sabato 23 luglio 2011


GIUSTA e RUFINA, le ceramaie martiri di Siviglia.

Patrone della città di Siviglia, sono menzionate nel Martirologio Geronimiano (soltanto Giusta), in quelli di Adone e di Usuardo (19 luglio) e nel Romano (18 dello stesso mese). Nei libri liturgici mozarabici la commemorazione è sempre al 17 luglio.
Il culto delle loro reliquie è abbondantemente testimoniato dal sec. VII ed il racconto del loro martirio, benché conservato in codd. del sec. X, risale al sec. VI; lo stile sobrio, l'esatta descrizione dei riti siri in onore di Adone e Salambò, e la precisione di altre notizie storiche ci permettono di pensare, se non ad un teste oculare, almeno a un autore che raccolse con cura tradizioni orali o scritte non ancora deformate.
Giusta e Rufina vendevano oggetti di ceramica. In occasione delle feste di Adone, che si celebravano in Siviglia dal 17 al 19 luglio, i devoti di questa divinità orientale facevano una processione coll'idolo, e andavano danzando di casa in casa per chiedere un obolo; arrivati da Giusta e Rufina, chiesero alcuni vasi per fiori, che dovevano essere usati per i « giardini di Adone ». Il rifiuto delle sante ebbe come conseguenza la distruzione della loro merce ed esse distrussero a loro volta Ndolo Salambò; il governatore Diogeniano pertanto le fece rinchiudere in carcere e torturare. Dovendosi celebrare una nuova processione Diogeniano dispose che le due donne vi partecipassero a piedi nudi. Giusta mori poi in carcere; Rufina fu decapitata. L'epoca del martirio è ignota.
Diverse città, oltre a Siviglia, hanno le sante come patrone, o hanno intitolato loro una chiesa: Orihuela, Huete, Maluenda, Badajoz, Lisbona, ecc.
Sono rappresentate con oggetti di ceramica in mano o con gli strumenti del martirio o con un leone ai piedi; spesso si stagliano sullo sfondo della celebre torre della cattedrale di Sivíglia, «la Giralda».
A Maluenda (Saragozza), nella chiesa loro dedicata, si conserva una pittura del XV sec.; una si trova a Siviglia, nella cattedrale, un'altra, di Zurbarán, a Parigi, nel museo del Louvre, un'altra ancora nella stessa cattedrale di Siviglia ed, infine, una di Goya a Madrid, nel Museo del Prado e una di Murillo al Museo provinciale di Siviglia.

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