sabato 20 novembre 2010
Battaglia di Stirling Bridge - Scozia 1297
Fra le varie vittorie di Wallace, quella di Stirling Bridge, l'11 Settembre 1297 svetta. Edoardo I, impegnato con le politiche continentali, diede a John de Warrenne, Duca di Surray e Sussex e Hugh de Cressingham, pieni poteri per reprimere totalmente qualsiasi resistenza; per questo scopo un'armata di 50.000 (supposti, ma molto più probabilmente 15-20.000) e un gran numero di cavalli, marciò attraverso i bassopiano del Sud in cerca di Wallace, che stava allora assediando Dundee con tutti gli uomini che aveva potuto radunare -- 10.000 in tutto. Costui abbandonò Dundee, passò il Tay e marciò per disputare il passaggio del fiume Forth, passaggio obbligato dell'armata Inglese per raggiungere le parti settentrionali del regno.
Wallace posizionò i suoi uomini sulle colline attorno ad un ponte sul Forth, a nord di Stirling. Non tutti gli Scozzesi erano fiduciosi sullo scontro. James Stewart si recò dal condottiero Inglese con un'offerta di pace. De Warrenne rifiutò ed i suoi cavalieri iniziarono ad avvicinarsi allo stretto ponte. Il ponte lungo il Forth vicino Stirling era allora di tronchi, ed era a Kildean, mezzo miglio oltre il ponte antico visibile oggi. Veniva descritto come talmente stretto che solo due persone potessero passare di fianco, eppure i capi Inglesi proposero di far passare 20.000 (numero alquanto incerto) persone, non contando i cavalli e le masserizie, col nemico di fronte. Waler de Hemingferd, canonico (Canon) di Guisborough nello Yorkshire racconta che un traditore Scozzese al soldo degli Inglesi si oppose strenuamente a questa decisione, ed indicò un guado a breve distanza dove sessanta uomini avrebero potuto passare fianco a fianco il fiume; ma non venne dato credito al suo suggerimento.
Nonostante le sue forze superiori, Surrey non era per nulla ansioso di incontrare Wallace, i cui precenti successi gli avevano fatto guadagnare una formidabile reputazione.
Cercando di temporeggiare, mandò due frati domenicani a Wallace, le cui forze si erano accampate vicino l'abbazia di Cambuskenneth, sulla collina conosciuta come Abbey Craig; cosi entrambe le armate potevano vedersi perfettamente l'un l'altra, e separate solo da un fiume, attorno a campi verdi e fertili. La richiesta dei frati fu breve -- Wallace ed i suoi seguaci dovevano gettare le armi ed arrendersi.
"Tornate da li amici vostri", disse Wallace, "e dite loro che siamo qui senza intenti pacifici, ma pronti per la battaglia, determinati a vendicare i nostri torti e liberare il nostro paese. Che li signori vostri venghino e ci attacchino; siamo pronti per incontrarli faccia a faccia."
Infuriati da questa replica, molti cavalieri Inglesi ora chiedevano a gran voce l'attacco. Questo era esattamente quello che Wallace e de Moray volevano ... fare in modo che l'esercito Inglese attraversasse lo stretto ponte. E' ricordato dai cronisti Inglesi che in questo momento, il traditore Scozzese, il Duca di Lennox, disse al Duca Surrey, "Datemi soltanto cinquecento cavalli ed un poco di fanteria, e potrò aggirare il fianco del nemico dal guado, mentre voi, mio signore Duca, potrete passare il ponte in tranquillità."
Surrey era esitante, quando il grottescamente grasso Hugh de Cressingham, esattore delle tasse Scozzesi per Edoardo disse, "Perchè dobbiamo protrarre la guerra e sprecare il regal tesoro? Combattiamo, è nostro preciso dovere." Surray, contrariarmente al buon senso, acconsentì, ed all'alba del giorno le forze Inglesi cominciarono a passare il ponte; Wallace udii i preparativi con gioia.
Quando metà degli Inglesi attraversarono, Wallace avanzò, avendo precedentemente mandato un forte distaccamento a presidiare il guado già citato. Nel momento in cui gli Scozzesi cominciarono a muoversi, Sir Marmaduke Twenge, un cavaliere appartenente ai North Riding di Yorkshire, che, insieme a de Cressingham, guidava l'avanguardia di cavalleria, innalzò lo stendardo reale fra le urla di "Per Dio e San Giorgio d'Inghilterra!" ed alla testa della sua cavalleria pesante lanciò una furiosa carica sul pendio alla fanteria Scozzese, mentre gli arcieri di quest'ultima bersagliavano rapidamente e in sicurezza da dietro, causando l'oscillazione e l'indietreggiamento delle forze Inglesi.
La battaglia mise alla prova gli Scozzesi, quelli di Wallace fecero una carica lungo la collina verso il ponte; nel frattempo un movimento magistrale venne eseguito da Sir Andrew de Moray, che con le sue truppe si infiltrò fra coloro che avevano già passato il ponte, tagliandone ogni via di ritirata. La confusione si diffuse fra gli Inglesi, e la disciplina svani. Wallace, appena visto il movimento, pressò con forza maggiore. Le colonne mezze-formate degli Inglesi sull'argine Nord del fiume cedettero, e molti dei cavalieri pesantemente armati caddero nel fiume ed annegarono.
Surrey, cercò di capovolgere le sorti della battaglia mandando oltre il fiume, in un momento nel quale il ponte era libero, un forte rinforzo con il suo stendardo; ma, incapaci di mantenere la formazione fra la porpia fanteria in ritirata, aggiunsero solo confusione e massacro, venendo assalite da ogni lato da lancieri Scozzesi (probabilmente schiltrons).
Gli schiltrons, secondo molti storici vennero usati per la prima volta con successo a Falkirk, non a Stirling. Ma è probabile che queste unità, inesperte come furono sempre, fossero già esistenti contro lo schiacciante numero di cavalieri e guerrieri a cavallo Inglesi. Accreditato dell'invenzione di questa formazione è lo stesso William Wallace.
Nel momento in cui i rinforzi di Surrey erano sul ponte, questo si sfasciò e cadde nel Forth sotto il peso delle truppe e della tensione della battaglia. Questo collasso, di cui esistono svariate versioni, fu una catastrofe per gli Inglesi, insieme con il passaggio del fiume di un corpo di Scozzesi dal guado, quando apparverò alle spalle del nemico, decidendo la vittoria per gli Scozzesi. Un gran numero di Inglesi annegò tentando di attraversare il fiume.
I baroni Scozzesi traditori che servivano nelle file di Surrey -- uno dei quali era il Duca di Lennox -- ora gettarono la maschera, e, con i loro seguaci, si unirono all'inseguimento, quando il combattimento divenne, come di norma in quei giorni, una scena di barbaro massacro. Era normale per l'esercito vincitore tentare di disarcionare quanti più nemici in ritirata possibile e passarli a fil di spada. Quello che spesso pensiamo come una guerra "cavalleresca" era in realtà uno dei più brutali e sanguinari modi di combattere corpo a corpo mai praticati dagli uomini di ogni era.
Surrey, dopo aver tentativo finale di riprendere il controllo dei suoi soldati battuti nel Torwood, ancora assalito da Wallace, si ritirò a Berwick e da qui mandò al suo padrone le notizie sulla sua umiliante disfatta.
Diverse fonti affermano che William Wallace cenò quella sera in una grande festa di vittoria con i suoi compagni nel castello di Stirling. Tutti tranne uno -- Sir Andrew de Moray, il più abile alleato ed amico di Wallace, venne mortalmente colpito e non si riprese mai dalle ferite ricevute nella battaglia. Morì di infezione in un letto alcune settimane dopo e Wallace fu solo nella difesa del regno di Scozia. Altre fonti affermano che venne fatto cavaliere da Roberto Bruce, nella foresta di Selkirk, e nominato "Guardiano del Regno di Scozia", una carica che tenne con onore, fedeltà e dignità.
Come risultato di questa battaglia gli Inglesi vennero cacciati dalla Scozia, tranne per Roxburgh e Berwick, nei cui castelli due forti guarnigioni Inglesi mantennero una caparbia resistenza, fino a quando vennero rimpiazzate da Surrey nel Gennaio 1298
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