alla fine del ‘700 un fulmine esplode sul campanile, crollano le ultime volte del tetto e arriva il definitivo abbandono, nonché la sconsacrazione.
In realtà cominciava la storia dell’abbazia che possiamo ammirare oggi. Non ci sono più i monaci, non si recitano rosari, non c’è più un altare ma la sua mistica solitudine è impregnata di una spiritualità trasparente come il suo tetto di cielo. Nell’abbazia non c’è religione ma un forte senso religioso.
Nei pressi dell’abbazia l’eremo di Monte Siepi è il risultato di costruzioni successive (XIV secolo) intorno all’originario corpo a pianta circolare. Tra queste c’è sicuramente la cappella rettangolare affrescata poi da Ambrogio Lorenzetti tra il 1334 e 1336 con la storia di San Galgano.
’interno della cappella presenta motivi di grande interesse a cominciare dalla volta emisferica ad anelli concentrici in bicromia realizzati in cotto e travertino. La forma circolare simboleggia la volta celeste identificata nei concetti di perfezione e infinito per l’assenza di angoli e per l’equidistanza dal centro di ogni punto.
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