giovedì 23 settembre 2010


I LOLLARDI:I PREDICATORI POPOLARI

Contro le ricchezze smisurate e gli abusi della chiesa inglese intervennero, nella seconda metà del XIV sec., i cosiddetti Lollardi, predicatori itineranti popolari, seguaci di Wycliffe ma più radicali, in quanto alle accuse antiecclesiastiche univano anche quelle antinobiliari e antimonarchiche. John Ball infatti incitava i contadini (i cosiddetti "villani") a insorgere, ad abbandonare i feudi, il servaggio e a organizzare reparti armati contro i feudatari, i ricchi mercanti, i funzionari del re, e chiedeva ai salariati e ai garzoni delle corporazioni urbane di appoggiarli.

Il nome Lollardo proveniva da un movimento evangelico nato dopo il 1300 in Olanda (lollaerd significava "salmodiante"), come diramazione dei Begardi.

I Lollardi parteciparono alla rivolta contadina del 1381, capeggiata dal conciatetti Wat Tyler, nell'Essex e nel Kent (contee confinanti con Londra), scoppiata in occasione delle nuove tasse straordinarie che re Riccardo II (1377-1399) aveva imposto per riprendere la guerra contro la Francia.

I contadini devastarono le tenute nobiliari e i monasteri, prelevavano bestiame e beni mobili, incendiavano i documenti riguardanti le obbligazioni dei lavoratori, e molti feudatari furono costretti ad abolire la servitù della gleba, le corvées, a diminuire i tributi.

A Londra, con l'appoggio della popolazione povera della città, incendiarono le case dei consiglieri reali e dei ricchi mercanti stranieri, uccidendo i giudici colpevoli di corruzione e aprendo le prigioni.

Presentarono le loro richieste (Programma di Mile-End, sobborgo vicino a Londra) al re Riccardo II, con cui chiedevano l'abolizione del servaggio, delle corvées, la sostituzione di qualunque rendita in natura con piccoli pagamenti in denaro, l'introduzione del libero commercio in tutta l'Inghilterra e l'amnistia per gli insorti.

Il re accettò e i contadini più agiati tornarono ai loro paesi. Quelli meno abbienti invece, capeggiati da Tyler e Ball, chiedevano col Programma di Smithfield (altro sobborgo presso le mura della città) cose più radicali: confisca delle terre dei vescovi, dei monasteri e dei sacerdoti, ripartizione delle terre tra i contadini, soppressione di tutti i privilegi feudali, uguaglianza dei ceti, abolizione delle leggi sui lavoratori, restituzione delle terre comuni rapinate dai feudatari.

Tuttavia, durante le trattative Tyler fu ucciso a tradimento dal sindaco di Londra. Temendo la rivolta, ai contadini vennero fatte ogni sorta di promesse ed essi se ne andarono. Ma il re ordinò ai cavalieri di tutte le contee di inseguirli e di catturarli, vivi o morti: quelli che si arresero furono impiccati. Anche Ball morì e il Programma di Smithfield fu revocato (la rivolta diede comunque il colpo di grazia al servaggio in natura). I Lollardi saranno condannati dal vescovo Buckingham nel 1394, dopodiché furono sterminati dai roghi.

Teorie religiose dei Lollardi

Le teorie dei Lollardi costituiscono il sostrato culturale di quella Riforma protestante che prenderà il nome di "anglicana". Essendo antiecclesiastici per definizione, essi predicavano che la salvezza non si ottiene dalle opere di fede pubblica ma unicamente dall'osservanza delle leggi di Dio e della preghiera privata. Diffondevano l'uso della Bibbia presso le popolazioni incolte.

Erano contrari al primato del papa sull'intera chiesa e contrari al primato della chiesa di Roma su quella europea, nonché a qualunque venerazione di santi e teologi (specie quelli posteriori al Mille) che non avessero messo in discussione i suddetti primati.

Giudicavano "simoniaca" la chiesa romana ed erano contrari alla vendita delle indulgenze, ma anche a qualunque forma di devozione liturgica che utilizzasse mezzi o strumenti religiosi come oggetti magici, aventi cioè proprietà intrinseche, quindi erano contrari all'efficacia oggettiva dei sacramenti e, se vogliamo, a qualunque forma di oblazione connessa all'esercizio dell'amministrazione dei sacramenti. Respingevano il celibato del clero.

In tal senso predicavano la fine della chiesa come società organizzata in maniera istituzionale e politica: ecco perché erano favorevoli al dualismo di cristiano e cittadino (borghese) e alla nascita di piccole comunità autonome in cui fosse scongiurata la politicizzazione della fede. Tali comunità dovevano agire l'una in modo indipendente dall'altra, per ognuna delle quali il motivo dello stare insieme non era solo quello religioso, ma anche quello della tutela di interessi comuni, territoriali. Non accettavano i ruoli istituzionali ipostatizzati, l'inamovibilità delle funzioni, la gerarchizzazione dei ruoli. Non escludevano l'uso della violenza contro le istituzioni, anche se condannavano la guerra e la pena di morte.

Susanna Berti Franceschi

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