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domenica 16 ottobre 2011
Il piú antico documento su Gallo è un frammento della Vita che B. Krusch data dalla fine del sec. VIII.
Il monaco Vettino compose una seconda biografia tra l'816 e l'824. Valafrido Strabone scrisse, verso l'834, una terza Vita e rimaneggiò una raccolta di miracoli composta da Gozberto il Giovane, monaco di San Gallo. Una Vita ritmica, pervenuta sotto il nome dello stesso Valafrido, è in realtà di un anonimo del sec. IX. Altri documenti posteriori non apportano niente di nuovo.
Nonostante queste Vitae, s. Gallo è poco conosciuto. Scartate le leggende e ciò che è incerto, si può dire che, nato in Irlanda verso la metà del sec. VI, fu uno dei dodici discepoli di s. Colombano, che lo accompagnarono nel continente. Visse prima a Luxenil col suo maestro, poi lo seguí di nuovo nei suoi spostamenti, specialmente quando partí per l'esilio l'anno 610. Insieme andarono fino a Bregenz, sulle rive del lago di Costanza, ma allorché Colombano dové partire per l'Italia, verso l'anno 612, si separarono e Gallo andò con qualche compagno a stabilirsi in Svevia, ad ovest di Bregenz, presso la sorgente dello Steinach, dove visse come eremita con alcuni fedeli, e dove, verosimilmente, morí in data indeterminata, fra gli anni 630 e 645.
Dopo la sua morte sulla tomba fu edificata una chiesa che, prima dell'anno 750, col nome sancti Galluni era divenuta il centro d'una abbazia, fondata da Otmaro. Nel sec. IX essa si chiamava abbazia di San Gallo, sebbene non fosse stata da lui fondata.
Che cosa si può ricavare da tradizioni piú o meno leggendarie trasmesse tramite le Vitae che conosciamo? Gallo sarebbe stato ordinato prete per volere del suo abate prima di lasciare l'Irlanda. In esilio a Bregenz, egli avrebbe mostrato molto zelo nel predicare alle popolazioni della regione e nel distruggere gli idoli, ciò che gli avrebbe attirato l'inimicizia dei pagani.
L'episodio piú noto è la sua separazione da s. Colombano: quando questi si mise in strada per l'Italia, Gallo, ammalato, sollecitò il permesso di restare. Colombano, credendo forse che la malattia nascondesse l'attaccamento ad un luogo calmo e gradevole, rimproverò a Gallo ciò che considerava un rifiuto ad affrontare pene e fatiche e in conseguenza gli vietò di celebrare il santo sacrificio della Messa finché vivesse. Gallo sarebbe infatti rimasto molti anni senza salire all'altare. Avvertito miracolosamente della morte prossima di Colombano, inviò un messaggero a sollecitare l'assoluzione presso il suo maestro che si trovava in Italia. a Bobbio. Il messaggero ritornò portando il perdono di Colombano e il suo bastone abbaziale lasciato al suo antico discepolo come pegno di riconciliazione.
Un giorno, mentre Gallo era in preghiera, un orso sarebbe venuto per cibarsi dei resti del pasto e per alimentare un magro fuoco acceso per riscaldare un ammalato. Gallo avrebbe tolto dal piede dell'orso una spina e questo lo avrebbe aiutato a costruire il suo romitorio. Per questa ragione l'iconografia rappresenta di solito Gallo accompagnato da questo animale. Egli avrebbe anche liberato dal demonio la figlia del re di Francia, Sigeberto, che, in riconoscenza, gli avrebbe offerto una proprietà presso Arbon, sul lago di Costanza, per stabilirvi un'abbazia. Gallo avrebbe rifiutato a due riprese il vescovato di Costanza e l'ufficio di abate di Luxeuil, ma avrebbe pronunziato, in occasione dell'intronizzazione nella cattedrale di Costanza di uno dei suoi discepoli, un discorso che si:sarebbe conservato. Sarebbe morto in Arbon, a novantacinque anni, e sarebbe stato sepolto ai piedi dell'altare del suo eremitaggio. Come separare in tutto ciò il buon grano della storia dal loglio della leggenda?
L'abbazia, fondata cento anni dopo la morte del santo eremita, divenne custode dei suoi resti e del suo culto. Usuardo iscrisse la festa di s. Gallo, che è ancor oggi celebrata anche il 16 ottobre, al 2 febbraio, data, probabilmente, di una traslazione delle reliquie. Il Pidoux riferisce che in questo giorno nell'abbazia di San Gallo, i sacerdoti celebravano tre Messe, come per Natale.
L'abbazia, a partire dall'854, fu esente dalla giurisdizione del vescovo di Costanza; nello stesso tempo divenne centro di irradiazione spirituale e culturale per una vasta regione, ma pur se potente e centro di un autentico principato monastico, non poté resistere alla Riforma. Nel sec. XVI le reliquie di Gallo furono bruciate quasi per intero dagli Zuigliani, padroni della città che era sorta intorno al monastero. All'abbazia successe un vescovato nel 1823 che divenne del tutto indipendente nel 1846.
Il culto di Gallo resta vivo nell'est della Svizzera, nel sud-ovest della Germania e nell'Alsazia. Nel 1950 il vescovo di San Gallo portò a Luxeuil, con una statua offerta dagli abitanti della città svizzera, alcune reliquie di Gallo. In Baviera, a Fussen e a Kempten, si possiedono ancora, si crede, i resti del bastone inviato da s. Colombano al santo.
In seguito ad una confusione nata tra il popolo, si invoca s. Gallo come protettore dei volatili, specialmente dei gallinacei.
Le leggende su San Gallo
L'orso di San Gallo nello stemma della città omonimaUna nota leggenda su San Gallo vuole che un fatto straordinario avesse avuto luogo presso queste cascate. Mentre il compagno di San Gallo, Hiltibod, dormiva, quegli era già sveglio quando improvvisamente gli si parò innanzi un grosso orso. San Gallo non si lasciò intimidire da quell'apparizione: egli ordinò all'orso, in nome del Signore, di gettare un pezzo di legno nel fuoco. L'orso ubbidì e gettò il pezzo di legno nel fuoco. San Gallo deve aver infine dato all'orso una pagnotta, a condizione che non si facesse più vedere. Hiltibod, che nel frattempo si era svegliato ed aveva visto ed udito tutto, disse a San Gallo: Ora so che il Signore è con te, se persino gli animali della foresta ubbidiscono alla tua parola. L'orso non si fece poi più vedere. Nell'interpretazione di questa leggenda l'incontro di San Gallo con l'orso fu un segno al missionario pellegrino di stabilirsi quel luogo e vincere le forze della natura.
La leggenda del mostro di Loch Ness
C'è un'altra leggenda riguardo a San Gallo, descritta nei libri della tradizione scozzese.[senza fonte] Si dice che San Colombano, che nel 565 con i suoi seguaci giunse nelle Highlands per convertire al cristianesimo gli scozzesi, abbia partecipato per puro caso ad una cerimonia funebre presso il lago di Loch Ness. Il morto fu afferrato all'amo da un mostro sul lago. San Colombano mandò un suo seguace (forse proprio San Gallo) sul luogo dell'incidente. Immediatamente il mostro emerse dai flutti. Non disturbare più questa gente! Ritorna immediatamente giù di dove sei venuto! ordinò il santo e fece il segno della croce. Il mostro obbedì e tutti i testimoni di questo miracolo si convertirono alla fede cristiana.
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