giovedì 17 febbraio 2011
Margherita Marsili la Rossellana.
La toscana che dominò il Sultano
La villeggiatura
Margherita Marsili, detta "la bella Marsilia" o anche "la Rossellana" per via della fluente chioma rosseggiante, di quel rosso tiziano così di moda ai giorni vostri, tanto che anche chi non ce l'ha se lo fa lo stesso, come si vede in televisione, il 22 aprile del 1543 non aveva ancora sedici anni, ma era già una splendida ragazza che probabilmente pensava già al suo non lontano matrimonio, visto che a quei tempi le cose andavano per le spicce e che fra guerre, lotte, duelli e scaramucce i maschi dell'epoca non avevano tempo da perdere in fidanzamenti e altre quisquilie del genere.
Era senese ma quel giorno si trovava ancora in Maremma con i familiari per le vacanze pasquali, dove babbo Giovanni possedeva una casetta di una ventina di stanze, la rocca di Collecchio appunto, niente di impegnativo, solo una seconda casa al mare per la villeggiatura e per qualche weekend durante l'anno quando il tempo lo permetteva. Tuttavia l'indomani o, al massimo, dopodomani, tutta la famiglia sarebbe dovuta rientrare a Siena a causa di improrogabili impegni mondani: i Marsili erano una famiglia in vista ed avevano organizzato una grande giostra di primavera alla quale avrebbero partecipato anche i fratelli di Margherita.
Era sera e i familiari stavano per andare a dormire. Margherita si era attardata su una delle torri a guardare la luna che si rifletteva sul mare calmo mentre l'aria profumava di corbezzolo e di rosmarino che abbondavano fra i monti dell'Uccellina. Quelle voci sullo sbarco di pirati saraceni sulla costa a sud che aveva sentito nei giorni precedenti l'avevano un po' preoccupata ma non voleva pensarci: a Siena sarebbe stata comunque al sicuro e poi i pirati erano probabilmente ancora impegnati giù a Roma, come al solito. Volgendo lo sguardo verso la spiaggia, però, scorse improvvisamente una serie di fiammelle sulla spiaggia...
L'assalto
Ser Giovanni, avvertito dai famigli, stava precipitosamente chiamando a raccolta e armando tutta la servitù, oltre che i figli e gli altri ospiti della rocca, preparandosi a respingere l'attacco dei turchi che avanzavano verso il Collecchio da Cala di Forno. La scia di fiaccole lungo il crinale della collina si faceva sempre più vicina; al chiarore si potevano distinguere i turbanti rossi e i larghi mantelli degli invasori.
Guidava la carovana l'ammiraglio della flotta saracena Kayhr-el-Din, detto il Barbarossa o anche Ariadeno dal popolino toscano, conosciuto e temuto su tutto il litorale per la sua audacia e la sua ferocia, responsabile di aver messo a ferro e fuoco varie località della costa, da Porto Ercole all'Isola d'Elba. Dove non trovava oro o preziosi, le sue prede preferite erano giovani robusti che potevano essere venduti sui mercati orientali degli schiavi o ragazze giovani e belle destinate agli harem dei potenti. Insomma, una specie di gran farabutto, di nemico pubblico n. 1, di terrorista pericoloso, insomma di un Bin Laden ante-litteram, impegnato nella guerra di corsa per conto del sultano di Costantinopoli Solimano II il Magnifico.
Ser Giovanni e i suoi vennero presto sopraffatti dagli assalitori che sfondarono le porte e irruppero nella rocca. Margherita, in catene, fu trascinata via sulla nave mentre giurava a suo padre e ai fratelli che li avrebbe vendicati. I capelli sembravano ancora più rossi al fuoco delle torce e si confondevano con la barba di Ariadeno mentre questi, soddisfatto dell'insperata preda, già pensava a come trarne il massimo beneficio. Era roba da re, quella! Le donne di carnagione chiara, bionde o rosse, erano ricercatissime negli harem e poi quella ragazza era anche giovanissima. Un bel bocconcino che il Gran Visir avrebbe certamente apprezzato!
Il serraglio
Ibrahim Pascià, Gran Visir di Solimano II, ricevuta in dono Margherita (si fa per dire, perché Ariadeno, come del resto si aspettava, fu lautamente ricompensato), l'avrebbe volentieri tenuta per sé, giusto per togliersi qualche piccola soddisfazione ogni tanto, ma, vista la qualità e la rarità della merce, giudicò più produttivo per la sua carriera arruffianarsi, ehm no... ingraziarsi, la benevolenza del Sultano come antidoto per i potenziali concorrenti alla carica.
E d'altra parte, visto che le elezioni da quelle parti non erano ancora state inventate, cosa c'era di meglio di una benedizione "sultanica" per restare Gran Visir a vita? Quando poi col tempo si fosse stancato, avrebbe sempre potuto fondare un club, i Sempreverdi, e dall'opposizione si sarebbe divertito a smoccolare sempre contro tutto e tutti, rompendo magari le p... ehm, scatole ma godendo comunque di un ascolto inversamente proporzionale al numero dei soci.
Ibrahim, quindi, omaggiò Solimano II con la Rossellana. Non è dato sapere se Margherita fosse o meno soddisfatta di questa promozione sociale ma probabilmente unico suo pensiero allora era di riuscire a vendicare la sua famiglia, anche se non sapeva ancora come. Fatto sta che il Sultano si mostrò invece entusiasta di quel bel regalino, dei suoi capelli rossi e della pelle chiara, così rara dalle parti di Costantinopoli e cadde, come si dice, perdutamente innamorato di Margherita.
La vendetta
Margherita entrò così a far parte dell'harem del Sultano ma poiché quando a questi prendeva il ghiribizzo, lei non era invece così entusiasta di soggiacere alle sue voglie, ecco la pensata geniale: si fece nominare da Solimano favorita ufficiale, pensando bene che le cose riescono meglio se si collabora in due a farle e che una mano lava l'altra e che se tu dai una cosa a me e insomma ogni botte dà il vino che ha.
Non so se la Rossellana fosse rimasta particolarmente lusingata da quel trattamento; gli è tuttavia che da allora cominciò a lavorarsi Solimano sotto sotto (no, non sotto le lenzuola o almeno non solo sotto di esse, voglio dire). In poco tempo riuscì a far fuori le ex-colleghe e quindi, facendo credere al Sultano come dalle parti di Toscana certe cose fossero consentite alle ragazze dabbene solo nel talamo coniugale, si fece sposare, divenne la Sultana di Costantinopoli e convertì lo sposo alla monogamia.
Non contenta, poco alla volta mise in condizioni di non nuocere anche i figli che Solimano aveva avuto dalle precedenti concubine. Il maritino lasciava fare visto che era impegnato in cose ben più importanti: in pochi anni, mettendocisi proprio d'impegno, riuscì a regalare alla Rossellana quattro figli; poi, esausto per la soddisfazione o lo sforzo, schiattò e così usò anche la cortesia di togliersi di mezzo.
Il maggiore dei ragazzi, Selim, salì al trono di un impero sterminato assicurando alla discendenza di Margherita onore e potenza per molti secoli. A suo modo la Rossellana aveva portato a termine la vendetta: da allora in poi i sultani turchi, per secoli e secoli, sarebbero discesi tutti da una ragazza di Siena...
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bellissima storia
RispondiEliminabella storia ma fa cilecca, Margherita non è Rosselana, che tra l'altro era o ucraina o russa.
RispondiEliminaPunto uno: Ibrahim Pascià è morto nel 1536, o è tornato in vita apposta per comprarla o Margherita non è stata comprata da lui.
Punto due: Rosselana era detta così perchè originaria della Rutenia rossa, non per il colore dei capelli.
Punto tre: Non ci sono prove che Solimano abbia spsoato Rosselana, è solo un ipotesi in quanto Rosselana non era mussulmana nè mai si convertì.
Punto quattro: Rosselana diede al marito cinque figli, non quattro, quattro amschi e una femmina, la quale sposò il successore di Ibrahim Pascià, Rustem Pascià.
Punto cinque: il primogenito di Rosselana non è Selim II ma sua sorella Mihrimah Sultana.
Non nego che Margherita non sia stata portata a Istanbul, solo che non è lei Rosselana, ma Alexandra Anastasia Lisowska