lunedì 25 ottobre 2010


IL LIBRO DELLE INVASIONI
(mitologia celtica)



Lebor Gabála Érenn / Leabhar Gabhála Éireann

Genere
Racconto

Epoca
XI-XII secolo




Il Libro delle invasioni d'Irlanda

Il Libro delle invasioni d'Irlanda è una narrazione in medio irlandese dell'origine del popolo dei Gaeli e del loro arrivo in Irlanda, a cui si aggiungono le vicende delle popolazioni preistoriche che li precedettero sul suolo dell'Isola di Smeraldo. Compilato in ambiente monastico a cavallo tra l'XI e il XII secolo, il Libro delle invasioni è costruito secondo il modello storico-genealogico della Genesi, sul cui «elenco delle nazioni» viene innestata la genealogia dei Gaeli.

Il materiale di base è fornito dalle tradizioni mitologiche irlandesi, riportate con grande accuratezza e dovizia di particolari. Alcuni poemi d'argomento genealogico, opera di famosi bardi quali Eochaid úa Fláinn (936-1004), Flánn Mainistrech († 1056) e Gilla Coemáin (XI sec.), sono citati direttamente nel testo, a testimonianza della correttezza della narrazione e della sua aderenza al sapere tradizionale. Ma pur trattando argomenti mitologici locali, i compilatori mostrano di avere ben presenti i padri della chiesa, soprattutto Sant'Agostino, Orosio, Eusebio e Isidoro di Siviglia, che usano più volte come modelli attraverso le asperità di una narrazione che per sua natura poco si adattava all'impianto classico. Ne risulta un testo composito, in cui il dato erudito attenua l'immediatezza del racconto mitologico; questo finisce per trasparire quasi di controluce, distorto da una forte interpretazione evemeristica e dal necessario adattamento al dato biblico. Detto questo, il Libro delle invasioni rimane uno dei testi fondamentali per la nostra conoscenza della mitologia celtica insulare.



La vicenda

Il Libro delle invasioni d'Irlanda prende l'avvio dalla creazione del mondo, trattando gli avvenimenti principali dalla caduta dell'uomo al diluvio universale. La fonte è ovviamente la Genesi, a cui tuttavia si aggiungono dettagli tratti da altre fonti giudeo-cristiane. Dalla discendenza di Iafet figlio di Noè viene fatto discendere il popolo dei Gaeli, il cui capostipite è Fénius Farsaid, uno dei costruttori della torre di Nimrod. Il suo pronipote Gaedal Glas, da cui i Gaeli trarranno il loro nome, crea la lingua gaelica - la più perfetta delle lingue - attingendo alle settantadue lingue createsi ai piedi della torre. Quindi il testo narra delle vicissitudini dei Gaeli nel corso di un lungo peregrinare durato molte generazioni, che richiama in molti punti sia il racconto dell'Esodo che l'Odissea di Omero. Dall'Egitto in Scizia, dalla Scizia in Iberia, dove i Gaeli si stabiliscono sotto il comando di Míl Espáine. Saranno poi i figli di costui, i Milesi, a partire alla conquista dell'Irlanda.

A questo punto il Libro delle invasioni sospende il racconto dei Milesi per narrare dei vari popoli che, nel corso di precedenti migrazioni, avevano popolato l'Irlanda per poi scomparire o essere sopraffatti dalle invasioni seguenti. Si narra diffusamente delle genti di Cesair, dei Partoloniani, dei Nemediani, dei Fir Bólg e dei Túatha Dé Dánann. Sono appunto i Túatha Dé Dánann a dominare Ériu quando i Milesi vi giungono.

Chiusa questa lunga parentesi, il testo riprende la narrazione là dove era stata interrotta. I Milesi sbarcano in Irlanda dapprima in pace, poi, con la forza delle armi, strappandola ai Túatha Dé Dánann. La presa di possesso dell'Irlanda da parte dei Milesi è sanzionata dai due canti di Amairgin, forse in assoluto le più antiche composizioni letterarie in lingua gaelica, tramandati dal Libro delle invasioni [ANTOLOGIA]. Padroni del campo, i Milesi stabiliscono il loro dominio sull'Irlanda ed i loro due capi, Éber ed Éremón dividono l'isola tra loro. Qui si chiude il Libro delle invasioni.



Il testo

Il Libro delle invasioni d'Irlanda godette di immensa popolarità presso gli storici e gli eruditi irlandesi, come testimoniano le molte copie, revisioni e rielaborazioni che del testo vennero fatte nel corso dei secoli. Il risultato è che una dozzina circa di manoscritti datati tra il XII e il XVIII secolo ci hanno trasmesso cinque redazioni diverse del testo. La redazione principale, probabilmente la più antica, è quella del Libro del Leinster. Nel Libro grande di Lecán sono riportate ben due redazioni differenti. Altre importanti versioni sono conservate nel Libro di Ballymote e nel Libro di Fermoy.

Tutta la storiografia irlandese attinse a piene mani al Libro delle invasioni, le cui narrazioni venivano accettate come letteralmente vere ancora nel XVII secolo. Geoffrey Keating (ca.1569-ca.1644)) riprende gran parte del contenuto del libro nei suoi monumentali Fondamenti della conoscenza d'Irlanda; come anche fece Míchél Ó Cléirigh (ca.1590-1643), autore di un'ultima redazione del testo (1631), il cui materiale utilizzò in seguito per i suoi Annali del Regno d'irlanda.

Il Libro delle invasioni fu tradotto per la prima volta in francese nel 1884. La prima completa traduzione inglese fu fatta da R.A. Stewart Macalister tra il 1937 e il 1942. Nel suo studio, Macalister ipotizzava che il testo fosse formato dalla convergenza di due lavori distinti: una Storia dei Gaeli, scritta sulla falsariga della Genesi biblica, da cui sarebbe provenuta tutta la parte relativa alla genealogia dei Gaeli ed alle loro peregrinazioni prima di arrivare in Iberia e dall'Iberia in Irlanda, e un testo originariamente indipendente sugli insediamenti pre-celtici d'Irlanda che era stato inserito nel mezzo del primo, interrompendo la narrazione in un punto cruciale. Secondo Macalister il testo pseudo-biblico sarebbe stato un lavoro latino di ambiente monastico intitolato Liber Occupationis Hiberniae, da cui si spiegherebbe perché il titolo medio-irlandese Leabhor Gabhála Érenn (letteralmente «Libro della presa d'Irlanda») faccia riferimento a una sola invasione mentre il testo ne riporta almeno una mezza dozzina.

Naturalmente la storia del testo è assai più complessa e variegata. In tempi più recenti, lo studio critico dei vari manoscritti ha mostrato che alla base delle varie redazioni vi sono non meno di quattro testi indipendenti che vennero usati come fonti dai compilatori delle versioni più antiche del Libro delle invasioni.

SBF

Nessun commento:

Posta un commento