venerdì 16 marzo 2012
Dalla morte di Cesare alla battaglia di Azio
Sia Ottaviano, che ne era il nipote, che Antonio, il suo più fidato luogotenente, avrebbero voluto succedere al defunto Cesare. Per evitare di dover abbandonare la propria carica, Decimo Bruto, governatore della Gallia e cospiratore nella congiura, si schierò dalla parte di Ottaviano e del senato contro Antonio. Nel 43 a.C. si giunse allo scontro tra Antonio ed Ottaviano, con la guerra di Modena, al termine della quale Antonio, sconfitto, deve lasciare il potere ad Ottaviano. Ottaviano nel 43 a.C., per rafforzare la propria posizione, si alleò con Lepido ed Antonio, dando vita al secondo triumvirato.
Per vendicare la memoria di Cesare, nel 42 a.C. i protagonisti della congiura, Bruto e Cassio, sono sconfitti ed uccisi dai triumviri nella battaglia di Filippi. Rimasti soli a spartirsi il potere, i triumviri si organizzarono nel seguente modo: Ottaviano ebbe il governo della Spagna e delle isole, Lepido l'Africa ed Antonio la Gallia e l'Oriente. Fu proprio durante il suo soggiorno nella provincia d'Egitto che Antonio si innamorò di Cleopatra ed ebbe da lei tre figli ( Helios, Selene e Cesarione ). Nel frattempo Fulvia e Lucio Antonio - rispettivamente moglie e fratello di Antonio - scatenarono una rivolta che venne sedata con la guerra di Perugia, con cui nel 40 a.C. vennero costretti alla resa. Per scacciare il pesante sospetto di tradimento che pesava su di lui da parte di Ottaviano dopo quanto era appena accaduto, Antonio fu allora costretto a sposare - alla morte di Fulvia - Ottavia, la sorella di Ottaviano, e siglare l'accordo di Brindisi, perfezionato nel patto di Miseno nel 39 a.C.. Nel 36 a.C. Ottaviano si sbarazzò dei pirati di Sesto Pompeo a Naucolo.
Antonio nel 37 a.C. aveva infine sposato - senza ripudiare la moglie Ottavia - Cleopatra e stava favorendo i propri figli, attirandosi le ire di Ottaviano e degli ambienti più ostili alla "orientalizzazione" dello stato romano. Lo scontro tra Ottaviano ed Antonio fu inevitabile e nel 31 a.C., sconfitto da Ottaviano nella battaglia navale di Azio, Antonio cercò infine riparo in Egitto, dove si suicidò assieme a Cleopatra.
Con la vittoria di Azio, che segna anche il termine di quella che canonicamente è detta Epoca Ellenistica ed inaugura il dominio incontrastato di Roma ad Occidente ed a Oriente, Ottaviano trovò campo libero per mettere in atto - senza più oppositori - il proprio progetto politico. Era chiaro che - per quanto il senato e gli ambienti più conservatori ancora non riuscissero ad ammetterlo - la repubblica era ormai morta negli scontri che avevano visto contrapposti Mario e Silla, Cesare e Pompeo ed infine Antonio ed Ottaviano. Ormai bisognava riformare ampiamente lo stato ed Ottaviano, perfettamente consapevole del compito che lo aspettava, vi si accinse di buon grado, finendo per consegnare non solo ai cittadini romani "una città di marmo", da quella di legno che aveva trovato, ma anche una forma di governo, l'impero, che sarebbe durata ben oltre la sua morte.
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