lunedì 29 novembre 2010


San Brendano ed il suo viaggio




L’Irlanda entrò in contatto con il fenomeno del monachesimo, iniziato in oriente e diffusosi ben presto anche in Europa.

Lo spirito monastico irlandese si caratterizzò sin dalle origini nel senso di un forte ascetismo: le regole erano molto severe e prevedevano mortificazioni di ogni genere, lunghi digiuni, privazione del sonno. I temperamenti più eroici, non ancora soddisfatti, cercavano la solitudine assoluta per chiudersi nella contemplazione di Dio.

Se i monaci orientali si arrampicavano in cima alle colonne o si isolavano nel deserto, i loro confratelli irlandesi disponevano anch’essi di un deserto immenso e disabitato: il mare. Nasceva così la peregrinatio pro Christo, la ricerca della solitudine peregrinando tra le onde. Gli aspiranti eremiti giungevano addirittura a imbarcarsi e a lasciarsi trasportare dalla corrente dove il caso, o meglio, la volontà di Dio stabiliva. Isole grandi e piccole vennero popolate da comunità monastiche.

San Brandano nacque verso la fine del V secolo a Traigh Li, l’attuale città di Tralee, o in una località dei dintorni. Si diede alla vita monastica e compì numerosi pellegrinaggi per mare, giungendo in Scozia, forse in Bretagna, nelle isole Orkney e nelle Shetland. Al suo nome è connessa la fondazione di diversi monasteri.

Dopo la sua morte il ricordo dei suoi viaggi venne amplificato dalla tradizione orale, mescolandosi alle leggende del folclore celtico e perdendo ogni connotazione reale.”

Non si sa se la Navigazione (un secondo testo è la Vita, che però racconta un’altra versione del viaggio), sia stata scritta nel IX o nel X secolo, in latino, da un ignoto autore, probabilmente un ecclesiastico, in Irlanda, oppure direttamente in Europa da uno dei profughi che erano fuggiti dalle incursioni vichinghe. Certo è che ebbe larghissima diffusione nel corso di tutto il Medioevo e fu tradotta in molte lingue (anglo-normanno, francese, provenzale antico, catalano, inglese, olandese, vari dialetti germanici, e in Italia, veneziano e toscano).

La navigazione appertiene al genere letterario degli Imram. L’Imram è la narrazione di un avventuroso viaggio per mare, compiuto da uno o più eroi. (...) Il genere era congeniale agli Irlandesi, popolazione isolana in larga parte legata al mare, e poteva recepire suggestioni tratte dalla cultura classica, dall’Eneide, ad esempio, e forse dall’Odissea. È evidente l’influsso di questo genere letterario sulla genesi della Navigazione di San Brandano.”

La Navigazione

Nel primo paragrafo, dei ventinove che compongono la Navigazione (alcuni stralci sono riportati a parte), viene presentata quella che sarà la meta di Brandano: l’isola dei Beati, che gli viene descritta dall’abate Barindo, suo ospite. Troviamo qui un altro genere letterario, gli Echtrai, nei cui racconti si trovano protagonisti condotti su un’isola avvolta dalla nebbia, dove si trovano le anime dei morti. L’idea di queste isole paradisiache era diffusa tra i Celti e trova riscontro in altre tradizioni culturali. Nel nostro caso, il concetto è calato in una prospettiva cristiana e si è fuso con l’idea della Terra Promessa desunta dalla Bibbia.

I quattro paragrafi seguenti descrivono la preparazione del viaggio, la scelta dei compagni e la costruzione della nave.

Dal paragrafo VI al XXVII è narrata la navigazione vera e propria, con i diversi avvenimenti e incontri: l’Isola dalle alte scogliere, l’Isola delle pecore giganti, la grande balena, il Paradiso degli Uccelli, i vegliardi della comunità di sant’Albeo, l’Isola degli Uomini Forti, l’eremita Paolo, tutti episodi nei quali risuonano analogie con i testi degli Imram, elementi tratti dall’Apocalisse o dai testi medievali che descrivono i viaggi in Terra Santa o ancora dall’Eneide, dall’Odissea o dalla mitologia germanica.

Il paragrafo XXVIII descrive di nuovo l’isola dei beati, con l’approdo, e il XXIX, che manca in alcuni codici, racconta il ritorno in patria e la serena morte del santo.

Il paradiso terrestre

(XXVIII) Trascorsi quaranta giorni, verso sera li avvolse una nebbia così fitta che quasi non riuscivano a vedersi l’uno con l’altro. Ma il benefattore (un personaggio incontrato nel viaggio e che ora guida la loro rotta - n.d.r.) disse a San Brandano: “Sapete di che nebbia si tratta? (...) Questa nebbia circonda l’isola che avete cercato per sette anni”. (...) un’isola piena d’alberi carichi di frutta come in autunno. (...) Venne loro incontro un giovane (...) (che) si rivolse a San Brandano: “Ecco la terra che hai cercato per tanto tempo. Non hai potuto trovarla prima, perchè Dio ha voluto mostrarti molti dei suoi segreti nella vastità dell’oceano. Ora potrai tornare nella tua terra d’origine portando con te i frutti e le gemme di questa terra, quanti ne può contenere la tua nave (...)”. Allora, dopo aver raccolto la frutta e ogni genere di gemme, ed essersi congedato dal benefattore e dal giovane, San Brandano si imbarcò con i frati e riprese a navigare nella nebbia. la attraversarono (...) e infine (...) San Brandano rientrò in patria con rotta sicura.

L 'isola infernale

E avendo detto queste parole, e' venne un gran vento e molto forte, e menò la

nave presso a questa isola, e si come piacque a Dio questa nave passò oltre con

salvazione; essendo la nave di lungi un tratto di balestro e' frati udivano uno

smisurato vento e romore di martelli e battevano i martelli su per l’ancudini. E

udendo San Brandano questo romore e' si comincia a segnare e disse cosi: «O

signore Iddio debbiaci iscampare da questa isola se a voi piace» E avendo cosi

detto, inmantenente e' venne uno uomo di questa isola inverso loro el quale era

vecchio e aveva la barba molto lunga, e nero e piloso a modo d’uno porco, e

apuzzava molto forte. E così, tosto come questi servi di Dio ebbeno veduti,

questo uomo cosi tornò subitamente indietro, e ll'abate si segna e racomandasi a

Dio e disse cosi: «O figliuoli miei, levate più alta la vela e navichiamo più

forte acciò che noi possiamo fuggire di questa isola, ché c'è male stare». E

avendo detto queste cose, cioè parole, incontanente e' venne uno mal vecchio

barbuto in su lo lido del mare e recava in mano una tanaglia e una pala di ferro

tutta ardente di fuoco, e veggendo egli che la nave era partita, elli la gitta

lor dietro quella pala di ferro, ma come piacque a Dio ella no lli giunse, ma

dove ella diede tutta l'acqua fe bollire fortemente. E avendo veduto questo

fatto eglino ebbono veduti in sulla riva una grande multitudine di sozzi uomini

come fu lo primo; e aveva ognuno in mano una gran mazza di ferro tutte ardente

di fuoco e rendeva una gran puzza. E di queste mazze e dell'altre traevano loro

dietro, mai non gliene giunse veruna, ma un gran puzzo faceva, e faceva bollire

l' acqua ben tre d^; anche vedemmo ardere quella isola molto forte e andando via

i frati egli udivano un grande urlamento e romore il quale faceva quella brutta

gente. E San Brandano confortava tutti e' suoi frati e diceva: «Non temete,

figliuoli miei, lo signore Iddio si è e sarà nostro aiutatore, io voglio che voi

sappiate che noi siamo nelle parti del Ninferno e questa isola è delle sue, e

avete veduto de' suoi segni e perciò dobbiate orare divotamente acciò che non vi

bisogni temere di queste cose». E dette queste parole eglino udivano boci che

gridavano molto dolorosamente e dicevano: «O padre santo e servo di Dio, priega

per noi miseri tapini, sappi che noi siamo presi a mal nostro grado e contra a

nostra voglia, volentieri verremo da voi ma noi non possiamo, dolente a noi che

mai nascemo al mondo el quale è pieno d'ogni inganno e tradimenti; noi non siamo

legati molto forte e non veggiamo da chi ne chi ci tiene, onde la nostra vita è

sempre dolorosa e sempre sarà». E quando i frati udirono queste parole ebbono

grande compassione e priegano Iddio che gli guardasse da queste pene. E

guardando eglino inverso l'isola e' viddono questo uomo ch'era ignudo et era

menato al tormento e udiva le boci che gridava e diceva: «Al fuoco, al fuoco!».

E altri diceva: «All'acqua!». E molte altre parole udivano assai piggiori, e in

queste parole l'acqua del mare venne tutta torbida e pareva che gittasse fiamma

e puzzo molto orribile, e per questo e' frati vennono molto sbigottiti tal che

non sapevano dove si fossono ne dove dovessono andare, ma coll'aiuto di Dio pur

si partirono di cosi brutto luogo.

SBF

2 commenti:

  1. Complimenti! Un post molto ben articolato e teorie affascinanti.
    Elisabetta Bricca

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  2. bello e interessantissimo... ancora un'altra donna che lascia materia di meditazione ... ovviamente per chi ha orecchie per voler sentire!... grazie Susanna!

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