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sabato 16 gennaio 2010


Il plantageneto

seconda parte
 

Eleonora è annoiata e come tutte le donne annoiate cerca disperatamente diversivi, anche a dispetto della volontà del re che si dimostra ed è geloso fino alla paranoia.

Raduna intorno a sé, da vera mecenate, una corte di trovatori ed intellettuali.

E' la musa ispiratrice di poeti e cantori, ha lunghe disquisizioni con filosofi e teologi: alla pari, da donna colta.

E' in questo periodo che inizia il rapporto con Bernardo di Chiaravalle, monaco e teologo, un santo da vivo con un carattere orribile, puro fino al delirio.

Brutto scontro con la lussuriosa, ma potente Eleonora: un rapporto che dura anni, fatto di scontri, ma anche di stima e rispetto reciproci.

Vero è che l'influenza della duchessa nei confronti del re è sempre più evidente ed, accanto a questa influenza politica, una libertà ed un comportamento talmente indipendenti da far mormorare la corte e poi da far protestare la corte ed infine da spaventare l'innamoratissimo, ma suggestionabile giovane sovrano.

Fu più la gelosia e la rabbia o il dovere verso la Francia ad influenzare Luigi?

Furono i numerosi e dichiarati tradimenti o una serie di mosse politicamente sbagliate ( la seconda Crociata:una vera tragedia per la Francia) a mettere la parola fine al suo matrimonio?

Sono propensa a credere alla prima ipotesi: Luigi avrebbe tollerato fallimenti ben più gravi della seconda Crociata, ma non poteva più chiudere gli occhi sul comportamento libero e sensuale della duchessa.

Non ci sono neppure figli maschi che sarebbero serviti alla ragion di Stato.

Luigi con un compromesso, che spesso verrà utilizzato nel medioevo, fa dichiarare nullo il matrimonio dal Papa con la scusa che lui ed Eleonora sono lontani cugini.

E' il marzo del 1152: Eleonora è ancora bellissima ed ha appena compiuto trent'anni.

Essendo sempre stata l'Aquitania indipendente dal regno di Francia, tutti i dominii che Eleonora aveva portato in dote escono dall'orbita amministrativa di Luigi. Eleonora è libera e di nuovo una delle donne più corteggiate d'Europa.

Per poco:ha già messo gli occhi sul re più appetibile, da tutti i punti di vista, del momento: Enrico Plantageneto, undici anni meno di lei, bellissimo, come tutti i plantageneti e sufficientemente folle per farla innamorare davvero.

E quello, per Enrico, fu vero amore: violento, passionale, distruttivo e duro fino alla fine dei giorni di entrambi, nonostante i figli, le vendette , le guerre ed i morti che seminarono sul loro cammino.

Lui è sensuale, ambizioso, privo di scrupoli; lei ancora stupenda con quel corpo agile ed i lunghi capelli rossi, è passionale e come sempre infedele.

Passeranno la vita ad amarsi e ad odiarsi, rendendosi la vita impossibile.

Con Enrico partorirà quattro maschi: ed i suoi figli entreranno nella leggenda, Riccardo Cuor Di Leone, il prediletto e Giovanni senza terra,il cadetto.

Eleonora ama i suoi figli come mai ha amato gli uomini, però li considera cose sue, prive di volontà e cercherà di usarli per le sue vendette trasversali, ma non troppo, verso il Plantageneto.

Eleonora è una tigre indomita ed Enrico, al di là della passione, lo capisce ben presto: lei è regina d'Inghilterra, ma lui non sarà mai duca di Aquitania perché la terra della duchessa ha sempre mantenuto la sua indipendenza, riconoscendo solo l'autorità di Eleonora.

La fa imprigionare, la isola, tentando di limitarne l'influenza, ma ne rimarrà sempre affascinato ed anche innamorato: non la ripudia, né la fa uccidere (cosa per altro comune all'epoca) ed infatti Eleonora gli sopravviverà.

Diventa reggente per l'amato Riccardo, impegnato in una Crociata, lo riscatta dalla prigionia ed arriva a combattere per lui con l'altro figlio : Giovanni.

Nell'immaginario collettivo è Robin Hood che si batte per conservare il trono al Cuor di Leone, ma in realtà fu Eleonora a salvargli testa e regno.

E quando Riccardo muore è però pronta ad appoggiare Giovanni, forte ed indomita come sempre.

Anche la morte non la sceglie: è lei a sceglierla.

Si ritira in convento (lei in convento!) e si lascia morire, con dignità e forza, così come era vissuta: è lei, ancora una volta, a decidere e non si fa abbandonare nell'oblio dal mondo, ma abbandona il mondo, da protagonista, come sempre.

Susanna Franceschi

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