domenica 19 dicembre 2010


La storia seguente potete trovarla all'interno di alcune edizioni del Vangelo delle Streghe di C.G. Leland, anche se non fa parte del testo stesso, ma l'autore l'ha voluta aggiungere a conferma del fatto che l'adorazione di Diana esisteva da lungo tempo, contemporaneamente al Cristianesimo. Il titolo esatto del manoscritto originale, trascritto da Maddalena che l'aveva ascoltato da un Volterrano, è "La pellegrina della Casa del Vento". Va aggiunto che, come si dice nella storia, la casa in questione esiste tuttora.





Volterra - La Casa del Vento
"C'è una casa contadina all'inizio della collina che in salita porta a Volterra ed è chiamata la "Casa del Vento". Vicino ad essa c'era un piccolo palazzo in cui vivevano una coppia di sposi che avevano un'unica figlia che adoravano. Se la bambina aveva anche solo un piccolo mal di testa, cadevano addirittura in preda al panico. A poco a poco la bambina crebbe ed il solo pensiero della madre era che diventasse suora. Ma alla ragazza non piaceva l'idea e sperava di sposarsi come tutte le altre ragazze. Un giorno, guardando dalla finestra, sentì cantare gli usignoli sulla vite e sugli alberi tanto allegramente.

Disse alla madre che sperava di avere una famiglia di uccellini le cantavano attorno in un allegro nido. A sentire ciò, la madre si arrabbiò talmente che le diede uno schiaffo. La ragazza pianse, ma replicò con coraggio che, sebbene venisse trattata in tale maniera o picchiata, avrebbe presto trovato il modo di fuggire perche non voleva assolutamente diventare suora. A queste parole la madre si spaventò, perchè conosceva lo spirito indomito della ragazza e temette che avesse già un innamorato e che avrebbe fatto uno scandalo su questa disgrazia. Pensando e ripensando, si ricordò di una vecchia signora di buona famiglia, ma ormai decaduta, nota per la sua intelligenza, la conoscenza e il potere di persuasione. Pensò quindi: "Questa è proprio la persona che può indurre mia figlia a diventare pia e ispirarle sentimenti di devozione, cosicchè si faccia suora". Chiamò allora questa persona che una volta era governante e fedele servitrice della ragazza, la quale invece di litigare con la sua guardiana, le si era molto affezionata. Tuttavia nel mondo niente va esattamente come ci si aspetta, e nessuno sa se un pesce o un granchio si nasconde sotto la pietra del fiume.

Così accadde che la governante, non essendo affatto cattolica come sembrava, non vessò la sua pupilla con paure o con la esaltazione della vita monastica. Alla ragazza, che era solita restare sveglia nelle notti di luna a sentire cantare gli usignoli, pareva sentire la governante dalla stanza attigua, che aveva la porta aperta, alzarsi e andare sul balcone. La notte successiva accadde la stessa cosa. La ragazza si alzò molto silenziosamente e, non vista, scorse la donna che pregava, o quantomeno era inginocchiata al chiaro di luna.

La cosa le sembrò molto strana, anche perche pronunciava parole che la giovane non capiva e che senz'altro non avevano alcun carattere religioso. Essendo infine molto preoccupata per lo strano fatto, con timide scuse, disse alla governante ciò che aveva visto. Allora quest'ultima, dopo breve riflessione, chiedendole di mantenere il segreto dato che era una cosa di grande pericolo, le disse: "Da giovane i preti mi istruirono, come è successo a te, ad adorare un dio invisibile. Ma una vecchia in cui riponevo molta confidenza, mi disse: Perchè adorare una deità che non posso vedere, quando c'è la Luna visibile in tutto il suo splendore? Adorala! Invoca Diana, la dea della Luna, e lei esaudirà le tue preghiere. Allora questo è quello che anche tu devi fare: obbedire al Vangelo di Diana, che è la regina delle fate e della Luna".

Persuasa, la ragazza si convertì all'adorazione di Diana e della Luna e, avendo pregato con tutto il suo cuore per avere un innamorato (aveva imparato la scongiurazione alla dea - vedi pagina "La Luna come Dea" in questo link) fu presto ricompensata dall'attenzione e dalla devozione di un coraggioso e ricco cavaliere, che era un corteggiatore così ammirevole come non si potrebbe desiderare di più. Ma la madre che era più predisposta ad una vendetta gratificante e ad una crudele vanità, piuttosto che alla felicità di sua figlia, si infuriò e quando

il gentiluomo andò da lei, gli ordinò di andarsene poichè sua figlia era destinata a diventare suora e lo sarebbe stata, viva o morta. La ragazza fu rinchiusa nella cella di una torre senza neppure la compagnia della governante e sottoposta a dure e gravi pene, perchè doveva dormire sul nudo pavimento. Sarebbe morta di fame se non avesse acconsentito all'idea della madre.

In questa situazione disastrosa pregò Diana di liberarla: subito trovò la porta della prigione aperta e scappò. Avendo avuto un abito da pellegrina, viaggiò in lungo e in largo, pregando ed insegnando la religione dei tempi antichi, la religione di Diana, regina delle fate e della Luna, la dea dei poveri e degli oppressi. La fama della sua saggezza e della sua bellezza si sparse per tutta la regione. La gente l'adorava chiamandola la Bella Pellegrina. Alla fine sua madre, saputolo, di venne furiosa più che mai e dopo molta fatica riuscì nuovamente a farla arrestare e chiudere in prigione. Quindi, arrabbiatissima, le chiese di nuovo se voleva diventare suora;
al che rispose che non era possibile, dato che aveva abbandonato la Chiesa Cattolica ed era diventata una seguace di Diana e della Luna. La madre, considerandola ormai perduta, la consegnò ai preti perche la mettessero alla tortura e poi a morte, come facevano a tutti coloro che non erano d'accordo con loro o che avevano abbandonato la loro religione. Ma la gente non era d'accordo, perchè tutti adoravano la sua bellezza e la sua bontà e c'erano poche persone che non avevano goduto della sua carità. Con l'aiuto del suo innamorato ottenne, come ultimo desiderio, che la notte prima di essere torturata e uccisa potesse andare a pregare, scortata da una guardia, nel giardino del palazzo.


Le fu concesso, e sulla soglia della casa - che esiste ancora - pregò Diana alla luce della luna piena, di essere risparmiata dall'orrenda persecuzione a cui era stata soggetta da quando i genitori l'avevano volontariamente destinata a quell'orribile morte. I genitori, i preti e tutti coloro che volevano la sua morte erano nel palazzo per controllare che non scappasse. Quando, in risposta alla sua preghiera, scoppiò una terribile tempesta e un vento opprimente, che si trasformò in un uragano quale nessuno aveva mai visto prima, che infine demolì e spazzò via l'intero palazzo con tutti coloro che vi erano dentro. Non rimase nemmeno una pietra sopra l'altra, nè un'anima vivente tra i presenti. Gli Dei avevano risposto alla preghiera. La ragazza fuggì felicemente con il suo innamorato, si sposò e la casa contadina dove si rifugiò è tuttora chiamata la Casa del Vento".

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