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martedì 8 novembre 2011
Chiara Matraini,la poetessa lucchese
(1515-1604)
Nacque a Lucca, nel 1515, da Benedetto Matraini e Agata Serantoni. Rimasta orfana di padre all'età di un anno, passò sotto la tutela dello zio Rodolfo. Sfortunatamente, non esistono documenti che riportino notizie sulla famiglia Matraini e sui rapporti tra i suoi membri. Sappiamo che la famiglia partecipò alla rivolta degli "straccioni", ribellione che avvenne a Lucca, nel 1531, affinché anche le famiglie prive di ascendenze nobili, potessero accedere a cariche pubbliche. La repressione, violenta ed efferata, lasciò dei segni profondi nella poesia della scrittrice.
Sappiamo inoltre, che a sedici anni Chiara Matraini era già sposata con Vincenzo Cantarini, e che la ragazza, molto legata alla sua famiglia, non rinunciò mai al suo nome.
Tra il 1533, anno in cui nacque il suo primo figlio, ed il 1540, si perdono completamente le tracce della poetessa. Nel 1542, rimase vedova, e la sua vita prese una piega pubblica. Nel 1547, inoltre, venne implicata in uno scandalo, riguardante la sua relazione con il poeta Bartolomeo Graziani. In quel periodo, Chiara Matraini aveva già intrapreso la carriera letteraria, e frequentava abitualmente molti scrittori, i quali la aiutarono a lanciarsi nell'editoria.
Il suo primo libro, Rime e prose, risale al 1555; l'anno successivo, pubblicò una traduzione del A Demonicus, presunta opera di Isocrate; alcune sue poesie, inoltre, furono incluse nell'antologia, Rime dei signori napoletani ed altri, edita da Lodovico Domenchi.
Nel 1560 circa, incontrò colui che sarebbe diventato il suo secondo amore, il giudice Cesare Coccapani.
Il 1576, segna invece l'inizio di un nuovo periodo nella vita della scrittrice. Dimenticati gli scandali, iniziò a ricostruire la sua immagine. Fece costruire una cappella ed un altare, nella chiesa di Santa Maria Forisportam, e vi fece affrescare un suo ritratto come Sibilla cumana, e, tra il 1581 e il 1590, pubblicò diverse opere a carattere religioso.
Solo negli ultimi anni della sua vita, una volta ristabilita la sua fama, il suo spirito trasgressivo riemerse nelle sue opere. Nel 1595 e nel 1597, infatti, pubblicò il suo Canzoniere, una vera e propria sintesi delle inusuali esperienze della sua vita.
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