lunedì 14 marzo 2011


BRIGADOON, L'ALTROMONDO E LA MADRE UNIVERSALE MORRIGAN
Queste categorie così differenti di esseri Sidhe combaciano con le testimonianze di chi ha visto - e classifica - i Sidhe in spiriti del legno, spiriti dell’acqua, dell’aria e così via, spiriti elementali per ogni luogo. Lough Gur, a County Limerick, è un posto veramente magico, dove si possono incontrare molti dei re e delle regine Sidhe d’Irlanda. Il lago si trova all’interno di un cerchio di colline, ma una volta ogni sette anni appare come una terra asciutta, dove si può trovare un’entrata alla "Terra della Giovinezza". Strano ma vero, anche nel musical americano "Brigadoon" (di Vincente Minnelli, MGM, 1954) si parla di un luogo fatato che appare un giorno ogni cento anni terrestri tra le nebbie scozzesi. Coincidenza? Tutte le popolazioni che sono succedute ai Tuatha De Danann hanno pensato che i loro monumenti megalitici fossero passaggi per "l’Altromondo". Nel ciclo mitologico si dice che in quell’epoca le persone avessero poca paura della morte in quanto veniva loro insegnato che l’anima non moriva, ma andava in altri luoghi, sempre in fiore, ricchi di cibo e di bevande in abbondanza e dove la gioventù e la salute erano assicurate. È normale che per una popolazione spiritualmente avanzata come quella dei Danann non mancassero controparti femminili a tutte le grandi divinità maschili. La principale era Dana: per coloro che seguono la fede celtica irlandese Faerica, Dana (Danu) è l’aspetto primario del divino, superiore a tutti gli altri dei. È un’energia femminile ma contiene il maschile. È sia una dea che un dio. Dana è la grande Madre di tutti gli dei e le dee del Pantheon celtico, la Rossa Madre di Tutti, la madre ancestrale dei Celti irlandesi, che probabilmente esisteva sull’isola in una forma precedente chiamata Anu, la Madre Universale. C’è chi vede un parallelo tra la dea Dana irlandese e la Llys Don gallese, termine con cui comunemente si indicava la costellazione di Cassiopea. La Morrigan rappresentava invece l’aspetto oscuro della triplice Dea. Una strega con un sorriso demoniaco, composta da tre parti: Danu, Badb, che prendeva la forma di uccello, con la bocca cremisi, e decideva delle battaglie con la sua magia, con una grande brama per gli uomini; Macha, il Corvo, che si nutre delle teste dei nemici uccisi e domina i suoi uomini tramite l’astuzia e a volte con la forza. Altri aspetti della Morrigan: Medb, che acceca i nemici con la sua sola presenza e ha bisogno di trenta uomini al giorno per calmare il suo appetito sessuale e Scathach, "Colei che incute timore", dea delle arti marziali e della profezia. Questo era l’aspetto distruttivo della Dea Oscura, grande guerriera e maestra di spada, nativa dell’isola di Skye, istruttrice di Cuchullain. Qualità che confermano il motivo per cui i Celti adoravano questi esseri, in quanto non solo divini. Un gran bel popolo i Tuatha De Danann: abili guerrieri, tanto che anche i loro discendenti (Celti irlandesi e scozzesi) hanno mantenuto la fama (meritatissima!) di combattenti imbattibili e sanguinari e allo stesso tempo difensori della Natura in quanto Madre, sciamani, maghi e druidi in grado di interagire con gli Elementi.

UNA RAZZA ALIENA VENUTA AD AIUTARCI
Secondo i primi Celti, tutte le forme di vita esistevano su tre diversi livelli, come tre esseri integrati ma separati che coabitavano in un singolo essere: i reami della mente e del corpo erano collegati alla forza vitale che tutto pervade, lo Spirito. I Celti subivano anche il fascino di quei luoghi magici in mezzo, quali porte, linee di coste, guadi, posti che non erano mai nulla di definito, né uno stato né l’altro. La spiaggia è il luogo di incontro della sabbia secca e dell’acqua. Se consideriamo la terra come il nostro lato materiale, solido, e l’acqua come il grande utero cosmico, il lato intuitivo e subconscio della nostra natura, allora, potremmo vedere la spiaggia come il luogo di incontro tra un mondo e un altro. Uno dei simboli dei Tuatha De Danann è la croce celtica: una croce con i bracci uguali circondata da un cerchio che simbolizza l’equilibrio delle forze maschili e femminili e i quattro elementi, i quattro punti cardinali (le quattro vie), che secondo alcuni vengono simboleggiati dai quattro reami di provenienza dei Tuatha De Danann di cui abbiamo parlato in precedenza. Al centro - dove le linee si incontrano - c’è il quinto elemento nascosto, lo Spirito, detto "Akasha" presso gli iniziati pagani. Il circolo che lo circonda rappresenta l’universo manifesto; contenuto all’interno di un cerchio infinito.

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