Nel mese di luglio dell'anno 1135 gli occhi dell'uomo medievale videro qualcosa che nessuno aveva mai visto prima d'allora.
L'abate Suger di Saint-Denis (uno dei più importanti centri monastici, nonché sacrario di tutti i re di Francia) durante la ricostruzione della sua chiesa abbaziale realizzò un'architettura nuova, un' "architettura di luce" sostenuta da mura sottilissime.
In quell'estate, a Saint-Denis, era nato un nuovo modo di concepire l'architettura: era nato l' Opus francigenum. l'Arte di Francia, il Gotico.
Ma com'è possibile che dalle mura tozze e massicce del Romanico, d'improvviso, sia potuto nascere un concetto così rivoluzionario di architettura che in pochissimi anni muterà radicalmente il gusto e l'estetica di tutta Europa? Dove trovarono i mezzi e le conoscenze architettoniche per realizzare edifici del genere, considerando che le tecniche costruttive romane erano ormai dimenticate da secoli?
L' opera di Suger non si può considerare come un fatto isolato.
Nulla nella Storia avviene per caso e le schematiche suddivisioni temporali che le imponiamo nascondono sotto la loro superficie una serie di sfumature infinite, infiniti passaggi: più la lente si avvicina e più essi si moltiplicano, come avviene per la materia e per l'atomo.
Il Basso Medioevo è un'epoca di grandi sconvolgimenti, rivoluzioni, sperimentazioni, riscoperte. Un'epoca in cui spiriti arditi si battono in favore dei diritti dell'intelligenza e si liberavano da concezioni tradizionali, rivendicando il diritto di giudizio e di critica. È in formazione una società nuova nella quale l'uomo si affranca, a poco a poco , dal potere feudale, laico e religioso, individuando propri rappresentanti che reclamano nuove libertà
Improvvisamente, nel XII secolo, il movimento di espansione accelera.
La crociata, la corsa dei cavalieri di Cristo alle ricchezze dell'Oriente, l'avventura favolosa, è un segno dello sviluppo. Ma ce n'è un altro meno clamoroso, più sicuro, inscritto nel paesaggio: è allora che si crea la sua fisionomia, visibile ancora oggi. Villaggi nuovi, campi floridi, vigneti e un nuovo attore che va impadronendosi del ruolo principale: il denaro. Sempre troppo raro perché se ne ha sempre più bisogno ovunque, a causa della vitalità di tutti i commerci.
I contraccolpi di questa crescita si ripercuotono su ogni livello dell'edificio culturale.
Il sentimento religioso muta, imponendosi la convinzione che il rapporto con Dio è affare personale.
Dall'Apocalisse lo sguardo scivola insensibilmente verso gli Atti degli Apostoli, verso il Vangelo.
Un tale mutamento di prospettiva si riflette sull'opera d'arte.
Figure di uomini ovunque, figure vere, coraggiose. La nuova arte del XII secolo è coraggiosamente libera.
Intanto fiumi di oro affluiscono nei forzieri dei regni d'occidente grazie allo slancio conquistatore nei confronti dell'infedele, grazie ai commerci delle Repubbliche Marinare.
Gruppi di chierici francesi seguono i cavalieri che stavano strappando la Spagna e la Sicilia al dominio musulmano; essi si gettano sui libri raccolti nelle splendide biblioteche di Toledo e di Palermo.
Così Parigi conosce la scienza degli antichi, Euclide, Tolomeo e i trattati di logica di Aristotele.
Così si afferma il metodo, da qui nascon i primi centri di ricerca e il pensiero di Abelardo: "Dal dubbio ci muoviamo alla ricerca, e attraverso la ricerca percepiamo la verità". Tutta la nostra scienza è uscita da li.
La luce di Cristo, dispensatrice di vita, comincia a uscire dalle cripte e a comparire all'esterno. Diffusa, profusa da ogni lato, in modo che l'universo sia dominato nelle sue dimensioni, spazio e tempo, fino alla fine del mondo. La Luce è lì, ora, nel presente.
La luce, il perpetuo irradiamento del dio luce diffuso su creature in cui, insensibilmente, la materia e lo spirito si confondono; questa idea è al centro dell'estetica di Saint-Denis.
Ciò conduce l'abate a ridurre quanto più possibile lo spazio dei muri, a renderli porosi, traslucidi; a sfruttare al massimo, per questo, la crociera ogivale, artificio di costruttori del nord che i cistercensi avevano già impiegato soltanto come mezzo per consolidare l'edificio.
Suger lo nobilita, lo rende protagonista, facendolo diventare la "chiave di volta" della nuova architettura.
In questo modo i raggi luminosi possono penetrare in abbondanza, e lui desidera che lo facciano in maniera trionfale, ornandoli di "splendide gemme". Gloria della vetrata.
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