Molto ,oggi ,si parla di violenza.
Violenza della guerra ,violenza cittadina,violenza contro le donne,contro i deboli ed i bambini.
Vivendo in profonda campagna ,ho conosciuto una violenza diversa ,ancestrale ,una violenza che spaventa ,inconsciamente ancora di più,perchè percepita come archetipica.
Niente è più straziante,nella pace e nel silenzio della natura ,delle grida strazianti degli animali feriti a mortee ,talvolta,squartati da vivi.
Niente dà ,alla mente umana la sensazione dell'ineluttabilità della violenza degli uomini,come una mattanza di cinghiali.
Questa mia poesia è dedicata a loro
La mattanza
Non ci fu silenzio
Per l'uomo
Più forte di quegli spari e del latrato dei cani.
E alla tua attesa,
annunciata di morte,dopo l'estate nei freschi cespugli,insieme doloroso
ci fu
il mio guardare .
e ripensai a quel guardare a tanti fratelli
e quel girare
la testa
ora
come allora.
E levasti la testa ferita
Là dove il cielo si infrange alla collina,
Senza capire
S.F
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