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martedì 28 giugno 2011


Lettera che Lady Jane Grey, già Regina d’Inghilterra, inviò alla signora Caterina Grey, sua sorella, scritta due giorni prima di essere giustiziata,e allegata ad un suo Nuovo Testamento greco mandatogli in dono.
Qui tu hai, carissima sorella, un siffatto libretto, il quale, benché d’oro adornato non sia, non è tuttavia che non si debba anteporre all’oro ed a tutte le più preziose gioie, se diligentissimamente tu lo anderai ben ben considerando dentro di te stessa. Infatti, esso contiene la legge del tuo Signore Iddio e quest’ultimo ed estremo Suo testamento, che dovendo Egli morire, a noi miseri raccomandò con tanta diligenza. Se con quella mente e con quel proposito che tu debba, cotal testamento tu leggerai, e con quella diligenza e vigilanza d’animo che bisogna, scolpito lo terrai nella memoria, esso ti aprirà e mostrerà la strada che alla vita eterna conduce. Ti insegnerà finalmente a come ordinare la tua vita e come altresì bisogni morire.

Laonde un più grande e felice patrimonio t’è per venire, di quel che l’eredità de le possessioni dell’afflitto e calamitoso tuo padre, mai ti fosse potuto. Siccome di quello erede, e dei suoi beni saresti stata, se vissuto egli fosse: così anche se sollecitamente tu riceva questo testamento, e come tu debba la tua vita ben ordinare in quello che cerchi. Assicurati d’aver a essere erede di siffatte ricchezze, che né gli avari te lo potranno cavar di mano, né i ladri rubare, né le tignole consumare.

Con ardente desiderio, insieme con il divino cantore (ottima sorella mia) procura d’intendere e conoscere la legge del tuo Signore Iddio, e tutto il tempo della tua vita attendi con diligenza e sollecitudine a quella, affinché piamente tu muoia: che facendolo, la morte un largo ed agevole cammino alla vita eterna ti sia. Né ti pensar, sorella mia, che per essere tu fanciulletta, e di pochi anni, tu possa aspettar per ciò di vivere lungo tempo. Che quando così pare a Dio ottimo massimo, tanto presto muoiono i bambini quanto i decrepiti. E’ necessario, dunque, che tu impari come tu debba morire. Disprezza le delizie del mondo, fuggi le insidie ed i lacci di Satana, e schiva gli allettamenti della carne. Fa’ che tutta la tua speranza e consolazione, sia posta e ferma nel Signore, e che tuoi peccati, dolore e pentimento, e non disperazione ti rechino. La fede partorisca in te la fiducia, e non una temeraria audacia. Prega con Paolo, di poterti dipartire dalla prigione di questo corpo, per andartene a morire con Cristo; appresso il quale la stessa morte si mostra la vita. Segui le orme di quel buon servo evangelico, e fa che a mezzanotte tu sii desta, affinché la morte, quando essa verrà, e come ladro entri di notte, a giacere non ti trovi ed addormentata come il servo cattivo.

Fa’ che, come alle stolte donnicciole, a te non manchi l’olio, affinché tu non venga chiusa di fuori, ovvero cacciata via come colui che entrò al convito, senza la veste da nozze. Tutta la tua gloria e la tua speranza sia in Cristo, si com’è la mia, ed essendo tu detta cristiana, nelle orme di Cristo, cui ti sei consacrata, ti bisogna star salda. La croce ti fa mestiere prendere, ed i tuoi peccati mettere sulle spalle di Cristo e con sollecitudine, diligenza abbracciarlo.
Non ti accada che tu pianga la mia morte, anzi, tu devi rallegrartene con me, perché in quella metter giù debbo la corruzione e l’incorruttibilità prendere. Io sono certissima che invece della perdita di questa caduca e mortale vita, io riceverò quella vita che in nessun modo si può perdere. La qual vita io prego l’Iddio ottimo massimo, che ti conceda; e donati tanto de la Sua grazia, che in ogni tempo il Suo timore ti stia dinanzi agli occhi, e finalmente che nella fede di Cristo la tua vita finisca.

Da questa fede, sorella mia, che ne veruna speranza di vita, né veruna paura di morte non ti stanchi. Che se la difesa della verità, per vivere lungo tempo in questo mondo, tu abbandoni, Cristo stesso ti rinnegherà dinanzi al Padre, ed i tuoi giorni scortati saranno. Ma se, al contrario, ti appoggi a Cristo, né da quello svellere ti lasci, prolungati ti siano i termini della vita, si che tutte le cose avranno buona riuscita, perché a te gran consolazione e a Lui gloria verranno.

Alla qual gloria me al presente, Iddio ottimo massimo, e te anche, sorella mia, per l’avvenire, quando a Lui piacerà, conduca. Sta sana, carissima sorella, e fa che tu ponga in Cristo tutta la tua fiducia, perché da Cristo aspettar si deve ogni salvezza.
Dalla Torre di Londra, il 10 di febbraio, l’anno del Signore 1554.
Tua sorella, che sinceramente t’ama. Jane Gray.

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