FRAMMENTI
Momento
Il vento trema le foglie
Al platano orgoglioso
Aria di sole puro
Ricopre la campagna
Giacciono a terra
Le ossa del nemico
E riposa il mio cuore
VOI
Più vi guardo
E vi ascolto,
voi che non appartenete alla mia vita.
Ascolto suoni
Che rallegrano le mie orecchie
E parlo con chi solo ama questo silenzio
Morte
Immobile
Portata
Dal vento di sabbia
La locusta cieca
Attende.
Solo ieri
Scura e pesante
La sera mi sta davanti
Solo ieri chiamava il mio nome
E invocava il tocco
E
Ora
Solo i richiami dei pastori e
Uccelli alla ricerca di riposo
Tra rami nascosti di antiche querce
Ossessioni
Caldo opprimente ottunde
Pensieri di un abbraccio
E un ginocchio sbucciato,
viale ombroso e foglie
precocemente cadute
di vecchi sulle panchine e tu
che correvi avanti,
io dietro come di chi non saprebbe essere in altro posto.
Ferite sanguinanti
Di indicibili torture
La mente disfatta e il corpo a sostenerla che si muove
Convulso
a non sentire il dolore.
Le lame aguzze
Che impedirono il riposo
Rovistando implacabili .
Ne renderanno conto
A me
A te
Lapide
Se è vero che si può rinascere
Se è vero che la morte non sempre
Rende ineluttabile il passaggio alla collina
Certo così fu per me.
Quando mi chiusero la cassa con occhi soddisfatti di tanta cura
Udii il vorticare dei bulloni che si stringevano
Soffocando sentii la terra stringersi su di me,
fu allora che decisi di uscire
senza curarmi di esser vista
e non mi videro,
risalì con movimenti veloci ,scossi rimasugli di foglie dai capelli
e mi incamminai
a piedi nudi ormai,su per il sentiero che non conoscevo.
Lo percorsi tutto
Senza voltarmi mai
Che la cosa mi avrebbe reso incerta.
Fu davanti ai platani danzanti che mi fermai
Seduta son qui ancora che riposo le mie quattro ossa.
Tara
Arano
Di notte,
i contadini ,sotto la luna che osserva
antichi gesti di
memorie perdute
ancora come
le colline di Tara
solcate da aratri di ferro e lacerate da sogni .
Lavorano silenziosi,
soli tra tanti,
lontani dalle miserie del mondo.
Ti ho sentito
Ho riconosciuto il tuo volto
E le tue mani,
ho riconosciuto,tra tanti ,il tuo odore,
non mi sono scordata il tuo tocco
né lo sguardo.
Mi hai accompagnato in tutte le mie vite
Lungo lo scorrere quieto del tempo.
Oscurità e dolore
Noi nel rifugio della cava
Freddo
Ma tu mi hai preso la mano
Non l'hai lasciata,
chi fu più coraggioso non me lo chiesi allora
né ora
che noi fummo da subito uno.
Cantarono i poeti
Potevano
I poeti scrivere
con i corpi dilaniati dei ragazzi,
viscere aperte
proiettili a perforare i cervelli
lame a straziare?
Potevano
I poeti scrivere
con donne violate e torturate
cuori grondanti di sangue?
Potevano i poeti cantare i loro versi
Con bimbi dentro cancelli d'orrore
E vecchi attoniti senza ricordi?
Eppure scrissero
I poeti
E riempirono di suoni
Il vuoto del tempo confuso del putrido odore
Della violenza.
Ora
I poeti
Scrivono d'amori infelici
Di piegate passioni
Di sogni infranti
Si voltano
Sdegnosi
Alla mesta e dolorante miseria.
Tramonto
Che il tempo
Sia gentile con te
gli anni sfiorino appena
Il tuo viso,
e che il tramonto
ti sia
dolce come lo fu l'alba.
Semi
Semi
Portati dal vento
Germinano
Nella terra.
Per caso
Così,
fatti
e improbabili amori
senza ragione.
Lapide II
Quando mi presero
Sperai a lungo
Di rivederti,
ma uccisero
in me
e in te
i ricordi.
Riposai,allora,in improbabili stanza.
Quando verrai
Dove le mie ceneri
Sono disperse
Respira piano
La mia anima che fu dolente
Non sono un poeta
Dove sono le mie poesie
Sparse in foglietti?
Non sono un poeta,
io sono un cantore di storie.
I poeti hanno un'anima,
la mia mi fu estirpata
come un tumore antico
che mi avrebbe portato alla morte.
Dove sono le mie poesie
Sparse in foglietti?
Riascoltare i rumori
Risentire odori
Ricordare gli oggetti
Riconoscere volti
Non sono un poeta,
io sono un cantore di cose.
Il profumo del tempo
Profumano
I sassi
Della memoria
Del tempo
Airone
Vola
Armonioso
L'airone
Bianco.
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