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domenica 16 gennaio 2011
Danza popolare .
Le danze popolari e i balli tradizionali.
La musica e la danza popolare: dalle origini della civiltà umana, fino all'età moderna, la danza ricopre una funzione rituale importantissima, come se assumesse un carattere sacro.
Per l'antichità latina si ricorda il “carmen saliare”, che i sacerdoti Salii cantavano danzando in una processione propiziatoria.
Per il medioevo, oltre la “ruota” e le altre danze angeliche del Paradiso dantesco, ricordiamo che la tradizione di ballare in chiesa era comunissima anche nel Trecento.
Ormai, però, i residui di questa tradizione vanno rapidamente sparendo o attenuandosi : le danze, invece che dentro la chiesa, si fanno ora sul sagrato, all'aperto, oppure durante la processione.
Tra le forme caratteristiche più antiche, ancora oggi vive nella tradizione popolare italiana, indichiamo innanzitutto il “ballo-tondo” o danza in “cersa lo jus prima”.
Oltre alla bella mugnaia nel Carnevale d'Ivrea, ricordiamo la “locherà” di Rocca Grimalda (Alessandria) ispirata a questo motivo.
Ma senza dubbio, i balli popolari più noti sono le danze di corteggiamento, a cui partecipano varie coppie con una serie di figure che simboleggiano la vicenda amorosa dai primi approcci fino alle nozze: vi appartengono la “tarantella napoletana”, il “saltarello” diffuso dall'Italia centrale fino all'Emilia, il “trescone”, la “monferrina”, la “furlana”, la “pavana”, la “bergamasca”.
Tutti rivelano l'originaria funzione propiziatoria che s'incentra nell'unione dei due motivi: i salti e le nozze.
Si ricollegano a questo gruppo le “danze di gruppo”, che hanno il preciso scopo di far partecipare il maggior numero possibile dei presenti alla festa; ricordiamo alcune danze “discese” tra le classi popolari da ceti più alti, come la “quadriglia”.
Il “ballo della tarantola”è una danza a scopo terapeutico, che viene ballato specialmente in certi paesi della Puglia, in forma di eccitato isterismo da chi è o si crede morso dalla tarantola, ragno ritenuto velenoso.
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