martedì 5 gennaio 2010


SANT'ORSOLA

LA PRINCIPESSA BRETONE


 

Nel Museo Nazionale di San Matteo ,a Pisa ,c'è una insolita raffigurazione di Sant'Orsola.

In questo dipinto di scuola pisana del1375 la Santa ,con una corona sul capo e nella mano sinistra il vessillo della città di Pisa,porge la mano destra ad una personificazione della città(riconoscibile dall'abito).

Sant'Orsola aiuta la donna che rappresenta Pisa ad uscire dalle acque.

Questo è un chiaro riferimento ad una inondazione devastante del fiume Arno di cui la Santa avrebbe scongiurato i danni.

Accanto a questo pregevole dipinto su tavola ,Pisa possiede altre quattro raffigurazioni di Orsola ,tutte di proprietà della Misericordia della quale è la prima patrona.

Infatti tra il 1200 ed il 1500 si diffusero in Italia delle confraternite chiamate appunto"navicelle di Sant'Orsola" ed una di queste fu appunto l'attuale Misericordia di Pisa.

Gli iscritti alle "navicelle"si impegnavano ad aiutare e sostenere i più deboli oltre che a soccorrerli in caso di bisogno.

Sant'Orsola è inoltre patrona delle insegnanti ,in quanto nel 1535 fu fondato a Brescia un nuovo ordine religioso dedicato alla Santa e chiamato appunto ordine delle Orsoline che si occupava anche dell'educazione e dell'istruzione delle fanciulle.

La ricorrenza celebrata dalla chiesa per questa Santa è il 21 ottobre.

Ma chi era, e perché la si ricorda e celebra come Santa ,Orsola.

Tutta la sua storia è un affascinante intrecciarsi di realtà e leggenda.

Orsola visse probabilmente nel IV secolo D.C ed era una principessa bretone.

In altre parole in quei giorni oscuri che segnarono la fine di un grande impero ed il passaggio all'età di mezzo,Orsola era una barbara(barbaro,dal greco straniero,era la definizione che i romani assegnavano a coloro che vivevano fuori dai confini dell'impero o al loro limitare.

Orsola era una barbara bretone anche perché il padre,valoroso re guerriero ,combatteva attivamente contro le legioni romane dislocate sul suo territorio per garantire autonomia al suo popolo.

Come tutte le principesse di sangue reale anche Orsola fu promessa ,per alleanze di potere,ad un principe barbaro :Ereo.

Probabilmente il matrimonio si sarebbe fatto e la bella Orsola avrebbe partorito al suo Ereo una sfilza di eredi,ma non andò così.

Il messaggio rivoluzionario del Cristo e le sue parole di speranza e di evangelizzazione ,erano giunte anche ai confini dell'Impero.

Orsola si era segretamente convertita alla nuova religione e non poteva sposare un principe pagano.

Giovane donna intelligente ed educata ai giochi della politica,Orsola però sapeva che un suo netto rifiuto avrebbe potuto scatenare una guerra tra i due regni bretoni.

Decise per una strada diplomatica e di attesa .

.Consigliata dall'arcangelo Gabriele,secondo la leggenda,che le apparve in sogno,chiese di rimandare le nozze di tre anni

.Il suo scopo era quello di convertire il principe barbaro e di partire con lui per i luoghi della nascente cristianità.

Sempre secondo la leggenda,passati i tre anni ,Orsola si imbarcò con il futuro marito,ormai convertito alla parola di Cristo ed undicimila vergini.

Questo particolare delle undicimila vergini è senza dubbio simbolico e sta ad indicare la grandezza,per traslato ,della purezza dell'animo di Orsola.

Orsola .Ereo ed il gruppo di convertiti al loro seguito attraversarono la Manica,risalirono il corso del fiume Reno fino alla città di Colonia e poi in Svizzera,a Basilea.

Da Basilea ,il nutrito pellegrinaggio prese,a piedi,la via per Roma.

Probabilmente passarono il valico del San Bernardo e seguirono poi la Via Francigena,la famosa via medievale che da Canterbury portava a Roma,strada percorsa per tutto l'età di mezzo,da milioni di pellegrini che si recavano a Roma..

Il viaggio durò probabilmente anni e fu funestato da malattie e morti di pellegrini bretoni,oltre che da scorrerie di briganti che vivevano lungo le vie maestre dei pellegrinaggi nella speranza di saccheggiare qualche benestante viaggiatore della fede

.Era probabilmente nell'enorme difficoltà di questi,oggi impensabili ,viaggi,a piedi ,nella neve o sotto il sole cocente,per anni, che si connotava la possibilità di espiazione e salvezza dell'anima.

A Roma comunque giunsero e furono accolte da un papa che rimane sconosciuto alla storia:Ciriaco.

Una volta sciolta la promessa ed il voto del pellegrinaggio i bretoni con alla testa la coraggiosa Orsola ,ripresero il cammino per tornare a casa,in Bretannia.

Ripercorsero,com'era usanza del tempo ,la stessa via dell'andata.

Quando giunsero a Colonia la trovarono però conquistata dal fiero e crudele re Attila.

Attila ,e la storia a volte è matrigna,è ricordato con il soprannome "flagello di Dio".

Pur non essendo esattamente un effemminato e diplomatico principe bizantino,re Attila fu un grande re per il suo popolo e un grande stratega militare ed il soprannome è senza dubbio esagerato.

Sicuramente però non nutriva particolari simpatie per i cristiani o per i pellegrini in genere.

Le undicimila(?)vergini,probabile rappresentazione dell'Orsola stessa furono invitate all'abiura e a darsi ai piaceri della carne con i virili guerrieri.

Al rifiuto ,chiaramente sdegnato,Attila ordinò di trucidarle tutte e così fu fatto.

Fu risparmiata ,in un primo momento,solo Orsola poiché quel romanticone di Attila si era invaghito di lei.

Attila le propose il matrimonio ,cosa che provocò lo sdegno della principessa.

Al rifiuto Attila,abbandonando ogni velleità erotica non fece discorsi e la fece trafiggere da una freccia.

Niente la leggenda dice di quello sciagurato di Ereo che per andar dietro alla promessa sposa si era messo in un guaio dopo l'altro ed aveva perso anche il regno.

I dati storici invece sono altri e abbastanza frammentari

Un dato certo è il ritrovamento in una chiesa di Colonia di reliquie accompagnate da un'iscrizione di un certo Clematius,iscrizione in cui si diceva che il luogo di culto era stato edificato in memoria del martirio di alcune giovani donne(vergini) che erano state uccise per la loro fede cristiana sotto l'imperatore Diocleziano.Vengono nominate le vergini e tra i nomi compare quello di Orsola.

Per quanto riguarda altre ipotesi rispetto alle undicimila vergini,oltre alla personificazione della Orsola stessa,alcuni parlano di un errore di trascrizione del numero romano indicante la probabile età della giovane sulla tavola dell'iscrizione o di un altro nome di martire e compagna di Orsola ,Undecimilla,anch'essa.bretone,che sarebbe stato trascritto come Undecim Milia.

A rigor della verità storica,seppure sempre opinabile e difficile da accertarsi,questa volta Attila non c'entrava per niente.

S.F

1 commento:

  1. come sempre affascinanti le storie delle tue sante..ma ne hai una sfilza!!fosca

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