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martedì 9 novembre 2010
Il tempo di Edoardo VI (1547-1553)
Uno dei grandi “se” della storia inglese, fu presentato dalla prematura morte di Edoardo VI. A quel tempo, nessuno avrebbe potuto prevedere che il più grande monarca Tudor sarebbe stato la principessa Elizabeth, figlia della sfortunata Anna Bolena.
Le speranze inglesi per una forte monarchia s'incentravano nella sopravvivenza di Edoardo VI. Durante la sua minore età, nonostante il desiderio di Enrico che governasse un consiglio di ministri, il Duca di Somerset (zio di Edoardo) si proclamò Lord protettore. Continuò così la politica del re di operare cambiamenti religiosi promuovendo riforme protestanti.
Edoardo VI regna per sei anni, ed aveva solo sedici anni quando morì. Fisicamente fragile, intelligente e sincero, era ingenuo, ed inevitabilmente divenne lo strumento di consiglieri, in particolare il Duca di Northumberland, le cui motivazioni erano lungi dall'essere religiose.
Il regno di Edoardo si mosse decisamente in direzione del Protestantesimo. Gran parte della legislazione contro l'eresia fu abolita, e l'Inghilterra divenne un santuario per tutti i perseguitati d'Europa. Le Bibbie inglesi potevano essere liberamente stampate e lette.
Il libro di Cranmer “Il libro della preghiera comunitaria” (the Book of Common Prayer) del 1552, che andava oltre alla versione già fortemente protestante del 1549, presentava i sacramenti como essenzialmente un memoriale e venne reso obbligatorio in tutte le chiese e fu abolita la Messa latina. I Quarantadue Articoli del 1553, codificavano in termini irenici questi ed altri cambiamenti.
Questi atti coraggiosi incontrarono la resistenza di molte aree cattoliche del paese, per non menzionare l'Irlanda, per sempre fedele a Roma, e, a causa di questo, l'Irlanda fu sempre sospetta agli occhi inglesi, come centro di ribellione. In Inghilterra, i tentativi di imporre il nuovo Libro di preghiera, condusse ad una serie rivolta in Cornovaglia e nel Devon. A questo si aggiunse una sollevazione nel Norfolk contro l'aumento dei prezzi e le ingiustizie sociali. Come se non bastasse, egli coinvolse l'inghilterra in una guerra contro la Scozia, da sempre alleata alla Francia, riuscì a perdere in una battaglia, come pure fu deposto e condannato a morte. Sullo stato degli affari, Sir Thomas Moore considerava la lotta per l'influenza e il bottino fra le grandi famiglie dell'Inghilterra come niente di più che “una cospirazione di gente ricca che persegue solo i propri comodi sotto il pretesto d'aver titolo a governare la nazione”.
Dopo la morte del Somerset, però, il Paese su amministrato da un personaggio molto più abile, John Dudley, Conte di Warwick e Duca del Northumberland. Egli riesce a districare il Paese da una disastrosa guerra contro la Scozia, ritorna a Boulogne, in Francia e ristabilisce l'ordine sociale in Inghilterra. Ora il Protestantesimo diventa ufficiale con il nuovo Libro delle Preghiere del 1552 ed un nuovo Atto di Uniformità era passato.
Nonostante le inevitabili limitazioni, Edoardo era un cristiano sincero. Il suo regno vide poche esecuzioni capitali. Mary, la sua mezza sorella poteva avere la sua Messa ed il suo cappellano. Il vescovo cattolico-romano Stephen Gardiner, sebbene messo in prigione e privato della sua sede, poteva scrivere sei volumi di controversie teologiche.
Il malaticcio Edward, però, stava morendo.
Il Northumberland è molto preoccupato perché il legittimo erede al trono è Maria, l'unica figlia superstite di Enrico e di Caterina d'Aragona, una cattolica impegnata. Persuade così Edward a dichiarare Maria figlia illegittima e di nominare Lady Jane Grey come erede al trono (la nipote della sorella di Enrico VIII e sposata a suo figlio). La povera Lady Jane, timida e inadatta al ruolo, non era sostenuta dal Paese, che stava tutto dalla parte di Maria, una Tudor, e quindi, legittima sovrana.
Maria, così, giunge a Londra, acclamata dalla folla, per assumere il trono che le spetta.
SFB
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