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venerdì 19 marzo 2010


Molto ,oggi ,si parla di violenza.
Violenza della guerra ,violenza cittadina,violenza contro le donne,contro i deboli ed i bambini.
Vivendo in profonda campagna ,ho conosciuto una violenza diversa ,ancestrale ,una violenza che spaventa ,inconsciamente ancora di più,perchè percepita come archetipica.
Niente è più straziante,nella pace e nel silenzio della natura ,delle grida strazianti degli animali feriti a mortee ,talvolta,squartati da vivi.
Niente dà ,alla mente umana la sensazione dell'ineluttabilità della violenza degli uomini,come una mattanza di cinghiali.
Questa mia poesia è dedicata a loro

La mattanza


 

Non ci fu silenzio

Per l'uomo

Più forte di quegli spari e del latrato dei cani.

E alla tua attesa,

annunciata di morte,dopo l'estate nei freschi cespugli,insieme doloroso

ci fu

il mio guardare .

e ripensai a quel guardare a tanti fratelli

e quel girare

la testa

ora

come allora.

E levasti la testa ferita

Là dove il cielo si infrange alla collina,


 

Senza capire

S.F


 

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