mercoledì 13 ottobre 2010


IL MISTERO DELLE RUNE ELTICHE

Dunque RUNA e’ mistero, iniziazione segreta, conoscenza cosmica, imperativo magico

Da un punto di vista linguistico una prima assonanza della parola Runa e’ con l’irlandese run= mistero, l’inglese runian= sussurrare, il tedesco raunen= mormorare. Anche le delibere politiche segrete dei capi celtici sono RUNES e, nel primo cristianesimo irlandese, e’ RUNA il mistero dell’Eucarestia. Un’altra lettura e’ l’irlandese veru=protettore, come l’URANO greco o il VARUNA indu’.
Le rune evocano poteri, sono una conoscenza sacra, dove cio’ che si conosce diventa, per questo serviranno alla divinazione o modificheranno gli eventi. Solo pochi druidi conoscevano il segreto delle rune e lo trasmettevano agli eletti oralmente in segreto (misteri da miste=colui che tace). Gli erilaR (poeti iniziati) sono i depositari del patrimonio prezioso e non possono dire cio’ che e’ loro affidato, la verita’ rivelata delle RUNE che discende da Odino che le ha avute da MIMIR, che le ha avute dai GIGANTI, che le hanno avute dalla conoscenza primordiale di tutte le cose. Recita una pietra svedese: “ginarunaR“, le rune sono ginn; ginn e’ cio’ che e’ vasto, potente, immenso. Jinn e’, nel mondo islamico, una potenza sovrumana, angelica.
Tacito dice che i Germani prevedono la sorte tagliando un ramo da un albero da frutto in pezzetti, vi tracciano dei segni e li gettano a caso su una veste candida. Il sacerdote, pregando gli dei col viso volto al cielo, ne prende per tre volte e li interpreta. Nella Pietra di Noleby del 600 d.C. e’ detto:”RUNO FAHI RAGINAKUNDO”: “le rune dipingo che discendono dagli dei”. Dove sono incise o dipinte le RUNE? L’elenco e’ infinito.

Sugli zoccoli dei cavalli che tirano il Sole
Sulla lingua del dio della poesia
Sulla spada di Odino
Sull’inizio del ponte che unisce il mondo degli dei a quello degli uomini
Sul petto di Sigfrido che lotta contro il drago Fafnir
Sulla mano della levatrice
Sulle orme dei piedi per guarire il doppio animico
Sulle tavolette della birra
Sulle unghie dell’orso
Sulle unghie del lupo
Sul rostro e sulle ali sanguinanti dell’aquila
Sul becco della civetta per recare il malaugurio……

Ognuno dei mondi viventi ha un dio custode delle RUNE, AESIR, elfi, nani, giganti, umani….Prima esse vanno incise, poi sono dipinte di rosso, sangue o cinabro o ocra bruna, ed e’ la pittura che crea la magia, sangue dell’uomo che entra nel sangue del dio, altro grande archetipo sacro di vita, potere e trasformazione, poi sono immerse nel sacro idromele per destarle, cioe’ sono immerse nell’alterazione della trance, ma “nessuno incida RUNE| se non e’ capace di interpretarle”. Dunque solo il veggente e’ il signore delle Rune.

Ellemire Zolla, studioso di sistemi religiosi, scrive:
“Tutt’insieme una runa era un mistero ed una conoscenza, un segno ed un effetto, una lettera alfabetica ed un numero, un aspetto del cosmo ed una divinita’. Le rune erano le segnature degli oggetti, la loro forma essenziale e sintetica, la formula della loro energia specifica, del loro ritmo. Ritmo identico, e dunque una medesima runa, hanno tutti gli svariati oggetti d’una serie o catena dall’eguale vibrazione; una particolare stella, un minerale, una bestia, una divinita’, una pianta, una parte dell’uomo, partecipando ad una certa forma ritmica vengono designati, evocati da una figura runica corrispondente“.

La runa e’ un archetipo, uno dei suoni del mondo, modalita’ dell’energia universale.
Essendo imposizione all’energia, con le rune si fanno incantesimi d’amore e d’odio, ci sono rune di guerra, di morte, di salvaguardia, di evocazione. Ci sono incantamenti che pietrificano il nemico al sorgere del sole. E’ con le RUNE che il giovane KON calma i flutti, placa il fuoco, comprende il canto degli uccelli, ha la forza di 8 uomini. Nella saga dei Nibelunghi la Walkiria elenca a Sigfrido i poteri delle RUNE. Esse spezzano le catene, placano gli animi, infondono il sonno, cacciano le streghe, resuscitano gli impiccati, danno l’invulnerabilita’… Nelle saghe l’eroe traccia le rune della protezione col proprio sangue e le accompagna col canto magico. Vibrazione di sangue, vibrazione di suono.
Le rune sono forme di potere. Anche presso i sudanesi Bambara tutto comincia con una parola inespressa “KO”, la parola primordiale di Dio, poi vengono i suoni primordiali di “acqua, fuoco, terra, aria..”
Le rune sono le forme primordiali del mondo, gli elementi della creazione.
Per un primitivo la parola e’ soffio, principio vitale, cosa, non e’ segno che esprime la cosa, ma e’ la cosa stessa. Il linguaggio ha sostanza materiale. La parola e’ vibrazione che modifica l’energia. Nella lingua akkadica ‘essere’ e ‘nominare’ sono sinonimi. Il nome e’ il nominato.
Le donne celtiche non potevano pronunziare il nome del marito o del suocero, perche’ pronunziarlo equivaleva ad aver potere su di lui.
I popoli antichi distinguono un linguaggio comunicativo e un linguaggio rivelato che e’ manifestazione e rivelazione del sacro, e’ partecipazione del creare. Nella vera lingua, che e’ la lingua degli iniziati, ogni parola e’ frammento di sapere magico, rivela l’intima e segreta essenza del mondo, il suo ordine segreto, per cui pronunziare il nome significa evocare la cosa o dominarla.

SFB

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