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domenica 21 novembre 2010


Dormi, amica Ibárruri. Riposa, compagna Pasionaria. Riposa, presidente. Sogna dolcemente, madre Dolores.
Da resistenze –

XXI anniversario della morte di Dolores Ibarruri

Dicono, Dolores, che sei morta. Sciocchezze. Vivi ancora in tutti quelli che ti amano e sono tanti! Pasionaria, non dimenticheremo mai il tuo esempio.

di David Arrabalí (Mundo Obrero)

Sono 20 anni che è morta la nostra presidente, Dolores, La Pasionaria.

È difficile definire il percorso di una donna dell’entità di Dolores Ibárruri, figlia del nascente movimento operaio dai primi fuochi dei grandi sconvolgimenti sociali di quel tempo nelle Cuencas Mineras. Questa ragazza divenne ben presto la “madre” di tutti i comunisti.

Dolores studiò per acquisire cultura e per un tempo accarezzò l’idea di fare la maestra, ma la sua vera scuola fu il partito. Da subito cominciò a scrivere opuscoli, articoli nei bollettini e nei giornali delle Cuencas Mineras. In quei primi anni, lavorò come ricamatrice, come domestica, sposò un minatore, conobbe la povertà, le lotte sociali e divenne una militante. Per lei, come per tanti operai, la Rivoluzione d’ottobre significò un avvenimento decisivo nella propria militanza.

L’affermazione di Dolores Ibárruri, che per molti anni fu militante di base nella nuova formazione comunista, arrivò dopo la dittatura con l’avvento della II Repubblica. Il 23 agosto del 1930, il partito cominciò a produrre un giornale settimanale chiamato Mundo Obrero, che si trasformò alla fine di quell’anno, in un quotidiano. La necessità di disporre di un organo di stampa, del quale allora il partito era sprovvisto, era urgente, per questo motivo Mundo Obrero si trasformò nell’organo di stampa del Partito Comunista di Spagna.

Dolores si trasferì a Madrid nel 1931 per lavorare alla redazione di Mundo Obrero, segno di grande riconoscimento alla sua dedizione e fedeltà; poco dopo entrò nel Comitato Centrale del Partito… Nella stampa comunista firma alcuni articoli come “La Pasionaria” e, dimostrando capacità come oratrice nei discorsi, comincia ad essere riconosciuta dagli operai.

Eusebio Cimorra, ex direttore di Mundo Obrero, scrisse nel suo libro “Un mito chiamato Pasionaria” che Dolores aprì il passo, con José Díaz, alla battaglia contro la concezione settaria e dogmatica del gruppo di Bullejos, che minacciava la trasformazione del partito in una setta. Quando José Díaz arrivò alla segreteria centrale del PCE, Dolores Ibárruri divenne una dirigente del Partito.

La nuova squadra della direzione comunista, con in testa José Díaz e Dolores Ibárruri, con quello che sarà la politica del Fronte Popolare, trasformerà il Partito Comunista di Spagna, PCE, in un partito di massa con sempre più influenza politica e sociale. E’ in quegli anni che nasce la leggenda della “Pasionaria” tra i lavoratori, nello sfondo privilegiato della rivoluzione sociale delle Asturie, nell’ottobre del 1934.

Seguirono periodi di carcere che fecero della sua immagine sociale l’incarnazione di una forza inusitata, che crebbe ulteriormente quando dopo gli eventi del 1934, si mise alla testa di dure manifestazioni. Nelle elezioni generali del 16 febbraio 1936, Dolores Ibárruri si presentò come deputata per le Asturie. La sua nomina non fu né casuale né arbitraria, poiché per anni lottò insieme ai minatori nelle battaglie per la dignità lavorativa e salariale ed in favore della libertà.

Il Fronte Popolare vinse e Dolores ne uscì eletta, insieme ad altri 16 compagni, come deputata della minoranza comunista… Nelle Asturie si batté per la liberazione dei carcerati della prigione di Oviedo, detenuti per aver partecipato alla rivoluzione di Ottobre del ‘34.

L’attivismo di questa donna straordinaria, durante la guerra civile e specialmente i suoi interventi a capo delle Mujeres Antifascistas, la trasformarono in un mito della rivoluzione. Il prestigio di questa comunista infiammò l’animo di poeti, come Rafael Alberti, Antonio Machado o Miguel Hernández. Ma si perse la guerra e Dolores dovette abbandonare il paese, esiliata in Francia e successivamente a Mosca.

Dopo la morte di José Diaz, Dolores Ibarruri fu eletta segretario generale del PCE, una carica ricoprì fino al 1960. A quell’epoca Dolori Ibárruri è già, senza dubbio, una delle figure più importanti del movimento comunista internazionale. Nel VI congresso, Santiago Carrillo sarà eletto Segretario Generale del PCE, mentre Dolores Ibarruri diventerà Presidente del Partito.

Dolores a Madrid

I più anziani ricordano ancora l’incontro che probabilmente ha riunito più gente in un atto politico e di cui lei era protagonista. In quell’incontro migliaia di spagnoli si trovarono per omaggiare il massimo simbolo del comunismo spagnolo, Dolores Ibárruri ed utilizzarono nello stesso tempo quell’occasione per il confronto sulla problematica di conquista della legalità.

Manuel Vázquez Montalbán ricorda che il fervore degli applausi e l’emozione delle lacrime si manifestavano con un’emotività collettiva trattenuta 38 anni, una necessità di riconoscere Dolores e, riconoscendola, fornirsi di un’identità; recuperare quello che si era tenuto nascosto per tanto tempo o dichiarato nella solitudine delle celle e dei commissariati.

Il Partito Comunista di Spagna, fu protagonista di una lunga ed implacabile battaglia contro la dittatura: non fu l’unico, ma il più costante ed il più soffocato dal franchismo. Dal 1939 fino a pasqua del 1977, trascorse 38 anni di clandestinità, durante i quali il partito fece tutto il possibile, riuscendo a creare una speranza di cambiamento democratico.

Dopo la morte di Franco e la fine della dittatura militare, Dolores ritorna dopo 38 lunghi anni di forzato esilio. L’accoglienza è un’apoteosi: dalle scale dell’aeroplano discende una donna, Dolores Ibárruri che ha già 80 anni, ma che conserva un’energia eccezionale. Dolores è un simbolo, è molto più che un mito.

È di nuovo eletta deputata delle Asturie nelle prime elezioni democratiche e presiede la prima sessione della Corte di Giustizia con Rafael Alberti, fatto che non venne condiviso da molti mentre a noi ed ai nostri genitori, rese felici. Le aspettative del PCE, tuttavia, rimasero disattese dai venti seggi che finalmente ottenemmo.

La Pasionaria non ha mai abbandonato la sua attività politica, partecipando ancora alle manifestazioni di solidarietà per le Madri di Plaza de Mayo. Dolores era una comunista di profonde convinzioni ed è stata una militante fino alla fine dei suoi giorni. Ci lasciò il 12 novembre del 1989 a Madrid, a 94 anni di età. L’abbiamo sepolta nel cimitero pubblico di Almudena , accanto a Pablo Iglesias…

Il funerale di Dolores fu il primo atto politico a cui, coscientemente, assistetti nella mia vita. Julio Anguita, pronunciò le seguenti parole, rivolgendosi direttamente alla Pasionaria:

“Dicono, Dolores, che sei morta. Sciocchezze. Vivi ancora in tutti quelli che ti amano e sono tanti! In ogni immagine di umana nobiltà, in ogni gesto di austera semplicità, in ogni parola che afferma la giustizia, in ogni voce di sonora rotondità. La tua immagine, i tuoi gesti, la tua parola, la tua voce…”

“Tu hai fatto dal tuo partito qualcosa di straordinario: l’hai trasceso, l’hai superato. Il tuo comunismo esemplare è esempio per tutti: per quelli che hanno alzato il pugno e per quelli che si sono fatti il segno della croce.”

“Ci hai insegnato una lezione politica: si è comunisti nella misura in cui si è per il popolo. Il partito non è organizzato per sé stesso, bensì per gli altri. Per questo il tuo partito è turbato e felice. Turbato per la grandezza della tua lezione che ci smuove fin dalla base. Felice perché si sente confermato nella sua sfida.”

“Davanti a te, presidente, raccogliamo il tuo ultimo insegnamento. Con la passione del cuore, Pasionaria, che tu hai messo nella causa dell’emancipazione umana. Con la serenità ordinata del pensiero e della riflessione. Il PCE, il tuo PCE, si riconosce in te e si impegna su tutto quello che ha dato senso alla tua vita di combattente. Saremo la forza politica comunista che i tempi esigono.”

“Donna, quanto hai fatto per le tue compagne. Donna, che esempio per donne e uomini. Donna, che roccia piena di tenerezza. Donna, che fragranza di fermezza. Dolores, è stata molto, molto e molto dura la tua battaglia. Socchiudi gli occhi e sogna nel tuo paese.”

“Dormi, amica Ibárruri. Riposa, compagna Pasionaria. Riposa, presidente. Sogna dolcemente, madre Dolores.”

da El Tribuno del Pueblo http://arrabali.blogspot.com
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

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