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mercoledì 17 marzo 2010

Il 17 marzo l'Irlanda e gli irlandesi nel mondo ,festeggiano San Patrizio
, è il santo patrono d'Irlanda e viene festeggiato nella sua patria adottiva (difatti era scozzese), e ovunque ci sia una comunità irlandese, il 17 Marzo.

 E' una di quelle figure quasi mitiche che ha segnato i destini culturali e ideali dell'Europa: i monaci dei paesi celtici, e gli irlandesi in particolare, presenti e diffusi in tutta Europa, hanno conservato e tramandato i testi delle civiltà greco-romana e giudaico-cristiana, senza distinzioni e censure di sorta, hanno contribuito all’evangelizzazione dell’Europa intera, hanno infine tramandato i racconti precristiani del loro popolo, permettendoci di leggere ora opere di una bellezza epica unica (assieme a quelli gallesi, che sono letterariamente addirittura superiori).

Figura quasi mitica perchè una rigorosa indagine storica lascia sfumare molte delle opere che gli sono tradizionalmente attribuite:

"Non è facile tracciare un profilo biografico del patrono d’Irlanda, talmente appare la sproporzione tra la ricchezza delle leggende agiografiche accumulate sulla sua figura e l’esiguità di quanto si può ragionevolmente stabilire con buona probabilità storica. È possibile, comunque, grazie agli scritti accertati di Patrizio, ricostruire i punti essenziali della sua vita, della sua personalità e della sua missione." [AAVV, Il grande libro dei santi, Vol. III, ed. San Paolo, 1998 pp. 1592-96].

E il noto storico Cahill a precisare che: "Tra le molte leggende che circondano la figura di Patrick, di poche è attestata l’autenticità. Non scacciò i serpenti dall’Irlanda. Non c’è modo di sapere se ricorse davvero al trifoglio per spiegare la Trinità. Probabilmente si scontrò con un re, forse il re supremo di Tara; e il motivo potè consistere nel suo diritto di commemorare la resurrezione di Cristo accendendo un falò, lo stesso falò destinato a divenire una caratteristica permanente di tutte le liturgie pasquali. Persino la grandiosa preghiera di Patrick in irlandese - chiamata a volte Corazza di san Patrick, poiché si credeva che avesse il potere di proteggerlo da poteri ostili, e detta altre volte il Grido del daino perchè si riteneva che lo trasformasse in un daino agli occhi di chi volesse fargli del male - non può essere attribuita a lui con certezza." [CAHILL, Thomas, Come gli Irlandesi salvarono la civiltà, Fazi Editore, 1998, p. 133].

 San Patrizio, il cui vero nome si narra sia Maewyn Succat, nacque tra il 387 e il 392 a Kilpatrick, in Scozia (secondo alcune fonti sarebbe invece nato in Galles), in una nobile famiglia di origine romana, una famiglia di curiales che possedeva un podere (villula) nella Britannia romana: il nonno Potito era presbitero e il padre Calpornio è diacono e decurione civile, incaricato della riscossione dei tributi.
I suoi genitori erano Calphurnius e Conchessa. Il primo apparteneva a una famiglia romana di alto rango e aveva l'incarico di decurio per la Gallia e la Britannia. Conchessa era devota al grande patrono della Gallia: San Martino di Tours.

"Nell’isolata Britannia (...) il cristianesimo ebbe larga diffusione più tardi che nel continente e perciò soprattutto in età postcostantiniana: allora però le conversioni rischiavano di essere talora non mosse dallo Spirito ma anche da motivazioni di ordine economico-sociale o culturale, preparando un’inevitabile crisi morale e religiosa. (...) Si è pensato che Calpornio avesse abbracciato il diaconato per sfuggire agli oneri finanziari del decurionato (...). Sincera o meno che fosse la vocazione di Calpornio al diaconato (e prima ancora quella di Potito al presbiterato), sta di fatto che, pur essendo nato in una famiglia di chierici, Patrizio si considera un convertito e del convertito ha la psicologia e l’entusiasmo."(...) Patrizio dovette ricevere l’istruzione di ogni ragazzo di famiglia britannica romanizzata e di rango curiale. Tale istruzione, dopo i primi rudimenti appresi forse nello stesso villaggio natale, dovette consistere nello studio della grammatica (...). Oltre all’istruzione grammaticale, superficiale e non arrivata fino alla conquista del sermo latino, cioè agli studi retorici che davano fluidità all’eloquio, Patrizio poté forse ricevere una prima istruzione religiosa, anche se egli allora non l’approfondì.
" [MALASPINA, Elena, Patrizio e l’acculturazione latina dell’Irlanda, Japarde Editore, 1984. pagg. 85-86]

Venne rapito da adolescente, a 16 anni, da pirati irlandesi e venduto come schiavo a Muirchu, re del North Dàl Riada, località non lontana da Belfast, in Irlanda: "finisce così a fare il pastore in quella che sarà la terra della sua missione. L’incidente tronca la sua formazione scolastica, impedendogli, oltre allo studio del diritto romano e della Scrittura, di arrivare a una padronanza apprezzabile della lingua latina: da qui quella condizione di rusticità che egli evoca spesso, e che sarà usata come arma contro di lui dai suoi avversari." [AAVV, Il grande libro dei santi, Vol. III, ed. San Paolo, 1998 pp. 1592-96]..


 

Qui, per sei anni, lavorò portando al pascolo pecore ed altri animali e tessendo gomitoli di lana. Nel frattempo però apprese la lingua Gaelica e tutte le pratiche dei druidi.

Comunque, "fino a quel momento Patrizio non ha vissuto in modo particolarmente fervoroso (‘ignoravo il vero Dio’ scrive nella Confessione). Durante i sei anni di cattività sperimenta una sorta di conversione. ‘Arrivato in Irlanda - scrive - ogni giorno portavo al pascolo il bestiame, e pregavo spesso nella giornata; fu allora che l’amore e il timore di Dio invasero sempre più il mio cuore, la mia fede crebbe, e il mio spirito fu portato a fare circa cento preghiere al giorno e quasi altrettante durante la notte, e stavo nelle foreste e sulle montagne, e mi alzavo prima dell’alba per pregare, e nonostante la neve, il gelo e la pioggia non sentivo alcun male, e non c’era in me pigrizia alcuna (...) " [AAVV, Il grande libro dei santi, Vol. III, ed. San Paolo, 1998 pp. 1592-96].

 Un giorno, ribellandosi al proprio padrone, scappò e, percorrendo a piedi circa 184 miglia, si imbarcò clandestinamente su di una nave diretta in Inghilterra: è nella foresta di Vocluto, luogo della sua schiavitù, vicino al villaggio odierno di Killala, che "una notte in una visione gli viene detto che c’è una nave pronta per riportarlo in patria. Dopo una fuga di trecentoventi chilometri, riesce non senza difficoltà ad imbarcarsi su una nave di marinai irlandesi, con i quali approda sulle coste della Britannia (...). Passa circa un mese in una zona deserta prima di raggiungere un luogo abitato. L’incontro provvidenziale con un branco di maiali, letto come risposta alle suppliche di Patrizio, li salva dal morire di fame. Tra il rimpatrio e la nuova partenza per l’Irlanda c’è un vuoto di una ventina d’anni, su cui non sappiamo quasi niente. Patrizio ci dice solo di aver passato qualche tempo con i suoi parenti, che lo scongiurano di non allontanarsi più da loro (...). In questi anni deve essersi preparato a diventare prima diacono e poi prete: non è certo se abbia anche fatto professione monastica. Secondo alcune Vite si sarebbe recato in Gallia presso il vescovo Germano di Auxerre; per altre si sarebbe spinto fino a Lérins e a Roma. (...) Da giovane Patrizio non pensava minimamente a un lavoro missionario tra gli irlandesi. Sembra che la cosa sia nata all’improvviso, durante una "visione" in cui un uomo di nome Vittorino gli porge una lettera: mentre legge gli pare di sentire il grido di ‘quelli della foresta di Vocluto’ che lo supplicano a gran voce di tornare da loro. (...) Comunque siano andate le cose, arriva la proposta di farlo vescovo dei cristiani d’Irlanda, forse anche in considerazione della sua conoscenza del paese e dei suoi abitanti." [AAVV, Il grande libro dei santi, Vol. III, ed. San Paolo, 1998 pp. 1592-96].

Il papa Celestino, poco prima della sua morte, lo battezzò finalmente come San Patrizio (dalle parole latine pater civium, ovvero padre del suo popolo), e gli affidò la missione di estirpare dall'Irlanda il paganesimo e convertire l'intera nazione alla cultura cattolica.

Gli anziani cristiani forse non lo ritenevano idoneo a causa della sua scarsa preparazione intellettuale, la famiglia e liui stesso fecero resistenza: ma comunque egli parte nel 432 come vescovo d’Irlanda. Un anno prima il diacono Palladio era stato inviato da papa Celestino I nel sud-est dell’Irlanda, ma la sua missione non aveva avuto successo, mentre nel 439 altri tre vescovi, Secondino, Ausilio e Isernino, arrivano dal continente e operano nelle regioni centrali, raggiunti poi da Patrizio che aveva compiuto la sua missione al nord.

Divenuto vescovo, dunque, iniziò a convertire la popolazione dal paganesimo al cristianesimo, così come volle Papa Celestino. Quest'ultimo, poco prima della sua morte, lo battezzò finalmente come San Patrizio (dalle parole latine pater civium, ovvero padre del suo popolo), e gli affidò la missione di estirpare dall'Irlanda il paganesimo e convertire l'intera nazione alla cultura cattolica: "qualunque sia stato il progetto iniziale, se rivolto solo ai cristiani o aperto ai pagani, Patrizio opera per portare la luce del vangelo ‘fino agli estremi confini della terra’. La frase, considerate le conoscenze del tempo, va intesa in senso letterale: il santo potrà scrivere con tutta ragione: ‘Sono andato fino ai distretti più lontani, oltre i quali non c’era più nessuno, e dove nessuno era mai venuto prima per battezzare, ordinare chierici e confermare il popolo’. (...) Non si sa bene come egli abbia organizzato le sue comunità: pare probabile che la struttura di base sia stata la diocesi (paruchia), coincidente con il territorio delle singole tribù (tuaith). Il lavoro apostolico del santo è simile a quanto accade ovunque nel V secolo in aree di prima evangelizzazione. Patrizio predica, battezza, conferma, celebra l’eucarestia, ordina presbiteri, consacra monaci e vergini. Della sua catechesi si trova traccia in certi passi della Confessio in cui condensa una vera e propria professione di fede dal chiaro impianto trinitario." [AAVV, Il grande libro dei santi, Vol. III, ed. San Paolo, 1998 pp. 1592-96].

San Patrizio fu spesso minacciato di morte, catturato e condannato, ma riuscì comunque a portare avanti la sua missione in nome di Dio, e deve anche difendere i suoi neofiti dalla brutalità di altri cristiani, come il re britannico Corotico, che massacra e trascina schiavi uomini, donne e bambini che appartengono alla comunità fondata da Patrizio.

Subisce anche un assalto dove viene derubato di tutto e minacciato di morte. Inoltre "in Irlanda è insultato come "straniero" e dalla nativa Britannia, oltre che aiuti, gli arrivano anche calunnie e accuse di vario tipo. (...) La sua Confessio può ben essere stata provocata dal bisogno di rispondere a queste denigrazioni. In realtà è molto di più: il santo non ha difficoltà ad ammettere carenze e colpe (confessio peccati), ma afferma putre l’integrità della sua fede e delle sue intenzioni (confessio fidei), e soprattutto vede negli incidenti così come nelle liberazioni miracolose che hanno accompagnato la sua vita e il grande successo della sua azione missionaria, un motivo per celebrare ripetutamente l’amore di Dio che l’ha protetto, diretto e sostenuto (confessio laudis). Traspare dagli scritti la figura di un uomo molto sensibile, fino ad apparire a volte suscettibile. Ma gli elementi del carattere che risaltano di più sono una franchezza disarmante, un senso acuto dei propri limiti e insieme la coscienza di aver ricevuto una missione alla quale consacrarsi con uno zelo smisurato, una generosità istintiva, una vera e propria passione per il vangelo unita alla venerazione per tutta la Scrittura, senza tralasciare l’attaccamento affettuoso alle persone da lui battezzate o ordinate, che traspare con tutta la forza dell’emozione soprattutto nell’Epistola." (AAVV, Il grande libro dei santi, Vol. III, ed. San Paolo, 1998 pp. 1592-96)

Trattò con i Druidi per affiancare una simbologia cristiana alla festa celtica di Beltaine (1° maggio) che celebrava il ritorno dell'estate. Di qui il simbolo del sole aggiunto sulle croci celtiche. La sua opera fu così grandiosa che oltre sessanta chiese furono costruite in suo onore, la più importante delle quali si trova a Dublino (St. Patrick's Cathedral) e divenne ben presto un eroe nazionale, oltre che patrono d'Irlanda.

Morì il 17 marzo del 461. Dove è poco chiaro, chi dice in Inghilterra, chi nel Galles. Un'altra versione dice invece che il santo morì nel 493 e che sia sepolto a Downpatrick, in Irlanda.

La sua opera fu così grandiosa che oltre sessanta chiese furono costruite in suo onore, la più importante delle quali si trova a Dublino (St. Patrick's Cathedral) e divenne ben presto un eroe nazionale, oltre che patrono d'Irlanda.

L'Irlanda non fu mai parte dell'Impero Romano, e gli Irlandesi non ebbero mai un alfabeto proprio prima dell'evangelizzazione condotta da San Patrizio e da Palladius nella prima metà del V Sec.


 

Sul Patrizio storico vissuto intorno al 370 - 461 d.C., che ebbe quale prima sede quella di Armagh e che viaggiò in Francia dove fu ordinato vescovo, cfr. Ludwig Bieler, Four latin lives of St. Patrick: Colgan’s Vita secunda, quarta, tertia, and quinta, edited with introduction, notes and indices by L. Bieler, Dublin, The Dublin Institute for Advanced Studies, 1971. Vedi anche Whitley Stokes, The tripartite life of Patrick, with other documents relating to the saint. Edited with translations and indexes, by Whitley Stokes. ...Published by the authority of the Lords commissioners of Her Majestrys Treasury, under the direction of the Master of the rolls. London, Printed for H. M. Stationery off., by Eyre and Spottiswoode, 1887. Del San Patrizio storico si conservano solo due scritti sicuramente a lui attribuibili: Saint Patrick Confession et Lettre Coroticus, Introduction, texte critique, traduction et notes, par Richard P. C. Hanson avec la collaboration de Cécile Blanc, Paris, Les Éditions du Cerf, 1978 (Sources Chretiennes 249). Vedi anche: Guido IORIO, L'apostolo rustico. La vita di Patrizio d'Irlanda nei testi dell'VIII secolo, Rimini, Il Cerchio, 2000, Elena MALASPINA, Patrizio e l'acculturazione latina dell'Irlanda, L'Aquila, Japadre Editore, "Collana di testi storici", 1984, San PATRIZIO, Gli scritti di san Patrizio [IV o V sec. d.C.]. Alle origini del cristianesimo irlandese, testo latino e trad. ital. a cura di Elena Malaspina, Roma, Edizioni Borla, "Cultura cristiana antica", 1985.

 
 

Oltre ad essere il patrono dell'Irlanda, lo è anche della Nigeria che fu evangelizzata da missionari irlandesi.

Il Santo si festeggia il 17 Marzo. Le celebrazioni sono particolarmente sentite, oltre che in Irlanda ovviamente, anche in quei paesi che ospitano grandi comunità irlandesi
quali gli Stai Uniti o l'Australia. E' un'occasione imperdibile per ritrovarsi e bere insieme un boccale di birra!


 

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