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domenica 8 maggio 2011




Sisto IV fra banchetti e diete,estimatore di Torquemada,afflitto da nepotismo,grande venditore di indulgenze e creatore della festa dell'8 Maggio





Sisto IV (1414-1484)
La vita di Francesco della Rovere sembra snodarsi tra politica, lusso, tavole imbandite, abbuffate e digiuni. Questo è il Papa che, pur avendo inventato l’Inquisizione, trasformò Roma in una vera capitale del Rinascimento.
Sisto IV, nonostante i lussi della sua corte, non fu un assiduo mangiatore, ma un patito di diete, al punto che gli esperti medici erboristi dell’epoca gli dedicarono trattati di grande interesse.
In realtà il Papa, protettore degli umanisti, appoggiava vivamente sia produzioni d’opere morigerate che pubblicazioni inneggianti voluttà e lusso come quelle del Platina.
Sisto IV esigeva l’organizzazione di grandi banchetti per le occasioni ufficiali, con pasticci in crosta e piatti a base di carni pregiate, come cervo, daino, beccafico, fagiano, pernice. Fra le sue feste celebri, oltre a quella in onore di Eleonora d'Aragona, c’è anche la cena offerta al Duca di Sassonia dopo una stupefacente battuta di caccia.
Dagli eccessi d’abbondanza gastronomica di Sisto IV, passiamo alle sue altrettanto eccessive diete a base di verdure, latticini o baccalà. Egli era estimatore del consumo d’erbe dolci o amare, fresche o bollite, e dell’uso dei formaggi (piacentino o marzolino) a scapito delle carni portatrici di gotta.
Questo Papa, consigliato dai suoi terribili nipoti, per ingraziarsi la plebe affamata rinnovò anche i fasti delle celebrazioni per strade del carnevale, con l’offerta di cibo e lo svolgimento di una corsa rodeo consistente nel catturare due maiali lustri, lavati e profumati.
Il mecenatismo e lo sperpero di denaro fatto per imprese guerresche velleitarie, come la Crociata contro i Turchi, ridussero le casse di Sisto IV a un tale deficit che i generi di prima necessità andarono alle stelle, costringendo i fornai a tenere in bottega una guardia pontificia con l’alabarda, al fine di sedare gli eventuali
tumulti.
In seguito si impegnò nell'aggressione del Ducato di Ferrara da parte dei Veneziani, che egli incitò all'attacco nel 1482, determinando l'inizio della Guerra del Sale. Il loro assalto combinato venne bloccato da un'alleanza tra gli Sforza di Milano, i Medici di Firenze, e il re di Napoli, suo alleato ereditario e di solito braccio forte del papato. Per essersi rifiutata di desistere dalle ostilità che egli stesso aveva istigato (e per essere una pericolosa rivale alle ambizioni papali sulle Marche), Sisto pose Venezia sotto interdizione fino al 1483.

Sisto acconsentì all'inquisizione spagnola, emanò una bolla nel 1478 che istituiva un inquisitore a Siviglia, sotto pressione politica di Ferdinando II di Aragona, che minacciava di ritirare l'appoggio militare del suo Regno di Sicilia. Cionondimeno, Sisto discusse su protocollo e prerogative della giurisdizione, fu scontento degli eccessi dell'inquisizione e prese misure per condannare gli abusi più plateali nel 1482. Nelle questioni ecclesiastiche, Sisto IV istituì la festa (8 dicembre) dell'Immacolata concezione della Vergine Maria e annullò formalmente (1478) i decreti riformisti del Concilio di Costanza.

Contro Sisto IV furono scritte diverse pasquinate, tra le quali la più velenosa è questa:

Sisto, sei morto alfine: ingiusto, infido, giace, chi la pace odiò tanto in sempiterna pace.
Sisto, sei morto alfine: e Roma ecco in letizia, che te regnante, fame soffrì, stragi e nequizia.
Sisto, sei morto alfine: tu di discordia eterno, motor fin contro Dio, scendi nel cupo inferno.
Sisto, sei morto alfine: in ogni inganno destro, in frodi, in tradimenti altissimo maestro.
Sisto, sei morto alfine: orgia di sozzi piant iti dan ruffian, cinedi, meretrici e baccanti.
Sisto, sei morto alfine: obbobrio e vitupero del papato, sei morto alfine, Sisto, è vero?
Sisto, sei morto alfine: su, su, gettate a bran le scellerate membra in pasto ai lupi e ai cani!

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