martedì 11 gennaio 2011





United Irishmen
La rivoluzione francese non tardò a trovare un’eco in Irlanda. Un giovane avvocato protestane, Theobald Wolfe Tone, creò a Belfast il movimento degli United Irishmen (gli irlandesi uniti), che si fissò come obiettivo la creazione di una legislazione in Irlanda che garantisse le libertà politiche e religiose per tutti.

Gli United Irishmen inizialmente animati da grandi ideali che prevedevano l’unione degli uomini di ogni credo per riformare e ridurre il potere inglese in Irlanda in modo lecito e pacifico, finirono per diventare un’organizzazione clandestina impegnandosi a ottenere il cambiamento con qualsiasi mezzo, anche con la violenza.

I protestanti conservatori (soprattutto nell’Ulster) crearono a loro volta un’organizzazione per assicurare il loro dominio: l’Ordine di Orange, dal nome di Guglielmo d’Orange, vincitore della battaglia del Boyne.

Visto che si intensificavano le voci di una ripresa diretta dell’Inghilterra sull’Irlanda, Wolfe Tone partì per cercare nella Francia rivoluzionaria un sostegno politico e militare alla sua causa e riuscì a convincere Carnot dell’opportunità di un intervento in Irlanda.



Generale Louis-Lazare Hoche
Nel 1796, una squadra capitanata da Hoche partì dunque per dare man forte agli United Irishmen. Sfotunatamente, non riuscì a sbarcare. A Bantry infatti un forte vento di terra rese vano ogni tentativo di risalire la baia per raggiungere un posto sicuro su cui sbarcare. Alcune navi tentarono di gettare l’ancora, ma con il rafforzarsi del vento, che diventò una vera e propria burrasca, le navi furono costrette a riprendere il largo e rientrare in Francia. Con loro fece ritorno Tone molto deluso.

Salvato dalle condizioni atmosferiche, il governo irlandese si rese conto della grave minaccia rappresentata dagli United Irishmen e altri gruppi simili. Per catturare i membri di queste associazioni fu intrapresa in tutto il paese una campagna che si rivelò estremamente efficace.

Il governo e l’esercito si impegnarono a fondo per scovare le armi e i ribelli tra la popolazione. L’uso delle fustigazioni e delle torture indiscriminate provocarono un’ondata di panico nel paese e scatenarono l’Insurrezione del 1798 dei contadini cattolici uniti ai presbiteriani dell’Ulster. Purtroppo, dopo qualche successo, i contadini ribelli, troppo poco armati, vennero sconfitti. Wolfe Tone sollecitò un nuovo intervento francese, ma arrivò troppo tardi.
I combattimenti più feroci ebbero luogo nel Wexford, una contea non certo nota per le sue tendenze ribelli, dove la resistenza era guidata da padre John Murphy. Dopo alcune vittorie di secondaria importanza i ribelli furono sconfitti definitivamente a Vinegar Hill, vicino a Enniscorthy. La repressione fu, ancora una volta, spietata.

Nel frattempo i francesi avevano messo a punto un altro progetto di invasione e alcuni mesi dopo Vinegar Hill una piccola flotta approdò nella contea di Mayo; ottenne alcuni successi ma fu presto sconfitta. Nello stesso anno giunse Tone insieme a un’altra flotta francese che fu sconfitta in mare. Tone fu catturato e portato a Dublino, dove si suicidò in cella. Ciò segnò la fine degli United Irishmen e, per ironia della sorte, anche del parlamento irlandese indipendente.



William Pitt
Nel 1800, di fronte ai colloqui con il partito dei Patrioti e ai leggendari discorsi di Grattan, il Primo Ministro inglese William Pitt si convinse che la sola maniera di preservare la supremazia spirituale dei protestanti era di ristabilire lo Union Act con l’Inghilterra. L’anno seguente, questo venne approvato dai parlamenti di Londra e di Dublino. Il parlamento inglese venne soppresso, e il paese passò totalmente sotto la giurisdizione dell’lnghilterra.
Era nato il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda.

L’Irlanda inviò 100 deputati al parlamento di Londra (evidentemente tutti protestanti) e venne da quel momento in poi completamente integrata al sistema economico inglese. Non avendo industrie, l’isola divenne a quel punto il mercato dei prodotti britannici e si impoverì ancor di più. La condizione dei contadini cattolici non era mai stata più miserevole. L’emigrazione s’intensificò.

Quasi per ricordare all’Inghilterra la natura ribelle del paese, nel 1803 a Dublino ebbe luogo una insignificante e vana ribellione guidata da Robert Emmet (1778- 1803), ex membro degli United Irishmen. Vi presero parte meno di 100 uomini e Emmet fu catturato, processato e giustiziato. Dal banco degli imputati egli tenne un famoso discorso, pronunciando le celebri parole: “Nessuno scriva il mio epitaffio… quando il mio paese occuperà il suo posto tra le nazioni della terra, solo allora si potrà scrivere il mio epitaffio”.

Dopo lo scacco della romantica ribellione di Emmet, che tentò di impadronirsi del castello di Dublino, sede del governo, i protestanti scomparvero dal ruolo di motore principale del nazionalismo irlandese e lasciarono il posto ai cattolici.

SBF

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