domenica 4 aprile 2010


< FOLLIA
Amo la follia.
La follia è libertà sociale assoluta,ed è per questo che in ogni civiltà,il folle è visto o come un eletto dagli dei o come reietto da allontanare e recludere.
Amo la follia,ma non la posseggo.
Non ho la follia delo dire che esorcizza i tabù.
Tutto può dire il folle,e le sue parole sono,nella loro asocialità e verità,non inerpretabili.
Non posseggo il sacro fuoco che rende sublimi artisti e geni.
Ho,io,la follia del fare,la più inutile,poichè questa follia dell'agire,non accompagnata dalla parola alinata,non ha il viatico della malattia,ed ogni agire è disturbante ed immorale.
Il senso logico della parola ha reso inutile il gesto.
Il controllo delle emozioni ha vanificato l'agire.   Nel medioevo la follia era vista come una forma di possessione demoniaca e condannata come stregoneria.

 

  • Il folle nel Rinascimento

         È con il Rinascimento che la follia viene identifica come una malattia della mente, tuttavia essa era ugualmente considerata come un male incurabile da cui prendere le distanze. Il matto veniva spesso isolato ed abbandonato da ogni forma di contatto umano.

    Hieronymus Bosch – - 1480  >Elogio della follia (titolo greco: Μωρίας Εγκώμιον, latino: Stultitiae Laus) è un saggio scritto nel 1509 e pubblicato nel 1511.

  • Si tratta di un encomio in forma satirica, scritto originariamente in latino.
  • Sotto la forma della farsa e dell'ironia, l'autore si beffa dei pregiudizi e degli stereotipi riguardo il tema delicato della follia.     
  • Opera moderna e fortemente innovativa, che segna il passaggio tra le diverse condizioni di vedere la realtà nel medioevo e nell'umanesimo.Introduzione all'Elogio>    Follia, dea personificazione della pazzia, si reca ad una assemblea di dotti e studiosi e prendere la parola.

        Follia decide di compiere da sola un elogio a se stessa, poiché nessun mortale ha mai pensato di fargliene uno.

     

     

  • Le regole dell'orazione

        Come premessa del discorso che sta per tenere, Follia fornisce un elenco delle modalità della sua orazione:

  •     Follia è una dea figlia di Pluto (dio della ricchezza) e Neotete (dea della giovinezza).

           Fu allevata nelle Isole Fortunate, dove due ninfe si presero cura di lei, crescendola ed educandola.

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  • Follia, dispensatrice di doni

    Il discorso comincia ad attaccare i luoghi comuni.

  • Il dono della vita

    Il primo dei doni di Follia è quello della vita.

  • Una vita felice

       Follia non solo fa sì che tutti gli uomini nascano, ma si preoccupa anche che questi abbiano un vita felice.

         Ma Follia non elargisce piaceri sempre nella stessa quantità durante la vita dell'uomo.

  • Critica della Ragione

        A questo punto Follia comincia a lanciare una serie di attacchi alla ragione, che da sempre costituisce un motivo di vanto per l'uomo e che invece, secondo Follia, è una vera maledizione.       

         

       Lo stereotipo del sapiente:

  • Il dono dell'amicizia e dell'amore

         Dopo aver detto questo, Follia prosegue con l'elenco dei doni concessi all'uomo. Essa afferma che la pace ed i buoni rapporti fra gli uomini sono anch'essi merito suo.

  • La Follia amalgama la società

           È in questo punto che il discorso di Follia capovolge totalmente le credenze comuni.

  • Follia è anche saggezza

        L'orazione ha ormai raggiunto il suo apice.

        Follia, che fino a quel momento aveva pesantemente criticato la ragione e la saggezza, improvvisamente afferma di essere lei stessa la Saggezza, sbalordendo gli ascoltatori.

     

         Per dimostrare la sua affermazione, Follia conduce il discorso su due diversi fronti:

  • Se la SAGGEZZA = GIUSTA VALUTAZIONE DELLA REALTÀ , anche in questo caso il folle è più saggio del sapiente.

         La realtà non è come noi la percepiamo, ma un continuo succedersi di illusioni. Ogni cosa, che apparentemente sembra bella, diventa brutta se vista nel suo interno, o viceversa (come il Sileno di Alcibiade nel Simposio di Platone).

     

     

  • Due Follie

        A questo punto Follia trova però l'obiezione di chi afferma che però spesso il folle è anche violento e pericoloso per gli altri individui.
    Perciò, considerata in questo senso, la follia è molto dannosa e non è affatto una dispensatrice di doni come aveva affermato fin ora.

  • La Follia Malvagia

        Questa follia incarna tutti gli aspetti negativi legati alla demenza, come la violenza e la crudeltà.

         Essa non ha nulla a che vedere con la Follia di cui abbiamo parlato finora.

  • La Follia Buona

        Follia si identifica in questa categoria, poiché non invita alla violenza ma semplicemente inebria l'uomo con i piaceri della vita rendendolo felice.

  • Conclusione

          L'orazione di Follia sta ormai giungendo a termine. Dopo aver elencato una lunga serie di lodi a sé stessa, conclude il suo discorso ricordandoci di non aver seguito alcun filo logico e che  difatti non si ricorda più una sola parola di quello che ha appena detto. 

        Ma non se ne preoccupa, anzi invita i suoi ascoltatori, e lettori, a fare altrettanto.

     

     

    Bibliografia

  • E. da Rotterdam, Elogio della Follia, traduzione di Carlo Carena, Einaudi

           

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