mercoledì 11 maggio 2011


La Battaglia di Stirling Bridge e cosa portò ad essa.

Prologo

La situazione che portò al confronto fra i leali Scozzesi comandati da Sir William Wallace contro il potente esercito Anglo-Normanno delle Forze Inglesi del Nord di Edoardo I a Stirling Bridge è leggermente complessa.
Dopo un prospero e relativamente pacifico regno sotto il re Alessandro III la Scozia stava assaporando un successo economico e un certo grado di pace con il suoi vicino del sud, l'Inghilterra. Con la tragica morte di Alessandro nel 1286 D.C., tutti i vecchi problemi, insieme a dei nuovi ritornarono a galla, portando a quella che è adesso chiamata la "Prima guerra di Indipendenza Scozzese".

Scozia, 1286 D.C.

Edoardo I di Inghilterra aveva appena completato la prima fase della sua conquista del Galles sconfiggendo le forze del Principe Llerwelyn ap Gruffyd. Edoardo, nonostante tutte le sue disonorevoli caratteristiche, fu uno dei più potenti e vigorosi regnanti Inglesi, particolarmente riguardo alle campagnie militare. A quel tempo, l'Inghilterra Anglo-Normanna disponeva dell'esercito più potente e meglio armato ed equipaggiato di tutta l'Europa. Edoardo diede prova che le sue tattiche militari in battaglie in Galles, Inghilterra e Francia, sebbene crudeli e spietatate, erano molto efficaci. Era quindi un nemico temibile. Fu la sfortuna Gallese la scelta di combattere contro uno dei più potenti Re Inglesi.

Come altri Re medioevali, Edoardo aveva le sue gatte da pelare in Francia, ma durante il suo regno questi passarono in second'ordine dalla sua determinazione di accrescere l'influenza Inglese in Britannia. Questa focalizzazione di interessi, unita alla sua grande esperienza militari fu micidiale per i regni Celtici dell'isola, in quanto, dopo il Galles, Edoardo pose le sue mire sulla Scozia. Nel 1286, nonostante il parere contrario dei suoi consiglieri, Alessandro III, re di Scozia, si avventurò in una passeggiata notturna per Kinghorn per vedere la sua nuova, giovane moglie. "Ne tempeste ne inondazioni ne scogliere rocciose potevano fermarlo dal visitare matrone, vergini e vedove, di giorno o di di notte, quando si incapricciava di qualcuna", disse un contemporaneo. Sembra però che quella notte, Alessandro fosse intento a recarsi dalla sua giovane moglie. Costui, nelle scure ed erte montagne, precipitò da una scogliera e venne trovato con il collo fratturato.
Gli eredi di Alessandro, sua moglie e sua figlia erano morti prima di lui, e nessun erede diretto era disponibile per riempire il vacante trono di Scozia. Invece di un legittimo sovrano, ora in Scozia regnavano caos e confusione.

L'unico erede diretto di Alessandro era sua nipote, Margherita, una bambina infante conosciuta come la "Vergine di Norvegia", la figlia di Re Eric di Norvegia e la figlia di Alessandro, che si chiamava anche essa Margherita . L'intempestiva morte di Alessandro non avrebbe potuto venire in un momento peggiore per la Scozia. Segnò la fine di un periodo di pace e prosperità durante il quale i confini del regno, sempre un'affare spinoso, erano stati definiti e le varie tribù di Celti, Sassoni e Normanni dei bassopiani (Lowlands) stavano cominciando a fondersi, finalmente identificandosi in una riconoscibile nazione. Gli altopiani (Highlands) e le isole continuavano ad essere terre di poplazioni Celtiche e Norvegesi, ma i bassopiani da dove i Re Scozzesi governavano, erano un miscuglio di gruppi etnici ed il Gaelico erano divenuto una lingua secondaria rispetto all'Inglese e, in qualche posto, il Francese Normanno ed il Latino prevalevano ancora.

Edoardo si intromette nella situazione politica

Edoardo abilmente cercò di combinare un matrimonio lampo tra suo figlo, il Principe di Galles e la piccola Margherita, la "Vergine di Norvegia". Con quello che può essere definito, ad essere buoni, pessimo giudizio da parte della nobiltà Scozzese, l'accordo di matrimonio tra Edoardo di Caernavon e la giovane Margherita venne siglato in un trattato, chiamato il Trattato di Birgham.

Tuttavia il fato assestò un altro crudele colpo alla Scozia quando la piccola Margherita si ammalò nel viaggio tra la Norvegia e la Scozia e mori di febbe alle Isole Orcadi. Ora il trono ed il futuro della Scozia erano nelle mani di 13 pretendenti alla corona. Su richiesta del Vescovo, di sangue Normanno, di Scozia Fraser, una lettere venne spedita urgentemente ad Edoardo con la richiesta di farsi arbitro della sempre più volatile situazione Scozzese. Ansioso di utilizzare questa nuova opportunità per unire l'intera isola di Bretannia, Edoardo prontamente acconsentì ad arbitrare con la speranza di portare tutta la Scozia sotto il suo controllo.

Riconoscendone la sua superiorita' feudale e militare, gli Scozzesi permisero ad Edoardo di decidere chi avrebbe regnato in Scozia. I maggiori pretendenti erano Giovanni (John) Balliol e Roberto Bruce (Robert the Bruce) il vecchio. Entrambi questi signori erano discendenti di cavalieri di Guglielmo il Conquistatore. A quel tempo, la Scozia, specialmente i bassopiani, erano dominati dai possidenti Anglo-Normanni, che governavano tenute lungo tutto il reame. Vi era da tenere in considerazione anche Sir "Rosso" Giovanni (John) Comyn. John Balliol aveva vasti possedimenti in Francia; Roberto Bruce il giovane, duca (earl) di Carrick, possedeva terreni in Essex. Questa conquista della celtica Scozia era stata ottenuta mediante affari di corte (Malcom III Canmores (grossa testa), incoronato nel 1057 dopo aver sconfitto MacBeth e Davide I), matrimoni ed accordi pacifici. Nel Nord vi erano ancora molti possidenti Scozzesi e capiclan con discendenze dirette Celtiche o Celtico/Norvegese, ma le decisioni importanti erano in mano ai condottieri di Normanni o almeno parzialmente Normanni. Qualcuno afferma che la seguente guerra Anglo-Scozzese fu quindi più una lotta di potere fra dinastie Anglo-Normanne che una guerra intenzionale di Scozzesi contro Inglesi, come era forse più vero in Galles ed Irlanda. E' però parere più comune che sia stato una misto di queste ragioni. Certamente nei bassopiani questo era vero, ma negli altopiani Scozzesi, senza menzionare le ferocemente indipendentiste Isole, la gente Celtica e Celtico/Norvegese non era comandata dai Normanni.Quindi il confronto era : uno scontro fra dinastie Normanne ed una guerra fra i Celti e gli Inglesi, per l'indipendenza della Scozia. Ricordiamoci che la gente comune di tutta la Scozia, la piccola nobiltà e i capiclan, erano Celti e parlavano ancora il Gaelico. Furono queste persone, aderendo alla causa dei loro padroni Scozzesi Normanni, che possono averla immaginato la loro battaglia contro gli Inglesi invasori come una lotta nazionale o Celtica per l'indipendenza. Come poi si vide, avevano molte ragioni.

Edoardo voleva dominare la Scozia. Se non poteva diventarne il re, allora avrebbe scelto il contendente più malleabile. Scelse Giovanni Balliol, (sebbene secondo il costume Celtico -- Roberto Bruce avesse maggiori diritti). Il vecchio Roberto Bruce passò le redini della famiglia a suo figlio, duca di Carrick, Roberto Bruce il giovane. Bruce rifiutò di rendere omaggio al nuovo re. Stanco dell'umiliante ruolo di facciata per le ambizioni di Edoardo, Re Giovanni Balliol rinunciò all'alleanza con il Re Inglese e rinnovò la Vecchia Alleanza con la Francia, aprendo la strada alla guerra con l'Inghilterra. Roberto Bruce rifiutò la chiamata alle armi per svariate ragioni. A quel tempo, leale a Edoardo, sembrò ora che Balliol potesse ora spostarsi in favore delle pretese di Bruce. Vi era molta politica da parte dei Bruce e le indecisioni che sembravano indebolirlo, erano invece un piano molto ben congegnato per eventualmente sedere sul trono di Scozia.
Balliol era un quarantenne, non molto intelligente e di poca volontà. Edoardo lo trattò in modo brutale, utilizzandolo soltanto come un pupazzo per eseguire le politiche Inglesi in Scozia. In ultimo, stanco di tutte queste umiliazioni, Balliol rinunciò al suo giuramento di alleanza e si oppose ad Edoardo. Il re Inglese, duramente impegnato in una guerra con la Francia in Guascognia e con un'altra ribellione Gallese, si lanciò a Nord per sbrigarsela con Balliol ed i suoi seguaci.

Sebbene in guerra con Francia e Galles, Re Edoardo cavalcò verso Nord con un'armata di cavalieri Inglesi ed arcieri Gallesi. Qualcuno potrebbe pensare di fare commenti sul fatto che i Gallesi formassero un gran parte dell'armata di Edoardo così presto dopo la loro sconfitta per sua mano. Ma gli sconfitti erano la nobiltà Celtica Gallese, mentre il comune Gallese era felice di combattere per soldi e cibo, data la carestia, per chiunque. Il cronista Francese Froissart, per esempio, menziona un Owain di Galles che offri i suoi servizi al Re Francese durante la guerra dei Cento Anni.
L'armata inglese arrivò fuori la città di Berwick alla fine del Marzo 1296 per trovare i cittadini ed il castello preparati per un lungo assedio. Gli abitanti erano talmente fiduciosi che schernirono l'esercito Inglese sul campo di battaglia. Ma le veterane truppe Inglesi, ora inferocite, e spronate dal loro re, catturarono la città vicina in pochi sanguinosi minuti e poi passarono il resto della giornata ad ucciderne i cittadini, uomini, donne e bambini, eseguendo gli ordini diretti di Edoardo I "Martello degli Scozzesi". Si racconta che venne uccisa talmente tanta gente che alle mura della città non si poterono toglierne le macchie di sangue per decenni, come un marchio.

Vedendo lo spaventoso risultato di un'ulteriore resistenza ad Edoardo, il castello abbassò il ponte e si arrese ad Edoardo. Ma la sete di sangue di Edoardo non si era ancora placata. Con Berwick nelle sue mani, mandò il suo luogotenente più anziano, Giovanni (John) de Warrenne, a prendere Dunbar. Il distaccamento di de Warrenne consisteva della migliore cavalleria, diversi ariceri Gallesi ed una buona forza di fanteria reclutata nel Nord. Arrivando a Dunbar il 29 Aprile 1296, de Warrenne trovò anche lui il castello preparato per un lungo assedio, e l'armata principale Scozzese al di fuori delle sue mura, in un luogo chiamato Spottsmuir. Era comandata da Giovanni "Rosso" Comyn, duca di Buchan. De Warrenne ignorò il castello e diede battaglia all'armata Scozzese. Gli Scozzesi, coraggiosi ma indisciplinati (e questa sarà una costante), ruppero le fila e si lanciarono contro le truppe Inglesi, solo per essere bersagliati da centinaia di freccie Gallesi. Disorientati e confusi, vennero letteralmente travolti dalla cavalleria di de Warrenne, che schiantò gli Scozzesi uccidendone perfino i pochi sopravissuti con lance, spade, asce e mazze. De Warrenne mise in rotta l'armata Scozzese che perse più di diecimila uomini, molti dei quali feriti lasciati morire sul campo.

Il risultato fu una totale vittoria inglese e la perdita di uomini, donne, bambini e dell'orgoglio Scozzese. Fra i pochi scampati, Giovanni "Rosso" Comyn, tre altri duchi Scozzesi ed più di un centinaio dei più importanti seguaci di Comyn vennero catturati. Edoardo fece seguire la sua vittoria a Dunbar da una marcia trionfante attraverso la Scozia, portando le sue armate più avanti di ogni precedente regnante di Britannia dal tempo dei Romani.

La caduta di Balliol, la Scozia sotto la dominazione Inglese

In parata trionfante attraverso la Scozia, Edoardo domandò l'abdicazione di Balliol. a Montrose in due Re si confrontarono l'un l'altro. Di fronte alle corti sia Inglese che Scozzese, lo stemma di Balliol gli venne strappato e lanciato per terra. La sua umiliazione fu totale. Ma l'arroganza di Edoardo non aveva ancora raggiunto il culmine. Mediante la paura, ricevette omaggi dai magnati Scozzesi. A Perth, comandò che la Sacra Pietra di Scone -- sulla quale generazioni di Re Scozzesi erano stati incoronati -- venisse rimossa e portata all'Abbazia di Westminster. Ignorando le pretese di Bruce, Edoardo designò un vicere Inglese sugli Scozzesi. La Scozia sembrava ora divenuta parte dell'Impero Inglese.
Come Edoardo ritornò oltre il confine, un cronista registrò il suo pesante commento sulla Scozia:
"E' un buon lavoro per un uomo, levarsi (di torno) questa merda (Scozia)."

Un eroe emerge dalla Scozia

Questa era ben lungi da essere la fine del conflitto fra i due paesi, però. Nella primavera del 1297, l'intera Scozia, con la possibile eccezione del Lothian (da tempo un'area Anglo-Sassone) era in piena insurrezoine armata. A Lanark tutta la guarnigione di truppe Inglesi venne massacrata da truppe leali a colui descritto come un gigantesco uomo chiamato William Wallace, figlio di un cavaliere piccolo possidente locale di Ellersie, vicino Paisley. Costui divenne rapidamente un simbolo della resistenza Scozzese all'occupazione Inglese della Scozia. Ma chi era questo William Wallace?

William Wallace - un breve ritratto dell'uomo

Riprendendosi dalla guerra-lampo di Edoardo, alcuni condottieri Scozzesi cominciarono a riconquistare la loro dignità. Fra costoro vi era il condottiero di lingua gaelica William Wallace. Su costui non è che si conosca realmente molto.

Un uomo di basso o minore status e chiamato da alcuni un fuorilegge o bandito, può essere che Wallace sia stato usato dai maggiori aristocratici Scozzesi come copertura per la loro ribellione, in modo da non rompere il loro giuramento di fedeltà ad Edoardo. Nei "Lanercost Chronicle", (una cronaca dell'Inghilterra del Nord), William Wallace viene chiamato "Willelmus Wallensis" -- William il Gallese -- forse riferendosi alla sua lingua Celtica o più probabilmente alla sua discendenza dai Bretoni di Strathclyde, (un popolo Celtico fortemente imparentato con i Gallesi). Tormentato dagli esattori Inglesi e nascosto nella foresta di Selkirk, Wallace radunò attorno a se una banda di ladri e combattenti (chiamati fuorilegge da alcune fonti Inglesi). Secondo la leggenda, una sera fece un tentativo di vedere la sua compagna (moglie o amante). Sorpreso da una pattuglia Inglese, si rifugiò in casa della donna sparendo dalla porta posteriore. Frustrati dalla fuga, gli Inglesi appiccarono fuoco alla casa ed uccisero la donna assieme alla sua famiglia. Il grande ed infuriato Scozzese giurò vendetta. E dovette attendere poco. Lui e la sua banda catturarono la pattuglia Inglese colpevole quella notte e li tagliarono a pezzi.

Questo colpo contro gli Inglesi incoraggiò diversi aristocratici Scozzesi ad alzare i loro vessilli per ribellarsi. Fra di loro vi era Sir William Douglas, il precedente comandante di Berwick e testimone dell'uccisione della popolazione per ordine di Edoardo I. Inoltre vi era James Stewart, un grosso possidente Scozzese. E forse il più importante, e molto spesso sorvegliato, era Sir Andrew de Moray (più tardi chiamato Murray), che era all'altro capo della Scozia costruendo forze contro gli Inglesi come stava facendo Wallace.

Che de Moray, un piccolo nobile, e Wallace si incontrassero e divenissero buoni amici ed alleati era inevitabile. Cosi accadde, Wallace e Moray divennero ottimi amici e lavorarono all'unisono particolarmente bene.

Re Edoardo I di Inghilterra, "Longshanks" o "Martello degli Scozzesi", sperò di sedare l'insurrezione con i suoi alleati Scozzesi e mandò Roberto Bruce dalla sua base a Carlisle a catturare Castello Douglas. Ma Roberto non era troppo sicuro della giustezza di questi ordini. Sua madre era celtica ed i suoi profondi sentimenti per la nazione Scozzese (qualcosa che gli viene raramente attribuito), scorrevano contrari alle amicizie politiche familiari.
Inoltre, i Bruce erano stati precedentemente usati con la promessa, sempre poi disattesa, del trono. Al castello di Douglas, Roberto Bruce prese la sua suprema decisione, che avrebbe mostrato più avanti nel corso della sua vita. Non avrebbe combattuto i suoi compatrioti, non contro di loro.

Nel frattempo, di Wallace si diceva che avesse combattuto in nome del deposto re "Toom Tabard" (stemma vuoto), John Balliol, sebbene diverse fonti dicano diversamente -- che nei fatti Wallace combattè unicamente per la Scozia ed invocò il nome di Balliol solo per aver aiuto ed assistenza da alcuni nobili. Se Wallace a quel tempo combattesse oppure no per riportare Toom Tabard al trono è dubbio, visto che non vi sono prove decisive pro o contro.

William Wallace era un leader nato. Dei pochi fatti certi che abbiamo di Wallace, è assolutamente sicuro che ispirò e guidò i suoi uomini con efficenza, talvolta barbaramente, in una guerriglia contro gli Inglesi alimentato dalla sua voglia di vendetta e dal suo amore per la Scozia. Divenne rapidamente il capo di un'armata leale che attraversò lunghe distanze dei terreni impervi, prendendo di sorpresa avamposti Inglesi. Per terrorizzare il nemico, Wallace prese come principio di uccidere ogni Inglese con cui avesse discusso, e le sue continue intimidazioni ed a volte brutali vessazioni della popolazione civile locale (quella leale agli Inglesi), rese impossibile al tesoriere Inglese incaricato della Scozia (High Justicar), Sir Hugh de Cressingham, la raccolta delle tasse.

Il Duca di Surrey e Sussex, nominato da Edoardo I reggente di Scozia, John de Warrenne, era in Inghilterra quando arrivarono gli ordini da Edoardo di sedare la ribellione Scozzese. Re Edoardo si stava imbarcando, ancora, per la Francia (Fiandre) per incontrare il Re di Francia, Filippo il Bello, riguardo territori disputati. Edoardo supponeva che le sue forze del nord al comando di de Warrenne e di de Cressingham avrebbero facilmente socnfitto i rivoltosi. Un calcolo completamente errato.

Quando l'armata Inglese di cavalleria pesante, arceri Gallesi, armigeri e fanteria arrivò a Castello Stiling nel settembre 1297, Wallace abbe notizia del loro imminente arrivo e marciò rapidamente per intercettarli. Sugli argini del fiume Forth, le truppe Inglesi furono in vista degli uomini di Wallace.

La Battaglia di Stirling Bridge inizia

Fra le varie vittorie di Wallace, quella di Stirling Bridge, l'11 Settembre 1297 svetta. Edoardo I, impegnato con le politiche continentali, diede a John de Warrenne, Duca di Surray e Sussex e Hugh de Cressingham, pieni poteri per reprimere totalmente qualsiasi resistenza; per questo scopo un'armata di 50.000 (supposti, ma molto più probabilmente 15-20.000) e un gran numero di cavalli, marciò attraverso i bassopiano del Sud in cerca di Wallace, che stava allora assediando Dundee con tutti gli uomini che aveva potuto radunare -- 10.000 in tutto. Costui abbandonò Dundee, passò il Tay e marciò per disputare il passaggio del fiume Forth, passaggio obbligato dell'armata Inglese per raggiungere le parti settentrionali del regno.

Wallace posizionò i suoi uomini sulle colline attorno ad un ponte sul Forth, a nord di Stirling. Non tutti gli Scozzesi erano fiduciosi sullo scontro. James Stewart si recò dal condottiero Inglese con un'offerta di pace. De Warrenne rifiutò ed i suoi cavalieri iniziarono ad avvicinarsi allo stretto ponte. Il ponte lungo il Forth vicino Stirling era allora di tronchi, ed era a Kildean, mezzo miglio oltre il ponte antico visibile oggi. Veniva descritto come talmente stretto che solo due persone potessero passare di fianco, eppure i capi Inglesi proposero di far passare 20.000 (numero alquanto incerto) persone, non contando i cavalli e le masserizie, col nemico di fronte. Waler de Hemingferd, canonico (Canon) di Guisborough nello Yorkshire racconta che un traditore Scozzese al soldo degli Inglesi si oppose strenuamente a questa decisione, ed indicò un guado a breve distanza dove sessanta uomini avrebero potuto passare fianco a fianco il fiume; ma non venne dato credito al suo suggerimento.

Nonostante le sue forze superiori, Surrey non era per nulla ansioso di incontrare Wallace, i cui precenti successi gli avevano fatto guadagnare una formidabile reputazione.

Cercando di temporeggiare, mandò due frati domenicani a Wallace, le cui forze si erano accampate vicino l'abbazia di Cambuskenneth, sulla collina conosciuta come Abbey Craig; cosi entrambe le armate potevano vedersi perfettamente l'un l'altra, e separate solo da un fiume, attorno a campi verdi e fertili. La richiesta dei frati fu breve -- Wallace ed i suoi seguaci dovevano gettare le armi ed arrendersi.

"Tornate da li amici vostri", disse Wallace, "e dite loro che siamo qui senza intenti pacifici, ma pronti per la battaglia, determinati a vendicare i nostri torti e liberare il nostro paese. Che li signori vostri venghino e ci attacchino; siamo pronti per incontrarli faccia a faccia."

Infuriati da questa replica, molti cavalieri Inglesi ora chiedevano a gran voce l'attacco. Questo era esattamente quello che Wallace e de Moray volevano ... fare in modo che l'esercito Inglese attraversasse lo stretto ponte. E' ricordato dai cronisti Inglesi che in questo momento, il traditore Scozzese, il Duca di Lennox, disse al Duca Surrey, "Datemi soltanto cinquecento cavalli ed un poco di fanteria, e potrò aggirare il fianco del nemico dal guado, mentre voi, mio signore Duca, potrete passare il ponte in tranquillità."

L'attraversamento del Ponte

Surrey era esitante, quando il grottescamente grasso Hugh de Cressingham, esattore delle tasse Scozzesi per Edoardo disse, "perché dobbiamo protrarre la guerra e sprecare il regal tesoro? Combattiamo, è nostro preciso dovere." Surray, contrariarmente al buon senso, acconsentì, ed all'alba del giorno le forze Inglesi cominciarono a passare il ponte; Wallace udii i preparativi con gioia.

Quando metà degli Inglesi attraversarono, Wallace avanzò, avendo precedentemente mandato un forte distaccamento a presidiare il guado già citato. Nel momento in cui gli Scozzesi cominciarono a muoversi, Sir Marmaduke Twenge, un cavaliere appartenente ai North Riding di Yorkshire, che, insieme a de Cressingham, guidava l'avanguardia di cavalleria, innalzò lo stendardo reale fra le urla di "Per Dio e San Giorgio d'Inghilterra!" ed alla testa della sua cavalleria pesante lanciò una furiosa carica sul pendio alla fanteria Scozzese, mentre gli arcieri di quest'ultima bersagliavano rapidamente e in sicurezza da dietro, causando l'oscillazione e l'indietreggiamento delle forze Inglesi.

La battaglia mise alla prova gli Scozzesi, quelli di Wallace fecero una carica lungo la collina verso il ponte; nel frattempo un movimento magistrale venne eseguito da Sir Andrew de Moray, che con le sue truppe si infiltrò fra coloro che avevano già passato il ponte, tagliandone ogni via di ritirata. La confusione si diffuse fra gli Inglesi, e la disciplina svani. Wallace, appena visto il movimento, pressò con forza maggiore. Le colonne mezze-formate degli Inglesi sull'argine Nord del fiume cedettero, e molti dei cavalieri pesantemente armati caddero nel fiume ed annegarono.

Surrey, cercò di capovolgere le sorti della battaglia mandando oltre il fiume, in un momento nel quale il ponte era libero, un forte rinforzo con il suo stendardo; ma, incapaci di mantenere la formazione fra la porpia fanteria in ritirata, aggiunsero solo confusione e massacro, venendo assalite da ogni lato da lancieri Scozzesi (probabilmente schiltrons).

Gli schiltrons, secondo molti storici vennero usati per la prima volta con successo a Falkirk, non a Stirling. Ma è probabile che queste unità, inesperte come furono sempre, fossero già esistenti contro lo schiacciante numero di cavalieri e guerrieri a cavallo Inglesi. Accreditato dell'invenzione di questa formazione è lo stesso William Wallace.

Nel momento in cui i rinforzi di Surrey erano sul ponte, questo si sfasciò e cadde nel Forth sotto il peso delle truppe e della tensione della battaglia. Questo collasso, di cui esistono svariate versioni, fu una catastrofe per gli Inglesi, insieme con il passaggio del fiume di un corpo di Scozzesi dal guado, quando apparverò alle spalle del nemico, decidendo la vittoria per gli Scozzesi. Un gran numero di Inglesi annegò tentando di attraversare il fiume.

I baroni Scozzesi traditori che servivano nelle file di Surrey -- uno dei quali era il Duca di Lennox -- ora gettarono la maschera, e, con i loro seguaci, si unirono all'inseguimento, quando il combattimento divenne, come di norma in quei giorni, una scena di barbaro massacro. Era normale per l'esercito vincitore tentare di disarcionare quanti più nemici in ritirata possibile e passarli a fil di spada. Quello che spesso pensiamo come una guerra "cavalleresca" era in realtà uno dei più brutali e sanguinari modi di combattere corpo a corpo mai praticati dagli uomini di ogni era.

Surrey, dopo aver tentativo finale di riprendere il controllo dei suoi soldati battuti nel Torwood, ancora assalito da Wallace, si ritirò a Berwick e da qui mandò al suo padrone le notizie sulla sua umiliante disfatta.

Dopo la battaglia

Diverse fonti affermano che William Wallace cenò quella sera in una grande festa di vittoria con i suoi compagni nel castello di Stirling. Tutti tranne uno -- Sir Andrew de Moray, il più abile alleato ed amico di Wallace, venne mortalmente colpito e non si riprese mai dalle ferite ricevute nella battaglia. Morì di infezione in un letto alcune settimane dopo e Wallace fu solo nella difesa del regno di Scozia. Altre fonti affermano che venne fatto cavaliere da Roberto Bruce, nella foresta di Selkirk, e nominato "Guardiano del Regno di Scozia", una carica che tenne con onore, fedeltà e dignità.

Come risultato di questa battaglia gli Inglesi vennero cacciati dalla Scozia, tranne per Roxburgh e Berwick, nei cui castelli due forti guarnigioni Inglesi mantennero una caparbia resistenza, fino a quando vennero rimpiazzate da Surrey nel Gennaio 1298.

1 commento:

  1. mi perdoni può indicarmi parti delle fonti dalle quali ha ricavato notizie sulla vita di william wallace?

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