martedì 26 ottobre 2010
Ériu: la splendida protagonista
Dare un nome alla terra
1 - I NOMI DI ÉRIU
riu, l'Isola di Smeraldo, ha avuto nel corso della sua storia molti nomi.
Il primo nome fu «Isola dei Boschi» [Inis na Fidbad], nome che le fu dato da Adna mac Bitha, discendente di Nin mac Béil, perché, quand'egli vi giunse, trovò l'isola coperta da un solo immenso bosco, fatta eccezione per la spoglia pianura di Mág nElta. Per tre volte, invero, Ériu si coprì di boschi, e per tre volte si spogliò del tutto.
Il secondo nome fu «Terra del Limite Remoto» [Críoch na Fuinedach], perché Ériu si stagliava davanti all'oceano, agli estremi confini del mondo. (E il termine gaelico fuin era invero parola relata al latino finis.)
Il terzo nome fu «Isola Nobile» [Inis Elga], così Ériu venne chiamata al tempo dei Fir Bólg e durante il dominio dei Túatha Dé Dánann.
Il nome successivo fu «Isola di Fál» [Inis Fáil], e furono i Túatha Dé Dánann a dare ad Ériu questo nome. Esso derivava dalla Lía Fáil, il Saxum fatale, la pietra che lanciava un grido quando la calpestava il legittimo re supremo di Ériu. Ma tale pietra non gridò più dal tempo di re Conchobar mac Nessa, perché i falsi idoli del mondo vennero messi a tacere quando nacque Cristo. Come dice il poeta:
Dalla pietra che è sotto i miei due calcagni
è stata chiamata Inis Fáil.
Tra le sponde del possente oceano,
la piana di Fál su tutta Ériu.
Ériu, Banba e Fódla furono i tre nomi che le diedero i Milesi, in onore delle tre regine dei Túatha Dé Dánann. Si chiamavano infatti Ériu, Banba e Fódla le spose dei tre re supremi che a quel tempo si dividevano la sovranità sull'isola, regnando ciascuno, a turno, per un anno. Poiché era lo sposo di Ériu a regnare l'anno in cui giunsero i Milesi, fu il nome di Ériu ad imporsi sopra gli altri due. (Altri dicono tuttavia che questo nome provenisse da Aeria, l'antico nome con cui era conosciuta l'isola oggi chiamata Creta o Candia, poiché fu in quella terra che le genti di Gaedal Glas si fermarono per qualche tempo dopo essere fuggite dall'Egitto.)
I due nomi successivi di Ériu furono «Isola delle Nebbie» [Inis Ceoí] e «Isola dei Porci» [Muic Inis]. Questi nomi le diedero parimenti i Milesi quando, nel loro tentativo di sbarcare in Ériu, videro un'isola nebbiosa con la forma di un dorso di porco, a causa degli incantesimi che i druidi dei Túatha Dé Dánann avevano lanciato loro nel tentativo di impedirgli l'approdo.
I greci la chiamarono Ogygia, come testimonia Plutarco. E invero questo nome vuol dire «terra più antica» [insula perantiqua], titolo assai appropriato visto che Ériu fu abitata fin dai tempi del Diluvio Universale.
I romani la chiamarono Hibernia, nome che nelle fonti classiche si presenta in diverse lezioni (è Ivernia in Tolomeo, Iverna in Solino, Ierna in Claudiano, Vernia in Eustazio), anche se nessuno degli antichi autori comprese mai l'origine e il significato di questo nome. Cormac mac Cuileannáin afferma, ma il suo etimo ha scarso fondamento, che provenisse da una radice greca dal significato di «isola occidentale». Altri dicono che l'isola ebbe tale nome in quanto i Gaeli discendevano dai Milesi, i quali era giunto dall'Iberia o Spagna.
«Isola dei Santi» [Inis Naom] fu detta Ériu dopo l'arrivo di Patrizio e la sua conversione nella Vera Fede. E invero non esistette un luogo, oltre ad Ériu, in cui la fede in Cristo fosse sentita in maniera più profonda e più dolce.
Durante il medioevo fu detta Scotia, dal nome di Scota, figlia del Faraone Nectonibus e antenata dei Milesi, e Scoti furono parimenti detti i suoi abitanti.
Irland «Terra degli Iri», dal nome di Ír, il primo dei Milesi a morire ed essere sepolto in Ériu, fu la denominazione germanica che i Vichinghi [Lochlannaig] diffusero alla fine dell'VIII secolo. Con questo nome Ériu in seguito fu conosciuta dagli Inglesi [Sasanaig] che la occuparono e la tennero a lungo e duramente.
Oggi, dopo aver a lungo sofferto e lottato, e dopo aver conquistato infine la sua indipendenza, l'isola è tornata a riprendere il suo antico nome. Poblacht na hÉireann «Repubblica d'Irlanda». Ed Ériu la chiameremo anche noi.
Fonti
Geoffrey Keating: Fondamenti della conoscenza d'Irlanda [II: 1]
SusannaBerti Franceschi
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