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domenica 26 settembre 2010


La leggenda dell’ Ankou
Il rapporto dei Bretoni con la morte è profondamente influenzato dall’eredità celtica e avvolto da vari riti e leggende legate all’idea di trapasso.

L'Ankou è una rappresentazione della morte sottoforma di "figura scheletrica" tipica della cultura bretone. Tale immagine è molto diffusa in tutta la Bretagna.
La parola "Ankou" significa "angoscia", con questo nome viene indicato solitamente il fantasma della notte.


L'Ankou raffigura uno scheletro che sorregge una pala e una falce.
Se se ne avverte il rumore, o peggio, se lo si incontra, la morte è vicina. La porta dell’inferno freddo e nebbioso in cui l’Ankou attende i morti si trova al Yeun Ellez, nei Monti d’Arrée.

LA LEGGENDA:

Una sera di Natale Fanch ar Floch, un onesto artigiano, fu costretto a mandare la moglie e i figli da soli alla messa per poter finire un lavoro.

"Cerca almeno che la campanella dell'Elevazione non ti trovi ancora al lavoro", gli raccomandò la moglie. Ma era tanto il lavoro che il momento passò e l'uomo era ancora all'incudine.

Sopraggiunse allora uno sconosciuto, con un cappello a larghe falde e gli chiese i suoi servigi indicando una falce col manico storto. "Si tratta solo di un chiodo da saldare", insistette lo sconosciuto.
Fanch eseguì il lavoro e in un battibaleno la falce fu riparata.
"Non vi pagherò in denaro - disse allora lo sconosciuto -. Ma eccovi un avvertimento: andate a coricarvi e, quando vostra moglie tornerà, ordinatele di andare in paese a cercare un prete. Il lavoro che mi avete appena fatto è l'ultimo della vostra vita".
Così al canto del gallo Fanch ar Floch rese l'anima a Dio per aver riparato la falce dell'Ankou e lavorato durante l'Elevazione.
Altri racconti popolari raffigurano l'Ankou su una barca (la barca dei defunti). Si dice che è sconsigliabile vagare intorno alle coste del mare, dopo il tramonto, perché ci si potrebbe imbattere nell'Ankou. La figura è simile a quella di Caronte.
Un'altra leggenda identifica l'Ankou come il cocchiere della Morte che compare solo a coloro che perderanno il dono della vita entro l'anno.
Anche nel linguaggio parlato bretone esiste un modo di dire relazionato all'Ankou: "Non essere ancora pronto per l'Ankou" ovvero "essere lontano dal morire".

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