giovedì 11 novembre 2010
La vera storia di Lancillotto cavaliere di Artù e amante di Ginevra
Oltre a de Troyes, le due fonti principali che trattano il personaggio di Lancillotto sono il corpus di opere in francese note come Lancillotto in prosa (XIII secolo) e la romanza tedesca Lanzelet di Ulrich von Zatzikhoven (anch'essa del XIII secolo). Vi sono motivi per ritenere che il Lanzelet possa essere basato sulla prosa francese; in particolare, von Zatzikhoven disse di aver tradotto un "libro francese" fornitogli da Hugo de Morville, uno degli ostaggi inglesi che nel 1194 presero il posto di Riccardo Cuor di leone nelle carceri di Leopoldo V d'Austria. In ogni caso, il Lancellotto francese e quello tedesco sono in effetti sostanzialmente consistenti, con la principale differenza che il Lanzelet pare contenere echi dello stile narrativo e ai temi del folklore e della fiaba, mentre le versioni francesi sono più evidentemente legate alla tradizione del poema cavalleresco e della chansons de geste.
Lancillotto era figlio di Re Ban di Benoic e della regina Elena. Il padre morì improvvisamente combattendo una rivolta causata dalla sua crudeltà (Lanzelet) o mentre fuggiva con la moglie per difendersi dall'aggressione del suo nemico Claudas (altre fonti); Lancillotto, ancora bambino, fu rapito dalla misteriosa Dama del Lago, che lo condusse nel suo regno. Nella romanza tedesca, questo luogo è rappresentato come un'isola abitata da sole donne, dove regna una primavera eterna; nella versione francese, il lago stesso è solo un miraggio che nasconde un vero e proprio regno con tanto di cavalieri (e dove si trovano anche i cugini di Lancillotto Lionel e Bors, figli del fratello minore di Ban). All'età di 15 (o 18) anni, Lancillotto chiede e ottiene di abbandonare il regno del lago per recarsi alla corte di Re Artù per essere nominato cavaliere.
Da qui in avanti le avventure di Lancillotto differiscono nelle diverse fonti. In ogni caso, viene a sapere della sua origine regale e recupera il proprio posto nella società; nel Lancillotto in prosa, tuttavia, egli deve prima sconfiggere Claudas, il vecchio nemico di suo padre, in una guerra fra questi e i Cavalieri della Tavola Rotonda.
Dopo aver riconquistato il suo rango, il Lancillotto del Lanzelet regna su una terra ereditata attraverso la moglie Iblis (il regno di Ban è governato da uno zio) e la storia si conclude alla maniera delle fiabe, con re e regina che vivono felici fino a una serena morte per vecchiaia.
Le versioni in prosa riprendono invece il tema dell'amore illecito fra Lancillotto e Ginevra, in parte riproponendo fedelmente i fatti del racconto di de Troyes. Lancillotto rimane alla corte di Artù come cavaliere; fra le sue molte imprese, ha occasione di salvare Ginevra prigioniera nel castello di Meleagant. Mentre la passione fra lui e Ginevra si sviluppa, Lancillotto viene sedotto dalla figlia del Re Pescatore (che alcune fonti chiamano Elena) e con lei concepisce Galahad, destinato a vincere il Graal. La gelosia di Ginevra lo rende folle e lo convince a fuggire in esilio. Durante la lontananza dalla corte prende parte, invano, alla ricerca del Graal; riesce però a intravederlo, e perde conoscenza, rimanendo in questo stato per un numero di anni pari a quelli passati nel peccato. Alla fine, la sua relazione con Ginevra viene rivelata ad Artù dai figli. Sorpreso insieme alla regina, Lancillotto fugge, e la regina stessa viene condannata al rogo. Per impedire la morte dell'amata, Lancillotto assalta la corte con i suoi soldati, in una battaglia in cui muoiono molti cavalieri di Artù. Gli scontri fra Artù e Lancillotto, che minano in modo fatale l'equilibrio del regno, vengono interrotti dall'invasione romana prima e poi dal tradimento di Mordred; Lancillotto, che non vi prende parte, sopravvive ad Artù, Ginevra, e alla distruzione della Tavola Rotonda. Diventa eremita e trascorre la sua vecchiaia in odore di santità.
SFB
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