sabato 22 maggio 2010

SANTA GIULIA


 

LA CARTAGINESE


 

"Ego qui supra Boniprandus et mei eredes laborare et excolere,debeamus casalino et res vestra illa in loco Lajatico,qui est pertenentes ecclesie SANCTE IULIE……"

Così inizia la prima pergamena che nomina la chiesa dedicata a Santa Giulia in Livorno:risale al 6 giugno 891:Livorno città non esisteva ancora ,il territorio apparteneva al vescovado di Pisa.

La popolazione era ridotta ad un esiguo numero di pescatori e pastori,ma Giulia,la santa dalla pelle scura è già patrona del luogo.

Giulia è la Santa protettrice di Livorno ,ma anche patrona della Corsica a delineare gli stretti rapporti etnici e culturali che per tutto il medioevo caratterizzarono gli abitanti della costa tirrenica ed i fieri isolani.

Ma chi era Giulia?

Poco si sa di lei se non notizie frammentarie e inquinate da leggende:le poche notizie storicamente attendibili fanno tutte riferimento ad una Passio del VII secolo scritta secoli dopo la sua morte ed anch'essa intrecciata a miti .

Vero è che comunque questa scarsità di documenti storici è comune a quasi tutte le sante e martiri del basso medioevo la cui storia fu affidata più ad una trasmissione orale che alla scrittura ufficiale.

Dal nome si è derivato che Giulia appartenesse ad una nobile gens romana :la gens Giulia appunto e che senz'altro facesse parte di quelle nobili famiglie che durante il periodo aureo dell'Impero di Roma si erano stabilite nelle colonie del Nord Africa:nasce molto probabilmente a Cartagine nel 420.

Secondo la succitata Passio la famiglia di Giulia segue il destino di molte nobili famiglie durante la lenta decadenza dell'Impero:cade in rovina economica.

Roma è lontana,probabilmente da generazioni i Giuli di Cartagine non mettevano più piede nella capitale,il viaggio ,viste le distanze e la sopravvenuta disgrazia economica,è impossibile,ed i Giuli affrontano il problema con modalità allora consuete:i maschi si arruolano come mercenari nelle ormai stanche legioni e le femmine,tra cui Giulia,vengono vendute come schiave.

Non c'è da scandalizzarsi,né tanto meno da stupirsi:il nostro concetto di schiavitù è senz'altro falsato dalla nostra visione post rivoluzione francese del problema e da molti stereotipi.

Essere venduti come schiavi o anche vendersi come schiavi,poteva essere assimilato ad un nostro"andare a servizio"o "mettersi sotto padrone",cosa che oggi facciamo con disinvoltura assumendo badanti o collaboratori domestici dal terzo mondo.

LA giovanissima Giulia non capitò poi tanto male.

Fu infatti comprata da un mercante siriano di nome Eusebio,un bonaccione che la trattava come una figlia e le fece girare il mondo(allora conosciuto) con le sue carovane di merci.

Fu proprio in uno di questi viaggi di "lavoro"che accadde l'irreparabile e l'imprevedibile:la nave sulla quale viaggiavano Eusebio e Giulia ,carica di pregiate merci,durante una terribile mareggiata,fece naufragio sulle coste della Corsica.

Su quel territorio costiero spadroneggiava un despota di nome Felice.

E' chiaro che una donna,allora come ora,non può trovare tutti gentiluomini come Eusebio,e Felice era veramente un villano depravato.

Aveva da subito messo gli occhi sulla ragazza ,che era assai graziosa,e subito propose ad Eusebio di vendergliela.

Eusebio intuendo lo scopo del despota ed essendo veramente affezionato a Giulia,rifiutò qualsiasi ricompensa e disse che la ragazza non era in vendita.

Felice cambiò tattica:una notte,mentre Eusebio dormiva,si fece portare Giulia e le chiese di adorare gli dei del luogo e di giacere con lui ed in cambio avrebbe avuto la libertà.

Ma Giulia era cristiana e rispose:"io sono già libera servendo Dio"e rifiutò ogni profferta amorosa.

Il rifiuto fu considerato oltraggioso dal despota e poiché,essendo Giulia una schiava,la legge glielo consentiva,ordinò per la giovane un terribile supplizio:a Giulia furono strappati i capelli,fu flagellata e poi crocifissa ,per dirla con Felice:"come il Dio che adorava".

.La mattina seguente ,alcuni monaci di un monastero vicino,avvertiti dalla popolazione,si recarono alla croce,deposero il corpo martoriato di Giulia,lo trasportarono in una barca all'isola di Gorgona,davanti al territorio di Livorno,e le dettero sepoltura.

Questo secondo l'antico manoscritto è la storia della martire Giulia,ma esiste un'altra versione che fa capo alla tradizione orale corsa.

Secondo questa tradizione Giulia nacque a Nonza sulla punta ovest di Capo Corso nel III secolo.

Durante tutto il III secolo le persecuzioni per i cristiani erano state,da parte dell'ormai decadente regime imperiale,particolarmente intense.

L'imperatore stabilì che per onorare il Pantheon Latino ,fossero,a Roma ,come nelle provincie,organizzate feste ed in particolare le giovani donne si dovevano,durante questi ludi,inginocchiare davanti alla statua di Giove.

Tra le giovani donne costrette a partecipare alle feste,a Nonza,ci fu la giovane Giulia.

Giulia aveva aderito alla nuova religione ed era una fedele cristiana:si rifiutò quindi di adorare Giove.

Le fu chiesto di rinnegare il suo Dio,ma con la forza che solo i fedeli delle nascenti religioni hanno ,rifiutò.

Fu,come era d'uso,condannata alla crocefissione.

Ma la calma e la serenità con cui la giovane donna affrontava il martirio(la morte per crocefissione è lunga e dolorosissima)imbestialirono il governatore romano che le fece amputare i seni durante la crocefissione.

I seni furono gettati su un masso lì vicino e,quello stesso giorno,ai piedi della pietra cominciò a sgorgare una sorgente di acqua calda.

Ancora oggi a Nonza si può ammirare la cappella che venne costruita vicino alla miracolosa sorgente.

Il corpo della martire fu costudito fino al VII secolo a No0nza e poi le reliquie furono affidate ai monaci benedettini di Gorgona.

Oggi le reliquie della Santa sono conservate in tre chiese a lei dedicate:a Nonza due vertebre e la base del cranio,a Livorno è conservato un dito ed alcuni frammenti ossei,ed a Brescia,dove si trovano,nella chiesa del villaggio Prealpino,gran parte dei resti del corpo.

Curiosità storica:fu la cristiana moglie di Desiderio,ultimo re longobardo,ad orinare che i resti di Giulia fossero portati a Brixia(attuale Brescia)città dove lei risiedeva,per poterli venerare.

La ricorrenza di Santa Giulia viene festeggiata il 22 Maggio.

S.F.

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