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lunedì 7 marzo 2011


Il NETTARE DELL'IMMORTALITÀ DI GOBHNIU IL FABBRO (2 parte)
Secondo le descrizioni, questi esseri avevano la pelle chiara ed erano di grande bellezza. Molti divennero eroi del Fianna, una grande forza combattente dell’Irlanda, composta da guerrieri scelti comandati da Finn Mac Cuhmail, presentato sia come un gigante che come un eroe. Sua moglie era una dea cervo e gli diede un figlio di nome Oisin che aveva lo stesso potere materno di mutare forma. (Come Manannan, quindi una capacità comune ad alcuni di loro.) Oisin è protagonista tra l’altro di una storia che molto ha a che vedere con i fenomeni di missing time, tipici di molti rapimenti, tra cui quello del caporale Valdés dell’esercito cileno. Oisin andò nella "Terra della Giovinezza" per sposare Niave, una principessa di quelle terre. Visse con lei per tre anni nell’altromondo, ma poi sentì la nostalgia degli altri Fianna. Ritornò a casa sul cavallo magico di Niave e scoprì che erano passati centinaia di anni e i Fianna non erano altro che leggende quasi dimenticate. Si imbatté in un vecchio caduto in un fossato e mentre lo stava aiutando ad uscirne, la cinghia della sua sella si ruppe. Non appena toccò il terreno, Oisin divenne vecchissimo e il cavallo se ne volò a casa. Questa è la storia che lui stesso - o almeno un uomo che affermava di essere Oisin - raccontò circa duecento anni fa. Sull’isola regnò anche l’eroe Lugh, Dio del Sole, giovane, forte e radioso, dai capelli d’oro, a volte denominato "lo Splendente". Vale, qui, il parallelo fra Lugh e gli ET cosiddetti "Nordici". Un altro Dio dei Tuatha De Danann, spesso associato a descrizioni di razze aliene "recentemente" in visita sulla Terra è Cernunnos, dio della natura, dello sciamanesimo, degli animali e della reincarnazione, conosciuto presso i druidi anche come Hu Gadarn. Indossa di solito il Torc (ornamento circolare celtico) e governa anche sul Mondo Sotterraneo e i Piani Astrali. I figli di Danu sono conosciuti anche come "Gli Eterni", perché erano a parte del segreto dell’immortalità. Celebravano una Festa dell’Età, con la quale nessuno diventava vecchio, dove si beveva la birra di Gobhniu il fabbro. Non deve sorprendere l’accostamento dell’immortalità con un dio della metallurgia. L’arte del fabbro era tenuta in grande considerazione dagli dei: egli era in contatto con le sottili forze telluriche e magmatiche della Terra, i cui flussi lavici rappresentavano il mestruo della Dea, apportatrice di vita e dell’immortalità. Inoltre, le armi forgiate da Gobhniu non avrebbero mai mancato il bersaglio. Gobhniu sopravvive nelle fiabe popolari irlandesi con il nome di "Gobhan Saor", il leggendario architetto e costruttore di ponti d’Irlanda. Negli antichi manoscritti irlandesi "Il libro di Leinster" e "Il Libro di Dun Cow" gli appartenenti alla razza dei Tuatha De Danann vengono descritti come "dei e non dei", indicando che essi sono di fatto una via di mezzo. Comunque, coloro che seguono la via faerica irlandese, una tradizione ancestrale, hanno sempre riconosciuto l’esistenza di un potere superiore. Detto questo, è comunque indubbio che i Tuatha De Danann fossero trattati come "dei che vivono tra di noi".

LA VISIONE DI SAN PATRIZIO
È importante notare come i Celti considerassero i loro dei come un’altra forma di vita, non superiore o migliore di loro o delle loro famiglie. Le parole "Dio" e "Dea" hanno un significato ben diverso da quello che si intende presso altre popolazioni. Non venivano adorati, come si fa in altre religioni. Erano rispettati e ammirati in quanto capaci di compiere prodigi impossibili agli umani e non perché fossero esseri divini. Erano di carne e ossa, "reali". Di fronte all’opera distruttiva della chiesa romana nei confronti dei pagani e degli elementi pagani della chiesa celtica, la gente ha dovuto trovare dei metodi per preservare le proprie tradizioni, nelle maniere meno offensive possibile, fra cui le leggende delle "fate" e degli "eroi". Le divinità celtiche sono viste in modi diversi, ma spesso come coloro che governano il mondo fatato, popolato anche da spiriti di diversa natura e dalle anime dei morti. Forse nessuno saprà mai veramente se i Celti abbiano visto davvero gli dei, ma a tutt’oggi in molti venerano il popolo fatato quali dee e dei, specie nelle nuove religioni Wiccan e Asatrù. Così, anche se non fossero state divinità allora, lo sono diventate adesso.
Nei primi manoscritti irlandesi, provenienti da più antiche tradizioni orali, ci sono dei riferimenti ai Tuatha De Danann. Oltre a descriverli come una via di mezzo tra umani e dei, si dice che venissero dal cielo e avessero conoscenza e intelligenza illimitate. Erano dei di un popolo che considerava il Regno della Terra, il Regno dei Misteri e il Regno dello Spirito di uguale importanza. La fede nei Tuatha De Danann era così forte che neppure la religione cristiana poté rimuoverla. In un dialogo che avviene tra San Patrizio e il fantasma di Caeilte del Fianna, Patrizio è sbalordito nel vedere una donna fatata uscire dalla grotta di Cruachan indossando un mantello verde e una corona d’oro sulla testa. La donna è giovane e bellissima, mentre Caeilte è vecchio e consunto. Quando Patrizio - comprensibilmente sconvolto - ne domanda la ragione, Caeilte gli risponde: "Lei appartiene ai Tuatha De Danann che sono immutabili, e io appartengo ai figli di Mil, che deperiscono e svaniscono." Una testimonianza abbastanza credibile, vista la provenienza "ortodossa". I figli di Mil sono una popolazione celtica che conquistò l’Eire nel corso della quinta invasione dell’Irlanda. Dopo essere stati sconfitti dai gaelici, i figli di Danu - i Tuatha - si ritirarono nelle colline cave, i monti Sidhe situati sottoterra, dove vivrebbero tutt’oggi. Bodb Dearg (Bodb il Rosso), figlio maggiore di Dagda, fu scelto per essere il loro re. Si dice che fosse esperto in incantesimi e misteri. Alcuni degli dei furono contrari alla scelta di Bodb, specialmente Midir, un altro figlio di Dagda. Midir l’Orgoglioso era il Dio gaelico del mondo sotterraneo e signore della morte e della resurrezione. Sulla sua isola magica, che per alcuni sarebbe l’isola di Man, aveva tre mucche magiche e un calderone incantato. Nelle leggende è descritto come un nobile principe di grande splendore e bellezza. Alcuni sostengono che i superstiti dei Tuatha De Danann divennero una razza chiamata Sidhe. Altri credono si tratti di due distinte razze. E si fa anche una distinzione tra i Sidhe che si vedevano camminare sul terreno dopo il tramonto e gli Sluagh Sidhe, le armate magiche che viaggiano attraverso l’aria di notte e di cui si dice che portino via i mortali nei loro viaggi. Ci sono anche i Sidhe guardiani della maggior parte dei laghi irlandesi e scozzesi.

BRIGADOON, L'ALTROMONDO E LA MADRE UNIVERSALE MORRIGAN
Queste categorie così differenti di esseri Sidhe combaciano con le testimonianze di chi ha visto - e classifica - i Sidhe in spiriti del legno, spiriti dell’acqua, dell’aria e così via, spiriti elementali per ogni luogo. Lough Gur, a County Limerick, è un posto veramente magico, dove si possono incontrare molti dei re e delle regine Sidhe d’Irlanda. Il lago si trova all’interno di un cerchio di colline, ma una volta ogni sette anni appare come una terra asciutta, dove si può trovare un’entrata alla "Terra della Giovinezza". Strano ma vero, anche nel musical americano "Brigadoon" (di Vincente Minnelli, MGM, 1954) si parla di un luogo fatato che appare un giorno ogni cento anni terrestri tra le nebbie scozzesi. Coincidenza? Tutte le popolazioni che sono succedute ai Tuatha De Danann hanno pensato che i loro monumenti megalitici fossero passaggi per "l’Altromondo". Nel ciclo mitologico si dice che in quell’epoca le persone avessero poca paura della morte in quanto veniva loro insegnato che l’anima non moriva, ma andava in altri luoghi, sempre in fiore, ricchi di cibo e di bevande in abbondanza e dove la gioventù e la salute erano assicurate. È normale che per una popolazione spiritualmente avanzata come quella dei Danann non mancassero controparti femminili a tutte le grandi divinità maschili. La principale era Dana: per coloro che seguono la fede celtica irlandese Faerica, Dana (Danu) è l’aspetto primario del divino, superiore a tutti gli altri dei. È un’energia femminile ma contiene il maschile. È sia una dea che un dio. Dana è la grande Madre di tutti gli dei e le dee del Pantheon celtico, la Rossa Madre di Tutti, la madre ancestrale dei Celti irlandesi, che probabilmente esisteva sull’isola in una forma precedente chiamata Anu, la Madre Universale. C’è chi vede un parallelo tra la dea Dana irlandese e la Llys Don gallese, termine con cui comunemente si indicava la costellazione di Cassiopea. La Morrigan rappresentava invece l’aspetto oscuro della triplice Dea. Una strega con un sorriso demoniaco, composta da tre parti: Danu, Badb, che prendeva la forma di uccello, con la bocca cremisi, e decideva delle battaglie con la sua magia, con una grande brama per gli uomini; Macha, il Corvo, che si nutre delle teste dei nemici uccisi e domina i suoi uomini tramite l’astuzia e a volte con la forza. Altri aspetti della Morrigan: Medb, che acceca i nemici con la sua sola presenza e ha bisogno di trenta uomini al giorno per calmare il suo appetito sessuale e Scathach, "Colei che incute timore", dea delle arti marziali e della profezia. Questo era l’aspetto distruttivo della Dea Oscura, grande guerriera e maestra di spada, nativa dell’isola di Skye, istruttrice di Cuchullain. Qualità che confermano il motivo per cui i Celti adoravano questi esseri, in quanto non solo divini. Un gran bel popolo i Tuatha De Danann: abili guerrieri, tanto che anche i loro discendenti (Celti irlandesi e scozzesi) hanno mantenuto la fama (meritatissima!) di combattenti imbattibili e sanguinari e allo stesso tempo difensori della Natura in quanto Madre, sciamani, maghi e druidi in grado di interagire con gli Elementi.

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