mercoledì 31 marzo 2010


GLI UOMINI DELLA QUERCIA


 

Gli antichi sacerdoti.


 

Già gli antichi scrittori greci e latini rimasero colpiti dai sacerdoti druidi che rappresentavano una civiltà primordiale e incontaminata.

Il loro antico nome celtico è drui,plurale druid,ma nei testi classici compare solo il nome al plurale:druides.

Plinio il Vecchio narra che il loro nome era strettamente collegato al culto del bosco ,ed in particolare,al culto della quercia:in effetti,da un punto di vista etimologico,il loro nome sembrerebbe derivare dalla radice indoeuropea Wid(sapere e conoscenza),ma anche a Deru(quercia)di cui ritroviamo radice nel greco antico Dreus(quercia).

Dalla radice etimologica si evince che i druidi erano così denominati in quanto"conoscitori della quercia"o "uomini della quercia".

Per meglio comprendere questa definizione occorre entrare nell'antico mondo celtico,nel quale il culto delle piante,ed in modo particolare del vischio e della quercia ,si definiva di una fondamentale importanza sia per il culto religioso,ma anche per tutta la tradizione medica.

Nei boschi di querce si celebravano i riti religiosi,in ricordo di primitive credenze animiste,ma anche le straordinarie conoscenze del potere curativo delle erbe del bosco era prerogativa dei druidi e conosciuta da tutto i mondo classico.

Caio Giulio Cesare ,nel De Bello,parla della loro straordinaria capacità di dominare la natura e,nello stesso tempo,di utilizzarla per l'arte medica,e sempre nel De bello Gallico ,parla della loro avversione alla scrittura.

Tutta la tradizione druidica è infatti affidata esclusivamente al passaggio orale tra generazioni di iniziati.

Questo probabilmente per due ordini di motivi:la prima,come in molte culture esoteriche ed iniziatiche,per evitare che il sapere venisse messo a disposizione del volgo e dei non iniziati,la seconda che(e questo motivo è veramente interessante per noi uomini del XXI secolo)i sacerdoti,fidandosi della scrittura non esercitassero a pieno la potenzialità del ricordo e della memoria.

Sempre attraverso Cesare ,noi sappiamo che i druidi esercitavano l'insegnamento con competenza e dedizione,circondandosi sempre di giovani discepoli:il ciclo di scuola druidica durava ben venti anni,senza interruzioni di sorta!amministravano la giustizia con delega assoluta dei capo clan.

La fama più prestigiosa dei druidi era però legata allo studi dell'astronomia e alla loro capacità di compilare calendari e fornire coordinate di allineamenti stellari per costruire templi e santuari.

Basti ,su questo ,pensare ai maestosi monoliti di Sthonenge.

Ma Roma ,con Cesare per primo,fu anche fautrice della fine dei druidi.

L'accanimento verso di loro e la loro religione,vissuta come minacciosa da Roma,iniziò con Giulio Cesare e terminò con Nerone ,nel 61 d.c,che ordinò uno spietato massacro di tutti i sacerdoti.

Il druidismo scomparve così dalla Britannia e dalla Gallia e rimase confinato nelle estreme frontiere selvagge oltre il Vallo d'Adriano,in Irlanda e in tutto il nord della Scozia ,ove ancora e non difficilmente si possono trovare segni ancora vitali dell'antica cultura.

S.F

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