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lunedì 8 agosto 2011


Nel 1534 il clero inglese fu chiamato a prestare un giuramento di supremazia che riconosceva il sovrano inglese come capo della Chiesa nel territorio del regno. Ad eccezione dei Santi Tommaso Moro e Giovanni Fisher, dei monaci certosini e degli osservanti francescani, pochi altri si opposero immediatamente a questo tradimento nei confronti del papa. Gli abati di Glastonbury, Reading e Colchester prestarono tutti giuramento assieme ai loro monaci, sperando di poter così proteggere i loro antichi monasteri dalla tirannia del re, ma tutti e tre raggiunsero un punto di non ritorno quando s’intensificò la soppressione degli ordini monastici.
Glastonbury occupa un posto unico tra i centri spirituali europei e per lungo tempo fu una speciale meta di pellegrinaggi. La morte dell’ultimo abate Richard Whiting, del tesoriere e del sacrestano, durante il regno di Enrico VIII, si colloca in un periodo ben documentato della sua storia. Riccardo Whiting era nato a Wrington nel Somerset, forse dopo il 1460, e fece i suoi studi a Cambridge, probabilmente al Magdalene College. Diventò ben presto monaco, si laureò nel 1483 e ricevette l’ordinazione presbiterale nel 1501. Fece poi ancora ritorno a Cambridge, ove conseguì il dottorato nel 1505. Per alcuni anni fu cappellano nel monastero di Wells e nel 1525 il cardinale Wolsey lo designò nuovo abate, alla morte dell’abate Bere. La lettera contenente il mandato d’incarico, firmata anche da San Tommaso Moro, lo descrisse così: “un monaco retto e devoto, uomo discreto e provvido, sacerdote encomiabile per il suo stile di vita, le virtù e l’erudizione”.
Nel 1535, in seguito all’Atto di Supremazia, gli ispettori regi visitarono Glastonbury e, constatando come i monaci fossero assolutamente innocui, questi furono rassicurati sul loro futuro. Ma in seguito sopragiunse la soppressione dei monasteri e nel Somerset l’ultimo a sopravvivere fu proprio Glastonbury. Qui gli ispettori giunsero nel 1539, sequestrando vari documenti tra i quali un libro contro il divorzio del re, alcune copie delle bolle pontifice ed una Vita di San Tommaso Becket. Interrogarono inoltre l’abate Riccardo che, rifiutando le accuse rivoltegli e dichiarando apertamente “la sua opinione devastante e traditrice contro la Maestà reale e i suoi successori”, fu rinchiuso nella Torre di Londra.
Thomas Cromwell ricevette un “libro di prove” dagli ispettori, purtroppo andato perso, che accusava l’abate di vari tradimenti. Cromwell annotò allora tra le sue “Remembrances”: “Item, l’abate di Glaston sarà processato a Glaston e là giustiziato”. Egli era dunque già condannato in partenza. In realtà la scarità di fonti non rende possibile sapere con certezza dove si svolse il processo quale fu l’accusa specifica rivoltagli. L’abate Riccardo giunse a Wells venerdì 14 novembre 1539 con la sua scorta ed il giorno seguente fu portato a Glastonbury, ove gli fu negato di poter salutare un’ultima volta l’abbazia. Egli non sapeva che in realtà l’abbazia era ormai stata abbandonata e la congregazione dispersa. Venne trascinato su un carro sulla cima della collina del Tor, ove nonostante la vecchiaia e la malattia fu impiccato e smembrato. Al tramonto la sua testa fu esposta all’ingresso del monastero.
Allo stesso modo furono giustiziati il tesoriere John Thorne ed il sacrestano Roger James, anch’essi monaci e sacerdoti benedettini. Essi furono accusati di sacrilegio poiché avevano nascosto diversi tesori della chiesa abbaziale affinché non finissero in mano al sovrano. La medesima accusa potrebbe essere forse stata rivolta al loro abate.
Richard Whiting, abate di Glastonbury, Roger James e John Thorne sono stati beatificati dal pontefice Leone XIII 13 maggio 1895 mediante conferma di culto.

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